Terremoto in Emilia, i cittadini saranno rimborsati dallo Stato
Ma nel futuro il Tesoro sarà assicuratore di ultima istanza
21/05/2012
17 maggio 2012: entra in vigore il Decreto Legge n. 59 che, nel disporre il riordino della Protezione Civile, introduce di fatto la responsabilità diretta del cittadino nella tutela dei propri beni in caso di calamità naturali. 20 maggio 2012, ore 04.05: la pianura padana inizia a tremare, un sisma di magnitudo sei della scala Richter interessa tutta l'Emilia e viene avvertito in gran parte del nord Italia. I primi bilanci parlano di sette vittime, 5000 sfollati e danni ingenti alle strutture.
Ancora da chiarire però, soprattutto sul fronte dei costi, l'aspetto volontaristico della polizza. "E' chiaro - sottolinea Bertani - che se le cose rimangono così ci si espone al pericolo che le compagnie assicurative si prendano i rischi migliori, evitando di stipulare polizze nelle aree più esposte al rischio di calamità naturali". Per ovviare a questo problema, conclude Bertani, sarebbe opportuno "agganciare questo tipo di coperture alle polizze incendio che coprono già il 35-40% delle abitazioni civili, in modo da raggiungere rapidamente una buona diffusione e tutelare in parte i cittadini dalle discrepanze territoriali". Un sistema esclusivamente volontaristico inoltre non permetterebbe di raggiungere l´obiettivo dell'invarianza del gettito fiscale prevista dal decreto a fronte delle agevolazioni.
Di certo la concomitanza temporale ha qualcosa di sinistro, ma almeno i cittadini colpiti da questo terremoto non rischiano di vedersi sottrarre gli aiuti statali per la ricostruzione. Il Decreto - spiega Adolfo Bertani, presidente di Cineas - segna effettivamente una svolta nel nostro sistema di welfare. Ma al momento contiene solo enunciazioni di principio che devono trovare concretezza attraverso precisi regolamenti di attuazione". Il Governo entro il 15 di agosto dovrà specificare molte questioni in merito all'effettiva applicazione dei principi stabiliti. "Soprattutto - prosegue Bertani - dovrà procedere ad una capillare campagna informativa per spiegare bene ai cittadini che questo non è un abbandono, ma un cambiamento che, introducendo un sistema di agevolazioni fiscali, può avere anche degli aspetti positivi".
Come già avviene in altri Paesi europei, lo Stato rimarrà come assicuratore di ultima istanza, cioè interverrà solo nel caso in cui il danno superi il massimo di ritenzione del mercato assicurativo e riassicurativo. "Il problema è che questo decreto non tratta il tema in modo globale, esplicitando le modalità, i tempi e le opportunità di attuazione di un cambiamento che è prima di tutto culturale. Non si può pretendere di passare - specifica il presidente di Cineas - da un modello totalmente assistenzialista, come era quello italiano, a un moderno welfare community semplicemente emanando un decreto. Occorre spiegare ai cittadini cosa devono fare, entro quando, e quali agevolazioni sono previste".
Un'indagine condotta proprio da Cineas lo scorso anno ha evidenziato come gli italiani non siano contrari in linea di principio a un sistema di questo tipo: circa il 70% dei cittadini già colpiti da un evento catastrofico - o abitanti di zone ad alto rischio - sosteneva infatti che il sistema attuale non fosse adeguato, mentre il 75% si dichiarava favorevole a un modello misto pubblico/privato. A fronte di una spesa annua stimata in circa 200 euro per una copertura volontaria contro le calamità naturali, oltre la metà degli intervistati affermava che si sarebbe assicurato. La percentuale saliva sensibilmente in caso di sgravi fiscali.
Ancora da chiarire però, soprattutto sul fronte dei costi, l'aspetto volontaristico della polizza. "E' chiaro - sottolinea Bertani - che se le cose rimangono così ci si espone al pericolo che le compagnie assicurative si prendano i rischi migliori, evitando di stipulare polizze nelle aree più esposte al rischio di calamità naturali". Per ovviare a questo problema, conclude Bertani, sarebbe opportuno "agganciare questo tipo di coperture alle polizze incendio che coprono già il 35-40% delle abitazioni civili, in modo da raggiungere rapidamente una buona diffusione e tutelare in parte i cittadini dalle discrepanze territoriali". Un sistema esclusivamente volontaristico inoltre non permetterebbe di raggiungere l´obiettivo dell'invarianza del gettito fiscale prevista dal decreto a fronte delle agevolazioni.
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