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Ania, nel 2015 raccolta a 156 miliardi di euro

Nel rapporto sul settore assicurativo, l’associazione prevede un ulteriore progresso della raccolta nel vita e il prosieguo dell’affanno dell’Rc auto. Secondo il presidente Minucci, in prospettiva Solvency II le compagnie italiane si presentano con una situazione patrimoniale rassicurante

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Le imprese assicurative italiane hanno chiuso il 2014 con un risultato (al netto della tassazione, pari a 2,4 miliardi) di 6 miliardi di euro: l’utile è stato di 3,5 miliardi per il settore vita, mentre il danni ha totalizzato a 2,5 miliardi (erano 2,1 nel 2013). Complessivamente la raccolta premi è aumentata del 19,9% (+12,8% nel 2013). Questi alcuni dei principali dati emersi dal Rapporto Ania 2014-2015 sul settore assicurativo italiano, presentato oggi a Roma nel corso dell’assemblea annuale dell’associazione.

Rc auto ancora giù


Lo studio prevede, per il 2015, una crescita dei premi contabilizzati pari all’8,8%, arrivando a sfiorare i 156 miliardi. La raccolta danni dovrebbe raggiungere i 32,2 miliardi, registrando una contrazione (per il quarto anno consecutivo) dell’1,9% . Questo calo, spiega il rapporto dipenderebbe esclusivamente dal calo del ramo Rc auto (“dal momento che tutti gli altri rami danni risulterebbero in crescita”, precisa il rapporto) che subirà una ulteriore contrazione pari al -6,5%. “Le imprese assicuratrici – si legge – opereranno ancora in un mercato fortemente concorrenziale e, anche per effetto dei risultati tecnici complessivi positivi registrati nel triennio 2012-2014, si stima che rifletteranno riduzioni significative sulle tariffe applicate agli assicurati al momento del rinnovo”.

3,9 milioni di veicoli senza assicurazione


Nel mercato si registra un progressivo e preoccupante innalzamento nel numero dei veicoli sprovvisti di assicurazione. In particolare, nel 2014 risulta che 3,9 milioni di veicoli (pari all’8,7% del totale del parco circolante) non sono in possesso una copertura Rc auto, dato in aumento rispetto al 2013 (si stimavano per quell’anno 3,5 milioni di veicoli non  assicurati). Tale percentuale raggiunge mediamente il 13,5% nelle province del Sud (era il  13,1% nel 2013); nel Centro Italia  l’incidenza dei veicoli non assicurati è pari all’8,5% (era  l’8,1% nel 2013) mentre al Nord tale valore  sale al 6,2% (era il 5,3% nel 2013).
“Il fenomeno si riflette su tutti gli assicurati – ha osservato il presidente dell’Ania, Aldo Minucci – i quali devono pagare un sovraprezzo destinato al Fondo di Garanzia per risarcire gli incidenti causati dai non assicurati”. In questo senso la dematerializzazione del contrassegno, dal  prossimo 18 ottobre, costituirà secondo Minucci “un prezioso strumento per ridurre  drasticamente l’evasione assicurativa”.

Guidi, il Governo  si aspetta altri cali delle tariffe Rc auto


"Il Governo si è lealmente impegnato a disegnare un campo da gioco coerente con quanto accade nei Paesi più avanzati. Abbiamo voluto rimuovere distorsioni e incertezze che hanno rappresentato una tassa implicita per voi, ma soprattutto per gli assicurati", ha osservato il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, intervenendo nel corso dell’assemblea dell’Ania. Secondo Guidi, "l'ampia riforma del settore assicurativo” contenuta nel ddl Concorrenza, "con particolare riferimento all’RcAuto” si pone tre obiettivi: contenimento dei costi; completezza e trasparenza dell’informazione; mobilità della domanda. Ora il governo si aspetta che le compagnie continuino a far scendere i premi e applichino gli sconti previsti. "Il campo è stato preparato: è il momento di giocare. Fuor di metafora – ha aggiunto Guidi -  mi aspetto che i premi continuino a calare e che gli sconti per i consumatori che accettano le clausole disciplinate dal ddl Concorrenza siano realmente significativi. Abbiamo fiducia nel mondo delle imprese – ha concluso – e crediamo che il messaggio sia compreso e condiviso”.

Il vita continua a volare


Per quanto riguarda il mercato vita, le previsioni sul settore vedono un proseguimento della crescita anche nel 2015: si attendono premi pari a circa 124 miliardi (+12%), confermando il forte progresso già registrato nel 2013 (+22%) e nel 2014 (+30%). Complessivamente l’incidenza dei premi (vita e danni) sul Pil salirebbe ulteriormente dall’8,9% del 2014 al 9,6% del 2015.

Preoccupano i bassi tassi d'interesse

Inquadrando la situazione patrimoniale delle imprese, il rapporto osserva che gli investimenti complessivi delle imprese italiane sono saliti a fine del 2014 a 630 miliardi (+12% annuo), di cui quasi la metà è in titoli di Stato. Nell’illustrare i dati, il presidente dell’Ania, Aldo Minucci ha spiegato che “la situazione patrimoniale delle nostre imprese, secondo i parametri di Solvency I, è rassicurante”. Lo stress test europeo svolto lo scorso anno “ha confermato la solidità del settore e la capacità di resistere a shock molto severi. Non vanno però sottovalutate – ha aggiunto Minucci – alcune problematiche destinate ad avere, in prospettiva, un impatto rilevante”; il riferimento è in particolare “al basso livello dei tassi di interesse, che comprimendo i risultati della gestione finanziaria, rende più difficile, nel comparto vita, garantire rendimenti significativi agli assicurati e un’adeguata remunerazione del capitale e delle reti distributive”.

Nuove opportunità di investimento

Lo scenario di bassi tassi accentua le necessità di diversificazione degli attivi. Per questo è positivo, secondo il presidente dell’Ania, che sia stata ampliata per legge la gamma delle opportunità di investimento, con la possibilità di finanziare direttamente le imprese, investire in minibond, cartolarizzazioni e private placement. Secondo un'indagine campionaria dell’associazione, però, questi nuovi strumenti non sono stati utilizzati molto: “Le nostre compagnie hanno destinato circa 12 miliardi a società italiane utilizzando queste nuove forme di investimento, valore ancora piccolo se rapportato al totale del portafoglio titoli del settore, ma sicuramente significativo”, ha affermato Minucci.

No a ingiustificati inasprimenti in prospettiva Solvency II


A sei mesi dall’entrata in vigore delle regole di Solvency II, il presidente dell’Ania auspica che non vengano introdotti “ingiustificati inasprimenti” sui requisiti di capitale. In particolare Minucci si è riferito a una recente opinion dell’Eiopa che chiede di “riflettere il rischio del debito sovrano nei requisiti di capitale” per le imprese che intendono utilizzare un modello interno di valutazione dei rischi. “I coefficienti patrimoniali per le varie tipologie di rischio riflettono un equilibrio faticosamente raggiunto, che non può essere rimesso in discussione a pochi mesi dall’entrata in vigore del nuovo sistema”, ha affermato il presidente dell’Ania.

L’Ivass conto il cross selling “spinto”


Le compagnie italiane sono state richiamate a politiche attente ai consumatori nel proporre polizze abbinate alla vendita di altri prodotti. È stato il presidente dell’Ivass, Salvatore Rossi, a sottolinearlo, intervenendo nel corso dell’assemblea. “Certe forme di cross selling spinto non possono essere la risposta alla cronica sottoassicurazione degli italiani. Forzare loro la mano – ha avvertito Rossi – non serve, ma, anzi, è dannoso, perché ne mina la fiducia nell’intero sistema”. L’Ivass ha avviato in questo campo una serie di indagini sui fenomeni di abbinamento di polizze assicurative a prodotti o servizi di natura non assicurativa. “L’indagine sta facendo luce su un fenomeno che coinvolge più di 15 milioni di italiani, a cui vengono offerti oltre 1.600 tipi diversi di pacchetti derivanti da accordi commerciali tra imprese di assicurazione e operatori economici di varia natura”, ha detto Rossi riferendosi a forniture di energia elettrica, gas e acqua, prodotti di banche, agenzie di viaggi e tour operator, concessionari automobilistici, aziende di trasporto marittimo o aereo. “Le prime evidenze della nostra indagine fanno emergere casi di scarsa trasparenza di queste offerte combinate: a volte i consumatori non sono neanche consapevoli di stare sottoscrivendo una polizza assicurativa, pagandone il relativo premio; quindi, non l’azioneranno al bisogno, richiedendo l’indennizzo dovuto”. In particolare l’Ivass sta indagando sulle polizze abbinate ai contratti di fornitura di energia elettrica, gas e acqua: 2 milioni di assicurati e oltre 33 milioni di euro di premi.

26 mila reclami


Sono state 43mila le telefonate ricevute dal call center dell’Ivass nel corso del 2014, e circa 26mila i reclami gestiti. Si è trattato di “un flusso informativo che ci ha consentito di individuare motivi ricorrenti di insoddisfazione e di porvi rimedio attraverso azioni mirate su singole imprese, fino a disporre - ha sottolineato Rossi - accertamenti ispettivi, da cui sono a volte scaturite sanzioni e richieste di piani di riallineamento”.

Gli intermediari non pagano le sanzioni


Proprio su quest’ultimo punto, ma richiamandosi agli intermediari, Salvatore Rossi ha amaramente osservato che “non pagare le sanzioni dell’Ivass, per gli intermediari assicurativi, è la regola. Nel 2014, a fronte di provvedimenti sanzionatori per circa 4 milioni di euro, sono affluiti alle casse dell’erario meno di 300 mila euro”. L’efficacia dissuasiva delle sanzioni pecuniarie erogate oggi, secondo Rossi, “è quasi nulla”. Per questo l’Ivass, ha chiesto che vengano modificate le norme per rendere più efficace il sistema delle sanzioni: “È necessario che si faccia chiarezza, nel pubblico interesse, sul futuro di questa norma inattuata”.

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