Le condizioni per la ripresa del Paese
Alla 17esima edizione dell’Annual assicurazioni organizzato da Il Sole 24 Ore, e di cui Insurance Connect è media partner, il settore si dice pronto a intervenire nell’economia reale, a patto che ci siano le condizioni per un business sostenibile e di lungo periodo
29/10/2015
Si è concluso ieri il 17esimo Annual assicurazioni, la due giorni di approfondimento sul mondo assicurativo, organizzata da Il Sole 24 Ore, e di cui Insurance Connect è media partner. Importante e rituale appuntamento del settore, ogni anno a ottobre coinvolge i principali esponenti del settore assicurativo.
La prima giornata è stata aperta con l’intervento della Consob, a cura di Tiziana Togna, condirettore centrale e responsabile della divisione intermediari dell’Autorità di vigilanza sulle società quotate. L’esponente dell’Istituto ha ricordato tutti gli impegni delle parti italiane nel recepimento delle direttive e i regolamenti continentali che si riverbereranno a breve su imprese e intermediari. La prima data importante è, chiaramente, il primo gennaio 2016 con l’entrata in vigore di Solvency II, mentre la Idd sull’intermediazione sarà pubblicata entro febbraio. Trasparenza, requisiti di capitale e correttezza nella distribuzione dei prodotti: le regole saranno rafforzate per la distribuzione dei contratti vita con alto contenuto finanziario, per realizzare una maggior tutela dell’investitore.
MINUCCI, RISULTATI TECNICI IN DETERIORAMENTO
L’intervento del presidente dell’Ania, Aldo Minucci, ha fatto il punto sul settore, sottolineando da un lato la buona salute del comparto, che ha tenuto e, anzi, si è sviluppato in questi anni di crisi e, dall’altro, squadernando dati che mostrano un progressivo peggioramento dei risultati tecnici sia nel ramo vita sia in quello danni. L’Ania ha anche rivisto al ribasso le stime della raccolta vita per la fine dell’anno, dal +12% stimato nel luglio scorso al +5/6%. Tuttavia, il risultato netto del settore, pari a quattro miliardi al 30 giugno, risulta in lieve incremento. “Oggi gli assicuratori sono nella condizione favorevole per sostenere la ripresa del Paese”, ha dichiarato Minucci, sottolineando quanto bene il comparto potrebbe fare per il welfare e la tutela del territorio se solo il legislatore creasse un quadro di regole per l’ingresso dei privati.
LA TRASFORMAZIONE DEL MERCATO AUTO
A conclusione della prima giornata dell’Annual si è tenuta una tavola rotonda con alcune tra le principali compagnie attive in Italia. I temi hanno spaziato dalla crisi dell’Rc auto fino alla protezione della persona e delle aziende. “Nell’auto – ha detto Camillo Candia, ceo di Zurich in Italia – non dobbiamo rassegnarci a essere gestori di un portafoglio in esaurimento: il tema della responsabilità, che sta avendo una sorta di americanizzazione è una nuova sfida”. Giovan Battista Mazzucchelli, ad di Cattolica Assicurazioni, è convinto che cambieranno le strategie di collocamento ma non la natura del prodotto auto; mentre Luca Filippone, direttore generale di Reale Mutua, ha spostato il focus sulla necessità di un mix di portafoglio più equilibrato in vista di un ciclo negativo. Nell’area della protezione è Axa che prova a staccare tutti: “da noi – ha detto Maurizio Cappiello, il direttore generale della compagnia, in Italia – la cultura della protezione è alla base del business. Per spingere questo mercato è necessario però che gli agenti siano consulenti proattivi”. Sulla protezione delle Pmi spinge forte Allianz che attraverso la sua offerta modulare intende attrarre, secondo quanto ha spiegato l’ad per l’Italia Klaus-Peter Roehler, i quattro milioni di aziende non ancora assicurate. Ma alla base di tutto, sia nel retail sia nel corporate, deve esserci l’education. Ne è convinto Patrick Dixneuf, ceo di Aviva Italia, che ha detto di voler guardare alle peculiarità della cultura del consumatore italiano: “è questa la chiave – ha chiosato – per una crescita a lungo termine”.
SOLVENCY II E LA NUOVA FUNZIONE ATTUARIALE
La seconda giornata, di mercoledì 28, si è aperta con una disamina di alcuni aspetti di Solvency II, e in particolare della nuova funzione attuariale all’interno del sistema dei controlli. Francesco Cuzzocrea, associate partner di PwC, ha spiegato come la nuova normativa darà a questa funzione “una doppia anima: da un lato quella istituzionale e indipendente, di controllo, dall’altro quella di calcolo delle riserve tecniche”, i cui risvolti nell’ambito dei rami vita potrebbero portare ad alcune sovrapposizioni con l’area dell’asset management.
NON SOLO COMPLIANCE, MA ANCHE OPPORTUNITÀ
Il nuovo ruolo delle compagnie nell’era di Solvency II è stato tema di dibattito in una tavola rotonda aperta da Dario Focarelli: il dg dell’Ania ha rivelato che al momento sono ancora in atto modifiche sugli investimenti a lungo termine, infrastrutture e cartolarizzazioni. Focarelli si è poi soffermato sugli effetti del recepimento in Italia: nel codice delle assicurazioni private si passerà dalla figura dell’attuario incaricato alla già citata funzione attuariale. L’avvocato Bruno Giuffrè, managing partner di Dla Piper ha messo in guardia le compagnie dall’adeguarsi alle norme non solo dal punto di vista formale, ma comprendendo come esse impattano su business e organizzazione aziendale: “alcuni rischi – ha affermato – non possono essere gestiti solo con maggiori riserve, ma attraverso la governance”. Il vice dg di Groupama Assicurazioni, Yuri Narozniak, ha parlato di “prevenzione del rischio come strumento di riduzione del costo di capitale”, per cui occorre “implementare la cultura del controllo all’interno delle nostre aziende”. Più che preoccupare le compagnie, la nuova direttiva è vista anche come una grande opportunità, come ha sottolineato l’ad di Eurovita, Andrea Battista, che vede sorprese positive portate dal fatto che in Solvency II il valore generato diventa capitale (mentre nel vecchio regime lo diventava solo l’utile): in un business a lungo termine come il nostro ci porta a migliorare il nostro Solvency ratio, liberando risorse da investire”.
LA SOTTOASSICURAZIONE SI VINCE CON L’EDUCAZIONE FINANZIARIA
Sul palco dell’Annual è poi salito l’ad di Generali Italia, Philippe Donnet, che ha parlato a tutto campo partendo dal tema dei bassi tassi di interesse che, ha spiegato, “si può gestire solo con una riduzione dei costi di gestione”. Altro contesto sfidante, quello dell’Rc auto, dove il premio medio è sceso del 20% in tre anni: qui la risposta è “un nuovo modo di fare assicurazione”, a partire “dalle opportunità offerte dalla telematica” per generare nuovo business anche negli altri rami danni. “Non si vende solo grazie a nuovi prodotti – ha osservato Donnet – ma anche grazie alla capacità consulenziale della nostra rete di vendita, che è di altissimo livello”. Per quanto riguarda il ramo vita, in un momento come quello attuale, che vede il boom delle polizze di ramo III, “il ruolo dell’agente Generali nel saper fornire alle famiglie consulenza completa è cruciale. Ma per molti agenti avere in portafoglio delle polizze unit-linked è una novità, pertanto Generali sta puntando fortemente sulla formazione degli intermediari, che devono essere in grado di offrire educazione finanziaria ai clienti”.
CHI È PIÙ EFFICIENTE SOPRAVVIVERÀ
Protagonista dell’altra intervista ono-to-one, Carlo Cimbri, ad di UnipolSai. Nel mercato auto UnipolSai sta mettendo in campo “un uso più incisivo della tecnologia, anche in aree finora inesplorate”, ha detto Cimbri, spiegando che la black box, che oggi la compagnia gestisce in autonomia, “avrà un’utilità più ampia rispetto a quella attuale” e i suoi dati “serviranno a profilare la clientela e a proporre prezzi più tagliati sulle caratteristiche del singolo assicurato”. Restando in tema di Rc auto, Cimbri ha parlato della necessità di “intercettare altri aspetti della catena del valore”, come quello della riparazione e del servizio al cliente post-sinistro. “L’Rc auto è una torta sempre meno redditizia, ma con sempre più competitor: chi riuscirà a essere più efficiente, sopravviverà”. Il buon andamento tecnico attuale, secondo Cimbri, è destinato cambiare: “la crisi è alle spalle e la frequenza dei sinistri potrà aumentare. Per questo mi aspetto un aumento del combined ratio, a livello complessivo di mercato”.
EVOLUZIONE DEI PRODOTTI E DELLA DOMANDA
Il trend attuale vede l’ascesa dei player bancassicurativi tra i principali fornitori di prodotti assicurativi. Anche nel danni. Ne hanno parlato due autorevoli esponenti di questo mondo: Massimo Doris, ad di Banca Mediolanum, e Nicola Maria Fioravanti, ad di Intesa Sanpaolo vita. Doris ha illustrato la strategia per diffondere attraverso l’attività dei promotori finanziari soluzioni assicurative come le long term care: “lavorando da un lato sulla cultura del nostro family banker, dall’altro sull’educazione finanziaria del cliente emerge l’esigenza del rischio e di proteggere la propria persona”. Fioravanti ha rivelato che Intesa Sanpaolo, già molto attiva nel danni, pensa a un’espansione nel business sanitario. “Il mercato italiano, sottoassicurato, ci dà ampio margine per crescere. E, grazie al nostro modello bancassicurativo abbiamo le capacità di intercettare molto velocemente le esigenze del cliente. Avere tutto nello stesso gruppo – ha sottolineato – ci offre un significativo valore aggiunto”.
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