I giovani e la previdenza: molti timori, poche certezze
I risultati di un'indagine Forum Ania-Consumatori
03/05/2016
Il 40% dei 18-35enni si approccia al futuro con preoccupazione, la progettualità tocca solo un quarto del campione e attendismo e fatalità coinvolgono il restante quarto degli intervistati. A dirlo, un'indagine sul rapporto tra l'universo giovanile e la previdenza, realizzata dall’istituto Eures per l’associazione dei consumatori Adoc, all’interno del programma di ricerca "Gli scenari del welfare" promosso dal Forum Ania-Consumatori.
Secondo lo studio, dal titolo "Sei sicuro?", il 77% dei giovani è preoccupato per la diminuzione del benessere e per la propria situazione previdenziale, anche a causa del valore delle entrate mensili degli intervistati, pari a 787 euro.
Sul piano sanitario, la maggioranza ritiene che il sistema pubblico andrebbe coadiuvato con forme assistenziali o assicurative e riguardo il futuro pensionistico, l’80,4% è convinto che il sistema previdenziale sarà in grado di garantire poco (42,7%) o per niente (37,7%) un adeguato livello di benessere ai futuri pensionati. Oltre 7 giovani su 10 ritengono utile avviare un piano di pensione complementare, anche se ben il 60% dichiara di non sentirsi completamente informato sul tema e solo il 28,3% ha avviato una forma previdenziale integrativa.
Secondo lo studio, dal titolo "Sei sicuro?", il 77% dei giovani è preoccupato per la diminuzione del benessere e per la propria situazione previdenziale, anche a causa del valore delle entrate mensili degli intervistati, pari a 787 euro.
Sul piano sanitario, la maggioranza ritiene che il sistema pubblico andrebbe coadiuvato con forme assistenziali o assicurative e riguardo il futuro pensionistico, l’80,4% è convinto che il sistema previdenziale sarà in grado di garantire poco (42,7%) o per niente (37,7%) un adeguato livello di benessere ai futuri pensionati. Oltre 7 giovani su 10 ritengono utile avviare un piano di pensione complementare, anche se ben il 60% dichiara di non sentirsi completamente informato sul tema e solo il 28,3% ha avviato una forma previdenziale integrativa.
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