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Investimenti, l'Italia conservativa rischia troppo

Da una ricerca di Mercer emerge come gli investitori istituzionali italiani stiano rimanendo indietro rispetto a quelli europei nel rinnovo delle strategie di asset allocation

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In uno scenario economico complesso, cui a breve si aggiungerà una rinnovata volatilità dei mercati finanziari, gli investitori istituzionali sono chiamati a orientarsi verso asset class e strategie meno familiari e più flessibili. Questo cambiamento, già in atto in Europa, non sta praticamente avvenendo in Italia, esponendo il Paese a rischi seri. 

Questo è il quadro disegnato dalla 14esima ricerca di Mercer (Mercer european asset allocation survey 2016) che ha analizzato le tendenze nell’asset allocation di grandi investitori istituzionali, in particolare fondi pensione europei, per attività di oltre 930 miliardi di euro. Secondo la ricerca, "il non considerare opportunamente tutte le possibili classi di investimento o, peggio, rimanere legati a schemi tradizionali di costruzione del portafoglio implicitamente espone i patrimoni a rischi di perdite significative". 

L'Italia corre questo rischio, dato che il 64% del campione intervistato in Italia non pensa di investire o di aumentare l’allocazione sui mercati privati e solo il 43% pensa di integrare nell’asset allocation investimenti in strategie obbligazionarie a ritorno assoluto. "Componenti queste - si legge nello studio - che rendono invece i portafogli diversificati e maggiormente robusti".  

Il mercato italiano si caratterizza ancora per la presenza massiccia di investimenti nell'immobiliare e soprattutto nelle obbligazioni governative domestiche: il confronto con mercati più evoluti, come quelli del nord Europa, conferma che il peso degli investimenti sul mercato azionario degli investitori istituzionali italiani è significativamente più basso.

Nei prossimi giorni, su Insurance Daily, un approfondimento della ricerca di Mercer.  

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