Simulavano incidenti stradali, diciassette arresti a Catanzaro
La truffa anche ai danni del Fondo di garanzia vittime della strada
13/05/2014
L'ultima frontiera dei furbetti è non accontentarsi di truffare soltanto le compagnie di assicurazione, ma anche il Fondo di garanzia vittime della strada. È quanto è accaduto a Catanzaro, dove il comando provinciale della Guardia di Finanza ha smascherato un'organizzazione accusata di aver attuato una serie di truffe, attraverso la simulazione di falsi incidenti stradali, in un arco di tempo compreso tra il 2009 e il 2012, ottenendo risarcimenti indebiti per un importo complessivo di circa cinque milioni di euro.
Il reato contestato è quello di associazione per delinquere finalizzata alla truffa. Diciassette le persone arrestate (tra cui figurano anche avvocati, medici e carrozzieri), con decine di avvisi di garanzia consegnati dalle Fiamme Gialle, che hanno anche proceduto al sequestro di beni per circa due milioni di euro. Le persone denunciate sono complessivamente ben 156, la gran parte delle quali sono coloro che avrebbero ottenuto gli indennizzi sulla base dei falsi incidenti versando una parte delle somme ricevute agli organizzatori della truffa.
Le indagini della Guardia di finanza di Catanzaro, coordinate dal sostituto procuratore Paolo Petrolo, hanno avuto inizio dopo le rivelazioni di un collaboratore di giustizia il quale aveva rivelato le modalità e gli organizzatori della truffa. Le finte vittime venivano sempre indicate come violentemente investite" in modo da poter ottenere il massimo del risarcimento. Dalle numerose intercettazioni telefoniche e ambientali è emerso il ruolo di organizzatori di due avvocati, ma anche quello di altri professionisti, tra cui un medico, e di numerose altre persone che erano le false vittime degli incidenti. Nonostante una perquisizione avvenuta nel 2011 presso lo studio di uno degli avvocati coinvolti nell'inchiesta, l'organizzazione è proseguita senza sosta. Dopo l'avvio delle indagini tutte le maggiori compagnie assicurative hanno presentato querela per i falsi incidenti ed ora sono pronte a costituirsi parte civile nel procedimento penale. Il Procuratore di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, ed il procuratore aggiunto, Giovanni Bombardieri, hanno evidenziato che il "sistema scoperto aveva di fatto alterato il libero mercato delle assicurazioni. Era un sistema meticolosamente organizzato che ha prodotto ingenti guadagni alle persone che sono state individuate quali componenti dell'organizzazione". Dalle indagini della Guardia di finanza è stata individuata anche un'ingente frode fiscale da parte degli studi legali i quali, negli anni, avrebbero denunciato poche migliaia di euro
di reddito a fronte degli ingenti guadagni proprio in virtù del contenzioso con le compagnie assicurative. Anche su questo fronte il giudice per le indagini preliminari di Catanzaro è intervenuto con un sequestro di beni.
Il reato contestato è quello di associazione per delinquere finalizzata alla truffa. Diciassette le persone arrestate (tra cui figurano anche avvocati, medici e carrozzieri), con decine di avvisi di garanzia consegnati dalle Fiamme Gialle, che hanno anche proceduto al sequestro di beni per circa due milioni di euro. Le persone denunciate sono complessivamente ben 156, la gran parte delle quali sono coloro che avrebbero ottenuto gli indennizzi sulla base dei falsi incidenti versando una parte delle somme ricevute agli organizzatori della truffa.
Le indagini della Guardia di finanza di Catanzaro, coordinate dal sostituto procuratore Paolo Petrolo, hanno avuto inizio dopo le rivelazioni di un collaboratore di giustizia il quale aveva rivelato le modalità e gli organizzatori della truffa. Le finte vittime venivano sempre indicate come violentemente investite" in modo da poter ottenere il massimo del risarcimento. Dalle numerose intercettazioni telefoniche e ambientali è emerso il ruolo di organizzatori di due avvocati, ma anche quello di altri professionisti, tra cui un medico, e di numerose altre persone che erano le false vittime degli incidenti. Nonostante una perquisizione avvenuta nel 2011 presso lo studio di uno degli avvocati coinvolti nell'inchiesta, l'organizzazione è proseguita senza sosta. Dopo l'avvio delle indagini tutte le maggiori compagnie assicurative hanno presentato querela per i falsi incidenti ed ora sono pronte a costituirsi parte civile nel procedimento penale. Il Procuratore di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, ed il procuratore aggiunto, Giovanni Bombardieri, hanno evidenziato che il "sistema scoperto aveva di fatto alterato il libero mercato delle assicurazioni. Era un sistema meticolosamente organizzato che ha prodotto ingenti guadagni alle persone che sono state individuate quali componenti dell'organizzazione". Dalle indagini della Guardia di finanza è stata individuata anche un'ingente frode fiscale da parte degli studi legali i quali, negli anni, avrebbero denunciato poche migliaia di euro
di reddito a fronte degli ingenti guadagni proprio in virtù del contenzioso con le compagnie assicurative. Anche su questo fronte il giudice per le indagini preliminari di Catanzaro è intervenuto con un sequestro di beni.
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