Governo, più tasse per le assicurazioni
Nel Documento programmatico di bilancio è prevista la rideterminazione dell’acconto di imposta sui premi
16/10/2018
Quota 100 e reddito di cittadinanza pagati dai soldi delle assicurazioni (e delle banche). Il governo ha infatti presentato un aumento del prelievo fiscale che dovrebbe portare nelle casse dello Stato più di quattro miliardi di euro entro il 2021. È quanto previsto nel Documento programmatico di bilancio (Dpb) inviato ieri dal governo alla Commissione europea. In particolare, si legge nel Dpb, gli interventi fiscali sulle assicurazioni porteranno 870 milioni nel 2019, nessun gettito aggiuntivo nel 2020 e circa 350 milioni nel 2021; quelli sulle banche porteranno 1,2 miliardi nel 2019 (0,07% del Pil), circa 870 milioni nel 2020 (0,05% del Pil), e circa 520 milioni nel 2021 (0,03% del Pil). Per le assicurazioni, quindi, l’effetto è concentrato sul 2019 visto che si tratta di una rideterminazione degli acconti dell’imposta sui premi assicurativi. L’aliquota, si legge nel Dpb, “attualmente determinata nella misura del 59% per l’anno 2019 e al 74% per gli anni successivi, è rideterminata al 75% per l’anno 2019, al 90% nel 2020 e al 100% dal 2021 a decorrere”.
Una seconda misura differisce la deduzione di svalutazioni e perdite su crediti. “La deduzione della quota del 10% dell’ammontare dei componenti negativi (svalutazioni e perdite sui crediti) degli enti creditizi e finanziari prevista ai fini dell’imposta sul reddito delle società e dell’imposta regionale sulle attività produttive è differita al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2026”. Una terza norma riguarda il trattamento fiscale delle svalutazioni di crediti dovute al principio contabile Ifrs9. Il Dpb spiega che la deducibilità delle svalutazioni a fini Ires e Irap sarà applicata “in modo retrospettivo”, per il 10% nel periodo di imposta di prima adozione dell’Ifrs9 e “per il restante 90% in quote costanti nei nove periodi di imposta successivi”.
La rideterminazione dell’acconto di imposta sui premi assicurativi porterà circa un miliardo, il differimento della deduzione delle svalutazioni e perdite sui crediti bancari garantirà un ulteriore miliardo di euro, mentre la dilazione in 10 anni dei crediti dovuti ai nuovi principi contabili peserà per 1,1 miliardi. Infine “interventi fiscali” sulle banche non dettagliati varranno 1,2 miliardi di euro.
Le misure discrezionali decise dal governo Conte comportano 33,5 miliardi di spese aggiuntive e 11,7 miliardi di copertura, mentre la manovra illustrata dal ministro Giovanni Tria in Parlamento prevedeva 37 miliardi di spesa aggiuntiva e 15 di coperture.
Una seconda misura differisce la deduzione di svalutazioni e perdite su crediti. “La deduzione della quota del 10% dell’ammontare dei componenti negativi (svalutazioni e perdite sui crediti) degli enti creditizi e finanziari prevista ai fini dell’imposta sul reddito delle società e dell’imposta regionale sulle attività produttive è differita al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2026”. Una terza norma riguarda il trattamento fiscale delle svalutazioni di crediti dovute al principio contabile Ifrs9. Il Dpb spiega che la deducibilità delle svalutazioni a fini Ires e Irap sarà applicata “in modo retrospettivo”, per il 10% nel periodo di imposta di prima adozione dell’Ifrs9 e “per il restante 90% in quote costanti nei nove periodi di imposta successivi”.
La rideterminazione dell’acconto di imposta sui premi assicurativi porterà circa un miliardo, il differimento della deduzione delle svalutazioni e perdite sui crediti bancari garantirà un ulteriore miliardo di euro, mentre la dilazione in 10 anni dei crediti dovuti ai nuovi principi contabili peserà per 1,1 miliardi. Infine “interventi fiscali” sulle banche non dettagliati varranno 1,2 miliardi di euro.
Le misure discrezionali decise dal governo Conte comportano 33,5 miliardi di spese aggiuntive e 11,7 miliardi di copertura, mentre la manovra illustrata dal ministro Giovanni Tria in Parlamento prevedeva 37 miliardi di spesa aggiuntiva e 15 di coperture.
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