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Viterbo, arrestato un intermediario assicurativo: l’accusa è di truffa

Le indagini della Guardia di Finanza hanno accertato la sottrazione di denaro corrisposto per stipulare polizze mai attivate

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I militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Viterbo, con l’ausilio dei colleghi del Comando Provinciale di Grosseto, hanno eseguito nel fine settimana un ordine di arresto nei confronti di un sub agente assicurativo operante nell'area Viterbo.
Le indagini sono state condotte dalla Guardia di Finanza, coordinate da Eliana Dolce, sostituto procuratore della Repubblica di Viterbo. L'intermediario è accusato di aver truffato numerosi assicurati impossessandosi indebitamente, in più occasioni e con diverse modalità, di centinaia di migliaia di euro, che le vittime (alcune anche anziane), avevano nella maggior parte dei casi accantonato dopo anni di risparmi, ma di cui sono venuti a conoscenza solo dopo essersi rivolti direttamente alla compagnia di assicurazione.
L’accusato creava con la clientela vincoli di amicizia e rapporti professionali di apparente regolarità per la conclusione delle polizze e al fine di ottenere versamenti dagli ignari assicurati, che facevano conto sulla fiducia che l'uomo instaurava con rapporti professionali di lunga durata, nel corso dei quali manifestava anche la disponibilità a recarsi presso le loro abitazioni al fine di evitare l’incomodo di recarsi in agenzia. I clienti, inoltre, venivano anche tratti in inganno dalla consegna da parte dell’agente di documenti abilmente artefatti con mezzi informatici.
La capillare attività svolta dalle Fiamme Gialle e dalla Procura della Repubblica, mediante perquisizioni, escussione delle parti offese, analisi dei supporti informatici e dei conti bancari dell’arrestato, hanno dato modo di scoperchiare in pochi mesi un sistema ben consolidato messo in atto dall’intermediario assicurativo che, stando alle accuse, carpiva la buona fede degli assicurati e si impossessava illecitamente delle somme che gli venivano corrisposte inducendoli in errore circa l’effettiva stipula di polizze in realtà poi mai attivate.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l'uomo faceva credere di versare gli assegni ricevuti a favore della compagnia a fronte di versamenti invece effettuati sui propri conti correnti dai quali traeva poi fondi per condurre un tenore di vita al di sopra delle sue capacità economiche tra cui l’acquisto di autovetture di lusso (Porsche e Bmw) e di immobili residenziali.

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