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Eventi catastrofali, il ruolo strategico dei periti

Organizzazione, professionalità e tempestività di intervento sono gli strumenti chiave per gestire l’emergenza. Roberto Queirolo, partner dello studio Queirolo & Associati, racconta la propria recente esperienza sul campo in Sardegna, all’indomani del passaggio del ciclone Cleopatra

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Sono passati solo pochi mesi dal 18 novembre 2013, quando hanno iniziato ad abbattersi sulla Sardegna quei 440 millimetri di pioggia che in poche ore hanno devastato il territorio compreso tra la Gallura, il Nuorese e l'Oristanese. Il ciclone Cleopatra (come è stato ribattezzato) ha messo a nudo una volta di più la fragilità del territorio italiano di fronte a questo tipo di fenomeni. Organizzazione, professionalità e tempestività sono tre caratteristiche indispensabili per poter dare un primo sollievo alla popolazione, non solo per chi lavora nella macchina dei soccorsi, ma anche per quanti devono occuparsi della stima dei danni assicurati. Ne abbiamo parlato con un perito che in Sardegna, all'indomani del ciclone, ci è stato: Roberto Queirolo, partner dello studio peritale Queirolo & Associati nonché coordinatore dei master Cineas in Loss adjustment.

Quali particolari criticità avete affrontato nei territori colpiti dal ciclone Cleopatra?
Dal punto di vista logistico la prima difficoltà in questo tipo di eventi è quella di raggiungere i territori colpiti dal disastro, perché la viabilità risulta spesso interrotta. L'area in cui abbiamo prevalentemente operato è stata quella di Olbia. Per quanto riguarda l'attività peritale, il ciclone ha colpito sotto diverse fenomenologie, oltre a quella dell'alluvione, come trombe d'aria e danni da fulminazione.

Quali sono i fattori chiave necessari per gestire al meglio questo tipo di intervento?
Innanzitutto è fondamentale avere una solida preparazione tecnica per saper interpretare correttamente i contratti assicurativi e valutare adeguatamente i danni indennizzabili agli assicurati. In casi specifici come quello dell'alluvione (così come, in generale, per gli eventi catastrofali) è molto importante anche l'elemento organizzativo, per via del fatto che bisogna riuscire ad accedere nel più breve lasso di tempo possibile a luoghi disagiati, avendo una adeguata capacità di interfacciarsi con i danneggiati, che sono più difficilmente reperibili, ma soprattutto che stanno vivendo un momento di disagio molto forte. Dobbiamo cercare di risolvere le loro problematiche compatibilmente con dei tempi ristretti, e per questo diventa un fattore critico di successo avere un sistema organizzato che lasci ai periti un ampio spettro di possibilità per valutare i contratti e interagire con gli assicurati.

Nel caso di eventi catastrofali, quanto incide il fattore umano nell'approccio con gli assicurati?
Sono convinto del fatto che il perito non debba cadere nell'abitudine di considerare tutto ciò che incontra nella propria professione come normale. Per questo, prima di partire verso i luoghi in cui verranno effettuate le perizie, teniamo dei briefing per fare il punto della situazione, non solo facendo un esame precontrattuale, ma discutendo e riflettendo anche in merito all'atteggiamento umano da tenere durante la nostra attività. È un passaggio fondamentale, anche perché questi assicurati sono clienti dei nostri clienti, e pertanto è essenziale riuscire ad approcciarli nella maniera adeguata. Rispetto ad altri disastri, in Sardegna la principale industria è quella del turismo: attività alberghiere e bed and breakfast necessitano di un approccio diverso dal punto di vista peritale. L'aspetto emozionale e di disagio era molto forte, e posso dire che il nostro lavoro sul campo è stato molto difficile sia dal punto di vista umano sia dal lato tecnico.

Che tipo di stato d'animo ha trovato nelle popolazioni colpite? Prevaleva la rabbia o la voglia di reagire?

Negli ultimi anni, in Sardegna così come anche nel caso del terremoto del 2012 in Emilia, ho trovato una popolazione decisamente più portata a reagire, rispetto a eventi analoghi di cui mi sono occupato in passato. Ho incontrato persone molto più pronte e volenterose di ripristinare al più presto le cose danneggiate, sia per riprendere l'attività lavorativa sia per rientrare in casa.

Dalla sua percezione di liquidatore, vede un numero maggiore di assicurati?

Sicuramente sì. Un ruolo chiave in tal senso lo ha giocato la comunicazione. Si sta iniziando a creare una consapevolezza a livello nazionale di quanto sia importante e necessario assicurarsi. Non è tuttavia facile trovare, a tutt'oggi, un prodotto per questa necessità, ma oltre ai tradizionali rischi corporate, vedo finalmente crescere sempre di più gli assicurati retail. Anche nel caso della Sardegna, ho visto molti più rischi di quanti ne abbia visti in passato, comprese tante piccole abitazioni.

Lei coordina i due master Cineas (basic e advanced) in loss adjustment: in che modo cercate di trasferire agli studenti la migliore metodologia per operare in contesti difficili come questi?

Nei master Cineas, oltre ai tradizionali percorsi teorici, in questi ultimi anni si è voluto sviluppare anche l'aspetto pratico dell'attività peritale, accompagnando gli studenti con case study per trasmettere anche l'esperienza sul campo. Abbiamo inoltre introdotto esercitazioni specifiche con argomenti che ruotano e si aggiornano. Questo ha portato valore aggiunto ai corsi: lo dimostra il numero di studenti in costante crescita. Inoltre posso anticipare che, verosimilmente già questo autunno, vedrà la luce un master loss adjustment di III livello che potremmo definire di specializzazione. Il corso approfondirà l'estimo assicurativo, la responsabilità civile prodotti e professionale si indirizzerà anche verso nuove frontiere, come ad esempio l'analisi dei rischi del terzo millennio, la negoziazione, il problem solving e, infine, il management peritale in modo tale da dare ai prossimi diplomati un ratio studiorum in grado di rispondere alle nuove richieste del mercato assicurativo. Credo che con questo nuovo corso, Cineas potrà sicuramente fregiarsi di formare dalla a alla z sia i periti sia i liquidatori delle compagnie.

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