Assicurazioni per lo spazio
Fornire coperture in ambito aerospaziale è una procedura complessa: pochi dati a disposizione, scarsa mutualità e importi elevatissimi da assicurare. Serve tanto preparazione e competenza, anche alla luce delle recenti evoluzioni di mercato
15/07/2022
Se è vero che l’assicuratore è l’ultimo a intervenire, quando ormai tutto quello che era stato predisposto a protezione non ha funzionato, è anche vero che deve essere il primo nell’individuazione dei nuovi rischi da coprire. Le antenne dell’assicuratore sono sempre in tensione per capire quale rischio possa incombere su un nuovo investimento, su una nuova tecnologia, su un nuovo prodotto o ciclo produttivo. E non basta provare a immaginare il worst case, bisogna poi trasformarlo in un contratto vantaggioso per le parti e trovare qualche scommettitore pronto ad assumersi tutto o parte del rischio.
La fase iniziale di questo processo è quella più complessa e delicata. Non ci sono statistiche di precedenti sinistri, non si conoscono bene tutte le storie e le conseguenze di un danno, però è importante avere immaginazione e convincere i sottoscrittori a rischiare il valore del bene e sopportare la potenziale perdita economica generata dall’evento avverso. Tutto ciò a fronte di un importo che deve essere giusto per apparire interessante e che alla fine ci si augura diventi per quei signori un premio per aver vinto la scommessa. L’assicuratore, sia sottoscrittore o broker, deve creare e gestire questo delicato equilibrio. Con il tempo la situazione si stabilizza: le statistiche sinistri e le esperienze insegnano ad affinare lo strumento assicurativo messo in piedi e tariffare correttamente il rischio.
COLLOCARE IL RISCHIO SPAZIO
Fatta questa premessa, immaginate questo processo nel campo delle assicurazioni per lo spazio, dove le statistiche sono sempre quasi inesistenti o poco affidabili, i valori in gioco elevatissimi, le tecnologie in continua evoluzione e i rischi di insuccesso molto elevati. In questo settore operano pochissimi player, quasi tutti ingegneri aerospaziali, sia sul fronte delle compagnie e dei broker che dei clienti. E vi assicuro che il processo di collocamento di questi rischi è forse il più complesso cui abbia partecipato.
Per assicurare un satellite del valore di 2-300 milioni di euro e più, possono essere necessarie anche 20 compagnie, che oltretutto non operano in coassicurazione diretta, ma ognuna con la sua polizza e relativo premio. Non c’è una delegataria, ogni singolo sottoscrittore per valutare il rischio (in assenza di statistiche e relativi calcoli attuariali) vuole disporre di una serie di informazioni tecniche che il broker deve saper riportare al cliente, per tornare poi dall’assicuratore con le risposte corrette. La copertura può limitarsi alla sola fase di lancio, essere estesa ai primi giorni o settimane di vita, o proseguire per anni.
ANCORA POCHE POLIZZE
Purtroppo sono pochi i lanci che vengono assicurati, circa 25-30 l’anno, perché molti dei satelliti messi in orbita non hanno finalità commerciali, ma prevalentemente militari, di osservazione della terra o di studio ed esperimenti, e di conseguenza i relativi budget di spesa sono limitati. La loro eventuale perdita è quindi considerata meno drammatica di quella, ad esempio, di un satellite per le telecomunicazioni che vuol dire investimento perduto, e soprattutto mancati incassi per qualche anno, fino al suo rimpiazzo.
A mio avviso però, sarebbe comunque corretto assicurare i satelliti realizzati con finanziamenti statali. In caso di perdita totale, la Corte dei conti dovrebbe indagare sulle responsabilità erariali dei soggetti che hanno preso la decisione di non sottoscrivere la copertura assicurativa. Se i satelliti assicurati fossero molti di più, i premi potrebbero diminuire. Per agevolare il ricorso a queste coperture assicurative, in Francia, in Regno Unito e Germania le aliquote delle imposte assicurative nel settore spazio sono ridotte a zero o quasi. In Italia non esiste questa specifica aliquota.
L’ASSICURAZIONE PER IL LANCIO
Ma esaminiamo da vicino la polizza a copertura del lancio, che è una vera e propria sofisticata scommessa:
1. il piazzamento è tecnicamente lungo e molto complesso, e può essere realizzato solo tra addetti ai lavori;
2. il premio calcolato su valori molto elevati, senza significative statistiche, è addirittura definito in % (per cento) e non in ‰ (per mille) perché il rischio di perdita totale è molto alto. Una volta in volo, anche un piccolo difetto diventa una tragedia;
3. la durata della copertura è spesso limitata a poche ore, quelle necessarie a lanciare il satellite e posizionarlo nell’orbita corretta
Ecco perché questi tre elementi combinati (collocamento complesso, valori e premi importanti e durata brevissima) rendono questa copertura la regina di tutte le polizze.
In caso di sinistro, possono poi verificarsi varie situazioni, ma fondamentalmente riconducibili a due:
il razzo vettore esplode o precipita prima del completamento della missione, e quindi il danno (verificato che non si tratti di un atto di guerra) viene subito liquidato senza problemi;
il satellite con il suo payload non ha raggiunto la propria orbita o ha dei malfunzionamenti, e quindi va valutata attentamente la natura e il valore del danno che può essere parziale o totale. In questo caso sono chiaramente necessarie complesse perizie.
LA PROSPETTIVA DI MERCATO
Secondo l’ultimo Space Market Report di Aon Isb, broker leader per i rischi spazio, il mercato delle assicurazioni spaziali ha chiuso in maniera positiva il 2021 ed è rimasto stabile, in assenza di sinistri, nei primi mesi del 2022. La guerra in Ucraina sta tuttavia costringendo gli assicuratori ad affrontare nuove incertezze, legate soprattutto alle sanzioni alla Russia e, di conseguenza, alla perdita di premi derivanti dalle missioni spaziali russe. I tassi di premio per rischi con dimostrata affidabilità, con moderate somme assicurate, si sono gradualmente ridotti dalle posizioni elevate che erano state raggiunte con le perdite registrate nel 2019, ma il mercato resta estremamente volatile: gli assicuratori, secondo il report, restano molto cauti, anche a causa, come detto, delle ripercussioni che la guerra in Ucraina sta avendo sull’industria aerospaziale e sul mercato delle polizze.
In futuro avremo modo di approfondire la dimensione di questo mercato, le capacità messe a disposizione dalle compagnie e l’andamento dei tassi. Poi valuteremo la dimensione degli investimenti nel settore da parte dell’Europa, degli Stati Uniti, della Russia e soprattutto della Cina, attualmente il player più importante nella conquista dello spazio. Infine, parleremo delle crescenti utilizzazioni nel settore assicurativo delle immagini che ci arrivano dai satelliti per l’osservazione della Terra: dalle polizze parametriche in agricoltura alle previsioni meteo, fino alla prevenzione e valutazione dei disastri naturali e al controllo del traffico marittimo.
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