La folle fuga dalle polizze vita
Da inizio anno sono in forte aumento le richieste di riscatto dei capitali investiti, soprattutto in risposta alla crescita dell’inflazione e all’esigenza di liquidità. Potrebbe però esserci a monte una debolezza nell’offerta, che trascura il valore di protezione per la famiglia di questi prodotti
31/08/2023
Pare inarrestabile la fuga dalle polizze vita. Nel comparto il rapporto tra l’onere per riscatti e i premi non conosce sosta: alla fine di marzo aveva raggiunto in media l’85%, a fronte del 53% di marzo del 2022. Questo fenomeno è dovuto sia all’incremento del 57% dei riscatti sia al calo del 4% dei premi. Le motivazioni di questa fuga sono molteplici.
Innanzitutto i sottoscrittori, alle prese con un’inflazione record e con uno scenario economico recessivo, hanno un bisogno crescente di liquidità.
In secondo luogo, molti sottoscrittori sono convinti di aver trovato nei titoli di Stato, nei Btp in particolare, un’alternativa più redditizia rispetto ai prodotti di investimento assicurativo. Non ha poi certamente aiutato il caso Eurovita che, pur avviato a una felice conclusione, ha gettato ombra su un comparto già in difficoltà.
Come evidenziato nell’ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria pubblicato da Banca d’Italia, i consulenti finanziari e le banche sono le principali vittime della fuga dalle polizze vita che si sta registrando da inizio anno.
Vi è certamente una difficoltà dal lato dell’offerta, nel non essere riusciti a spiegare la differenza tra un investimento finanziario e una polizza vita.
Una polizza vita garantisce la protezione finanziaria dei propri cari in caso di prematura scomparsa del contraente.
Un contraente con famiglia dovrebbe valutare questo dettaglio. Alcune polizze vita, come quelle a vita intera o universali, includono anche un elemento di risparmio o investimento.
Questo significa che una parte dei premi pagati vanno a costituire un valore di riscatto che può crescere nel tempo. Infine, in molti paesi, tra cui l’Italia, i premi versati per le polizze vita possono essere detraibili fiscalmente e le somme erogate ai beneficiari possono essere esenti da tasse o imposte sulla successione.
Più qualità e meno opportunismo
Le polizze di ramo I, ad esempio, con gestione separata dei premi periodici versati, consentono ai familiari del sottoscrittore, in caso di decesso, di mantenere il loro stile di vita. Questo tipo di polizza è ideale per le famiglie monoreddito, per chi ha sottoscritto un mutuo sulla casa o ha figli piccoli a carico. Questa polizza è utile anche per le aziende, è possibile assicurare una persona che ricopre un ruolo di fondamentale importanza per il corretto funzionamento dell’attività.
Come tutti i prodotti assicurativi vanno compresi, spiegati e offerti a chi ne può cogliere tutte le opportunità. La sensazione è che, in molti casi, queste polizze siano state vendute e sottoscritte solo per quello che era ritenuto un rendimento soddisfacente a fronte di un capitale garantito.
Fare trading con questi prodotti, ovverossia comprarli e venderli in modo opportunistico sulla base dei rendimenti, vuol dire non aver compreso la loro vera natura.
L’orizzonte temporale, la composizione del nucleo famigliare, la situazione finanziaria della famiglia, sono elementi imprescindibili per una corretta compravendita delle polizze vita.
Spiace vedere il comparto più proattivo e dinamico, come quello dei consulenti finanziari e delle banche, soffrire su questo fronte. Potremmo dire che chi ha seminato solo rendimenti inevitabilmente sta raccogliendo solo riscatti. Viceversa, chi, e sono in molti, ha fatto bene il proprio lavoro, sa che la protezione è un’altra cosa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
polizze vita,
👥