Start up e innovazione: le opportunità del crowdfunding per l’impresa
Il lancio di nuovi progetti imprenditoriali passa anche per il finanziamento: se la banca non è disponibile esistono nuove forme di raccolta di fondi per chi vuole avviare un progetto innovativo, regolati dalla legge e normati a tutela delle parti
15/11/2013
Tra le misure adottate e adottande dal Governo nell'ambito del progetto Destinazione Italia vi è anche un pacchetto di norme finalizzate ad agevolare la costituzione e la crescita delle start-up innovative.
Proprio al fine di promuovere lo sviluppo di queste particolari società, l'Italia, per prima al mondo, ha emanato una normativa specifica in materia di equity based crowdfunding, una particolare forma finanziamento via web con cui più persone (la cosiddetta folla o crowd), conferiscono denaro (funding) per finanziare un progetto imprenditoriale di una start up innovativa, ricevendo in contropartita una partecipazione (equity) nella start up stessa, diventandone soci a tutti gli effetti.
L'equity crowdfunding rappresenta solo una delle forme di crowdfunding possibili, esistono infatti altri modelli molto utilizzati che vale la pena di ricordare.
Vi sono piattaforme che raccolgono donazioni per sostenere una causa o un'iniziativa senza offrire nulla in cambio (donation based) come fece, ad esempio, Barack Obama per sostenere parte della sua campagna elettorale. Esiste poi un modello, cosiddetto reward based, che prevede un premio o una specifica ricompensa non in denaro per chi finanzia un progetto (si pensi alle pellicole autoprodotte, che spesso danno la possibilità ai finanziatori di scaricare in anteprima il film nato grazie ai fondi raccolti). Si pensi poi al social lending o peer to peer lending, che altro non è se non una forma di prestito via web tra privati remunerato con il pagamento di interessi e molto spesso garantito da coperture assicurative Cpi o Ppi. Ricordiamo infine il modello royalty based, una modalità piuttosto recente che prevede per chi finanzia un'attività il poter poi beneficiare di una parte dei suoi profitti.
Gli esempi sono potenzialmente infiniti e i volumi interessati dal fenomeno sono importanti, così come la crescita stimata: nel 2012 il crowdfunding ha totalizzato 2,7 miliardi di dollari, concentrati al 95% tra Europa e Nord America. In Europa la crescita è stata del 65%, con un risultato di 945 milioni di dollari, per il 2013 la proiezione è di 5,1 miliardi di dollari. L'equity crowdfunding è ancora la modalità meno diffusa, che nel mondo pesa circa 116 milioni di dollari, con una crescita annua del 30%.
Nel nostro Paese l'equity crowdfunding è stato normato nel decreto Crescita 2.0 (D.L. n. 179 del 18.10.2012, convertito con modificazioni in L. n. 221 del 17.12.2012) che, tra le altre cose, è intervenuto sul Testo Unico della Finanza (d.l. n. 58 del 24.2.1998) inserendo i commi 5-novies e 5-decies dell'art. 1, gli artt. 50-quinquies e 100-ter, e modificando l'art. 190. Una intera sezione del decreto Crescita 2.0 (artt. da 25 a 32) è dedicata alle Misure per la nascita e lo sviluppo di imprese start up che sono poi state attuate dalla Consob con la delibera n. 1592 del 26.6.2013. Nel frattempo, la Commissione Europea ha aperto un processo di pubblica consultazione proprio dedicato al crowdfunding che si concluderà a fine anno.
La normativa italiana prevede una serie di deroghe e agevolazioni (societarie, giuslavoristiche, fiscali e fallimentari) per stimolare la nascita di start up innovative e favorire coloro che intendono finanziare tali progetti imprenditoriali. Dall'emanazione del decreto a oggi le iscrizioni delle start up innovative presso il registro speciale delle Camere di commercio hanno superato quota 1.200 ed è facile comprendere quanto questo business, ancora nuovissimo, abbia di fronte a sé una strada ancora tutta da percorrere.
Al fine di rispondere ai molti dubbi ancora aperti sul tema, il nostro Studio ha organizzato un convegno il 26 novembre a Milano, con il patrocinio della Camera di Commercio italo-germanica e con testimonial del settore, ivi incluso un rappresentante della Segreteria Tecnica del ministero dello Sviluppo Economico. Si parlerà di crowdfunding e di innovazione con precisi spunti operativi e si analizzeranno alcuni casi di maggiore successo.
Aprirsi alla globalizzazione non significa solo portare l'Italia nel mondo, significa anche portare il mondo in Italia: attrarre il capitale, finanziario ed umano, con il quale partecipare da pari alla formazione globale del valore e creare lavoro, sapere, e crescita" (Destinazione Italia - Governo Italiano).
Avv. Ab. Silvia Colombo, Studio legale Jenny.Avvocati
Proprio al fine di promuovere lo sviluppo di queste particolari società, l'Italia, per prima al mondo, ha emanato una normativa specifica in materia di equity based crowdfunding, una particolare forma finanziamento via web con cui più persone (la cosiddetta folla o crowd), conferiscono denaro (funding) per finanziare un progetto imprenditoriale di una start up innovativa, ricevendo in contropartita una partecipazione (equity) nella start up stessa, diventandone soci a tutti gli effetti.
L'equity crowdfunding rappresenta solo una delle forme di crowdfunding possibili, esistono infatti altri modelli molto utilizzati che vale la pena di ricordare.
Vi sono piattaforme che raccolgono donazioni per sostenere una causa o un'iniziativa senza offrire nulla in cambio (donation based) come fece, ad esempio, Barack Obama per sostenere parte della sua campagna elettorale. Esiste poi un modello, cosiddetto reward based, che prevede un premio o una specifica ricompensa non in denaro per chi finanzia un progetto (si pensi alle pellicole autoprodotte, che spesso danno la possibilità ai finanziatori di scaricare in anteprima il film nato grazie ai fondi raccolti). Si pensi poi al social lending o peer to peer lending, che altro non è se non una forma di prestito via web tra privati remunerato con il pagamento di interessi e molto spesso garantito da coperture assicurative Cpi o Ppi. Ricordiamo infine il modello royalty based, una modalità piuttosto recente che prevede per chi finanzia un'attività il poter poi beneficiare di una parte dei suoi profitti.
Gli esempi sono potenzialmente infiniti e i volumi interessati dal fenomeno sono importanti, così come la crescita stimata: nel 2012 il crowdfunding ha totalizzato 2,7 miliardi di dollari, concentrati al 95% tra Europa e Nord America. In Europa la crescita è stata del 65%, con un risultato di 945 milioni di dollari, per il 2013 la proiezione è di 5,1 miliardi di dollari. L'equity crowdfunding è ancora la modalità meno diffusa, che nel mondo pesa circa 116 milioni di dollari, con una crescita annua del 30%.
Nel nostro Paese l'equity crowdfunding è stato normato nel decreto Crescita 2.0 (D.L. n. 179 del 18.10.2012, convertito con modificazioni in L. n. 221 del 17.12.2012) che, tra le altre cose, è intervenuto sul Testo Unico della Finanza (d.l. n. 58 del 24.2.1998) inserendo i commi 5-novies e 5-decies dell'art. 1, gli artt. 50-quinquies e 100-ter, e modificando l'art. 190. Una intera sezione del decreto Crescita 2.0 (artt. da 25 a 32) è dedicata alle Misure per la nascita e lo sviluppo di imprese start up che sono poi state attuate dalla Consob con la delibera n. 1592 del 26.6.2013. Nel frattempo, la Commissione Europea ha aperto un processo di pubblica consultazione proprio dedicato al crowdfunding che si concluderà a fine anno.
La normativa italiana prevede una serie di deroghe e agevolazioni (societarie, giuslavoristiche, fiscali e fallimentari) per stimolare la nascita di start up innovative e favorire coloro che intendono finanziare tali progetti imprenditoriali. Dall'emanazione del decreto a oggi le iscrizioni delle start up innovative presso il registro speciale delle Camere di commercio hanno superato quota 1.200 ed è facile comprendere quanto questo business, ancora nuovissimo, abbia di fronte a sé una strada ancora tutta da percorrere.
Al fine di rispondere ai molti dubbi ancora aperti sul tema, il nostro Studio ha organizzato un convegno il 26 novembre a Milano, con il patrocinio della Camera di Commercio italo-germanica e con testimonial del settore, ivi incluso un rappresentante della Segreteria Tecnica del ministero dello Sviluppo Economico. Si parlerà di crowdfunding e di innovazione con precisi spunti operativi e si analizzeranno alcuni casi di maggiore successo.
Aprirsi alla globalizzazione non significa solo portare l'Italia nel mondo, significa anche portare il mondo in Italia: attrarre il capitale, finanziario ed umano, con il quale partecipare da pari alla formazione globale del valore e creare lavoro, sapere, e crescita" (Destinazione Italia - Governo Italiano).
Avv. Ab. Silvia Colombo, Studio legale Jenny.Avvocati
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