La Rc e gli interessi delle generazioni future
La modifica degli articoli 9 e 41 della Costituzione può portare a un cambiamento sostanziale nella valutazione della responsabilità civile. Il diritto a un ambiente salubre farà entrare per la prima volta un terzo soggetto, le generazioni future, nelle controversie
30/06/2024
Sono passati poco più di due anni da quando il Parlamento ha approvato la legge che ha modificato gli articoli 9 e 41 della Costituzione introducendo il diritto fondamentale delle persone a un ambiente naturale salubre e ponendo nuovi limiti alla libertà di iniziativa economica privata rappresentati dalla tutela alla salute e, appunto, dell’ambiente.
La riforma costituzionale ha poi introdotto una nuova categoria di soggetti sconosciuta al nostro ordinamento rappresentata dall’interesse delle generazioni future che sono destinatarie dei diritti fondamentali sopra richiamati.
La novella costituzionale modificherà nei prossimi anni in modo sostanziale la visione del diritto ancora dominante e i tre istituti del nostro diritto civile: la responsabilità civile, i contratti e la proprietà.
Eppure, la maggioranza degli studiosi di diritto civile non è ancora consapevole delle conseguenze che i novellati articoli della Costituzione avranno nella vita sociale ed economica delle persone e delle imprese.
Fa eccezione un recente libro di un giovane giurista, Andrea Proto Pisani, che ha esaminato in modo approfondito il tema della sostenibilità ambientale e delle sue ripercussioni nel mondo del diritto civile.
Mi limiterò a fare alcuni esempi concreti sui cambiamenti che si stanno già producendo nel nostro ordinamento partendo da una considerazione di fondo.
Una rivoluzione per il diritto civile
Come è stato rilevato da Ugo Mattei e Alessandra Quarta, dalla tradizione romanistica noi abbiamo ereditato una visione del diritto che vede sempre contrapposti un attore e un convenuto.
Il grande assente di questa visione è sempre stato l’interesse collettivo delle generazioni future. Ora non più.
La riforma costituzionale ci obbligherà a fare i conti con un nuovo soggetto che deve essere tutelato nelle controversie che hanno per oggetto i beni ambientali.
Ecco qualche esempio.
L’art. 844 del codice civile disciplina le immissioni immateriali ed è composto da due commi. Nel primo è stabilito che il proprietario di un fondo non può impedire le immissioni di materia ed energia, come fumi, esalazioni, rumori, calori, derivanti dal fondo del vicino se non superano la normale tollerabilità.
Ed è il giudice che deve contemperare le esigenze della produzione con quelle della proprietà.
Ebbene, la nozione di normale tollerabilità e di proprietà è destinata a mutare sempre di più nella nuova prospettiva costituzionale.
Fino a oggi l’orientamento maggioritario della giurisprudenza ha fatto prevalere gli interessi delle imprese, legittimando di fatto ogni tipo di immissione. Nei prossimi anni i giudici, valutando le ragioni della proprietà in una dimensione più ampia che coinvolge anche il bene ambientale circostante e gli interessi delle future generazioni, farà prevalere con tutta probabilità questi ultimi rispetto all’interesse delle imprese.
Nelle controversie che hanno per oggetto immissioni elettromagnetiche, ad esempio, i giudici, applicando i principi affermati dagli articoli 9 e 41 della Costituzione, con tutta probabilità riterranno intollerabili immissioni sino a oggi ritenute legittime.
Negli ultimi anni, sulla scia di quello che è accaduto in Oregon o in Olanda, sono state costituite delle associazioni che hanno come scopo statutario quello di intervenire nei giudizi civili in materia di possibili danni all’ambiente nell’esclusivo interesse delle generazioni future.
Fino a oggi la maggioranza dei giudici non ha autorizzato l’intervento di questi nuovi soggetti nelle cause civili ma è molto probabile che presto, per effetto dei nuovi principi costituzionali, tale intervento sarà autorizzato.
Sarà sicuramente una rivoluzione copernicana del nostro diritto che, come ho rilevato sopra, è stato sempre fondato solo sul conflitto tra due o più soggetti senza mai considerare l’interesse collettivo delle generazioni future ad avere un ambiente salubre.
Nel prossimo futuro, infine, come ha rilevato qualificata dottrina (Pardolesi, Franzoni) si registrerà un incremento delle azioni di classe collettive (legge n. 31/2019) nei confronti delle imprese per la tutela della salute da inquinamenti dell’aria, dell’acqua e del suolo.
E in queste future controversie, che dovrebbero avere maggiori fortune di quelle consumeristiche, un ruolo fondamentale lo avranno gli articoli 9 e 41 della Costituzione e le interpretazioni giurisprudenziali che metteranno in primo piano gli interessi delle future generazioni.
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