Insurance Trade

Nuovi scenari regolamentari per l'industria assicurativa

MIFID2, IMD2 e PRIPs. Tre normative diverse ma ispirate a un unico principio comune: la tutela del consumatore e la creazione di un mercato unico europeo. Cosa cambierà per l'industria assicurativa? Come dovranno comportarsi gli intermediari per cogliere tutte le opportunità? La risposta di MEDI, l'osservatorio europeo sulla distribuzione assicurativa

Watermark vert
Un detto anonimo dice che bisogna cambiare almeno tre abitudini all'anno per ottenere risultati fenomenali". Da qualche anno a questa parte siamo ormai abituati a repentine mutazioni di scenario. L'instabilità economica e finanziaria è, del resto, solo uno dei motori di un cambiamento profondo che va ben al di là dei nostri confini nazionali. Il mondo assicurativo non è immune a tutto questo, e i segnali di un passato che non tornerà più e di un futuro che bussa vigorosamente alla porta, si fanno sempre più evidenti. Un fronte importante è quello dell'Europa: cosa sta accadendo a livello legislativo per l'industria assicurativa? Le nuove norme in discussione a Bruxelles cambieranno davvero nel profondo la struttura dell'intermediazione assicurativa? Una voce autorevole e indipendente come quella di MEDI - l'osservatorio europeo sulla distribuzione assicurativa - può aiutarci a sbrogliare la matassa, per misurare e comprendere al meglio la portata dei cambiamenti in atto.

L'importanza di una relazione commerciale diversa
L'intermediazione finanziaria incorporerà d'ora in avanti anche le operazioni bancarie, finanziarie e assicurative. Le tre normative in questione - MIFID2, IMD2 e PRIPs - sono attualmente in discussione a Bruxelles e, anche se tra loro diverse, sono ispirate agli stessi principi e sono figlie dalla medesima dottrina. L'obiettivo principale dei nuovi regolamenti è, infatti, quello di rafforzare la tutela dei consumatori e dei risparmiatori colpiti dalla crisi, vittime anche di una cattiva vigilanza, spesso inadeguata o insufficiente. Le nuove norme intendono, inoltre, favorire la creazione di un mercato unico europeo, verso un'intermediazione sempre più transfrontaliera.

MEDI condivide lo spirito di questo nuovo corso, che ha il merito di evidenziare l'importanza delle relazioni commerciali con i risparmiatori e gli assicurati. In questo percorso legislativo il ruolo degli intermediari viene valorizzato e consolidato. Viene in particolare stabilita la maturità professionale dell'intermediario, al quale vengono attribuite nuove e importanti responsabilità, sancendo di fatto i cambiamenti iniziati nei primi anni '90, con il passaggio dal controllo del prodotto a quello della distribuzione. Quali sono, allora, gli elementi chiave che caratterizzano il nuovo scenario regolamentare?

Un equilibrio è necessario
Questo approccio è ambizioso per diverse ragioni. Prima di tutto, la nuova normativa ha l'obiettivo di estendere le regole a tutti coloro che vendono prodotti assicurativi. Gli intermediari tradizionali (agenti e broker), i dipendenti delle compagnie e delle banche, i comparatori e altri aggregatori, la vendita diretta, il canale di Internet, saranno tutti sottoposti agli stessi obblighi. Con questa proposta, le autorità dell'Unione Europea intendono quindi garantire ai consumatori lo stesso livello di protezione indipendentemente dal canale utilizzato per acquistare prodotti assicurativi. Allo stesso tempo, però, occorre incoraggiare il Consiglio ad essere efficace nell'effettuare scelte basate su un'analisi obiettiva che rispetti gli interessi tanto dei consumatori, quanto degli intermediari. Infine, è necessario chiarire la relazione tra ogni attore della distribuzione e il cliente, per giungere a un elevato e misurabile livello di trasparenza.
Quale sarà l'impatto complessivo delle nuove direttive sul mercato assicurativo? MEDI ritiene che le nuove disposizioni avranno sul sistema conseguenze positive. Tuttavia, è necessario che il legislatore faccia molta attenzione a diversi elementi che potrebbero rendere difficile la realizzazione degli obiettivi prefissati. In primis, bisogna tener presente che i prodotti offerti hanno caratteristiche e tipologie di rischio di natura diversa. L'assicurazione, da un lato, e gli investimenti finanziari, dall'altro, hanno funzioni specifiche che si riferiscono a una gestione specialistica del rischio. La legislazione ha mantenuto una rigida separazione tra le attività per ovvie ragioni prudenziali, anche se questa realtà deve essere considerata nel momento in cui l'offerta ha la caratteristica di trasversalità. Allo stesso modo le nuove norme proposte danno vita a un significativo cambiamento nell'attività commerciale. Occorre pertanto costruire delle norme strettamente necessarie, senza correre il rischio di aumentare gli oneri amministrativi.

Coinvolgere le organizzazioni professionali

E' necessario ricordare che le proposte delle direttive prevedono il ricorso alla procedura degli atti delegati. Ciò è coerente con il trattato di Lisbona e legittima la declinazione delle modalità di attuazione. Tuttavia lo stesso testo prevede che le autorità di vigilanza coinvolte siano incaricate di sviluppare norme tecniche di regolamentazione e di attuazione. Questo è nella loro missione, ma c'è un rischio insito in questo tipo di attività: l'introduzione di dispositivi virtuosi ancorché impraticabili. MEDI propone quindi che lo sviluppo di queste norme tecniche sia predisposto con le organizzazioni professionali, tramite un'azione concertata sotto la supervisione del Parlamento europeo, il quale potrà intervenire con il fine di superare le eventuali difficoltà incontrate nell'elaborazione dei termini e delle condizioni in caso di mancato accordo tra le Autorità e le controparti interessate.
In linea con il principio della centralità dei consumatori e dei risparmiatori, MEDI suggerisce quindi di effettuare ampie consultazioni coinvolgendo direttamente il mondo degli intermediari. Questo è necessario anche per favorire una graduale introduzione delle misure, che altrimenti potrebbero sconvolgere in profondità gli equilibri economici e il modello distributivo cui il progetto di legislazione è rivolto. Questo sarebbe dannoso sia per il settore, sia per gli stessi consumatori. Sul territorio sono, infatti, le piccole imprese che forniscono i servizi graditi dai clienti, ma che per la loro struttura presentano altresì una grande sensibilità ai repentini cambiamenti di scenario.
In conclusione, MEDI sottolinea l'importanza del lavoro di "armonizzazione" degli interessi in gioco, ma non nasconde un certo timore che le trasposizioni possano in qualche modo "travisare" l'impianto originario delle direttive, generando così notevoli disparità di trattamento tra i diversi Paesi. L'obiettivo generale delle nuove regolamentazioni si inserisce pertanto nella volontà delle istituzioni europee di sviluppare il mercato unico dei servizi, al di là delle molte differenze che ancora caratterizzano i mercati nazionali e i relativi modelli distributivi.

Andrea Punzi, Business Analyst Macros Consulting & MEDI (Monitoring European Distribution of Insurance

© RIPRODUZIONE RISERVATA

prips, medi, imd2,
👥

Articoli correlati

I più visti