Pensione: equilibrio trovato o sperato?
Puntare sui vantaggi fiscali, sulla education degli italiani e, in particolare per la non autosufficienza, su coperture assicurative collettive e non individuali. Così è possibile contribuire a sostenere il carente welfare del nostro Paese
18/01/2012
Si è tenuta il 13 gennaio scorso a Milano la tavola rotonda dal titolo Pensione in continuo mutamento: equilibrio trovato o sperato?". Occasione del dibattito, tenutosi presso l'auditorium di Zurich Italia, è stata la chiusura del Master di Z pension Advisor.
Alla tavola rotonda, moderata dal giornalista Marco Liera, hanno partecipato Domenico Comegna (Membro della commissione presso il ministero del Lavoro e delle politiche sociali per l'attuazione della riforma del mercato del lavoro ), Giuliano Cazzola (Deputato e vicepresidente della commissione Lavoro, componente della commissione di vigilanza sugli enti previdenziali ), Nino Savelli (professore ordinario alla Facoltà di Scienze Bancarie, Finanziarie ed Assicurative dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), e Dario Moltrasio, (Branch Manager di Zurich Life Assurance ).
Opinione comune è che la necessità dell'ultima riforma sia stata dettata da una esigenza di "fare cassa" oggi non più procrastinabile.
Dalla tavola rotonda sono emersi i grossi cambiamenti del sistema pensionistico da retributivo a contributivo, con una ulteriore accelerazione rispetto a quanto già previsto dalla riforma Dini del 1995, dalla quale restarono esclusi coloro che avevano, a quella data, più di 18 anni di servizio e che mantennero il vantaggioso metodo di calcolo retributivo (2% dello stipendio per ogni anno di lavoro).
Novità anche riguardo ai requisiti anagrafici rispetto al 2010 dove venne stabilito
di legare questi ultimi all'incremento della speranza di vita, in quanto con quest'ultima riforma viene deciso che, a partire dal 2022, l'età del pensionamento non potrà avvenire prima di 67 anni. A ciò va aggiunto un piccolo effetto benefico derivante dalla soppressione della famosa «finestra mobile» introdotta dalla manovra economica dell' estate 2010. Con l'ultima riforma quindi la pensione verrà erogata il mese successivo alla maturazione dei requisiti.
Particolare attenzione, infine, è stata rivolta alla necessità di agevolazioni fiscali per incrementare il mondo della pensione integrativa demandato al settore assicurativo privato e alla "non autosufficienza", dove l'unica soluzione resta l'obbligatorietà della copertura ed in forma collettiva e non individuale.
Secondo Dario Moltrasio è impensabile dare delle risposte alla non autosufficienza con soluzioni individuali (troppo costose e poco sentite). "E' invece necessario trovare forme di copertura assicurativa collettiva che ben si adattano a dare risposte concrete al cittadino attraverso, anche al concetto di mutualità tipico del mercato assicurativo.
Sul versante II° pilastro vi è invece una forte attenzione ai vantaggi fiscali ( deducibilità ed agevolazioni maggiori) nonché di forte "education" quale elemento portante per diffusione della cultura di prevenzione e per l'offerta di soluzioni assicurative in linea con le reali esigenze del cliente". Una decisione sulle pensioni complementari non è più rimandabile: è necessario parlare di pensione integrativa e di percorsi di risparmio (che possono durare anche 35 anni ) il cui risulta indispensabile il ruolo di un professionista ben formato che si affianchi come consulente nella definizione del "financial planning".
Alla tavola rotonda, moderata dal giornalista Marco Liera, hanno partecipato Domenico Comegna (Membro della commissione presso il ministero del Lavoro e delle politiche sociali per l'attuazione della riforma del mercato del lavoro ), Giuliano Cazzola (Deputato e vicepresidente della commissione Lavoro, componente della commissione di vigilanza sugli enti previdenziali ), Nino Savelli (professore ordinario alla Facoltà di Scienze Bancarie, Finanziarie ed Assicurative dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), e Dario Moltrasio, (Branch Manager di Zurich Life Assurance ).
Opinione comune è che la necessità dell'ultima riforma sia stata dettata da una esigenza di "fare cassa" oggi non più procrastinabile.
Dalla tavola rotonda sono emersi i grossi cambiamenti del sistema pensionistico da retributivo a contributivo, con una ulteriore accelerazione rispetto a quanto già previsto dalla riforma Dini del 1995, dalla quale restarono esclusi coloro che avevano, a quella data, più di 18 anni di servizio e che mantennero il vantaggioso metodo di calcolo retributivo (2% dello stipendio per ogni anno di lavoro).
Novità anche riguardo ai requisiti anagrafici rispetto al 2010 dove venne stabilito
di legare questi ultimi all'incremento della speranza di vita, in quanto con quest'ultima riforma viene deciso che, a partire dal 2022, l'età del pensionamento non potrà avvenire prima di 67 anni. A ciò va aggiunto un piccolo effetto benefico derivante dalla soppressione della famosa «finestra mobile» introdotta dalla manovra economica dell' estate 2010. Con l'ultima riforma quindi la pensione verrà erogata il mese successivo alla maturazione dei requisiti.
Particolare attenzione, infine, è stata rivolta alla necessità di agevolazioni fiscali per incrementare il mondo della pensione integrativa demandato al settore assicurativo privato e alla "non autosufficienza", dove l'unica soluzione resta l'obbligatorietà della copertura ed in forma collettiva e non individuale.
Secondo Dario Moltrasio è impensabile dare delle risposte alla non autosufficienza con soluzioni individuali (troppo costose e poco sentite). "E' invece necessario trovare forme di copertura assicurativa collettiva che ben si adattano a dare risposte concrete al cittadino attraverso, anche al concetto di mutualità tipico del mercato assicurativo.
Sul versante II° pilastro vi è invece una forte attenzione ai vantaggi fiscali ( deducibilità ed agevolazioni maggiori) nonché di forte "education" quale elemento portante per diffusione della cultura di prevenzione e per l'offerta di soluzioni assicurative in linea con le reali esigenze del cliente". Una decisione sulle pensioni complementari non è più rimandabile: è necessario parlare di pensione integrativa e di percorsi di risparmio (che possono durare anche 35 anni ) il cui risulta indispensabile il ruolo di un professionista ben formato che si affianchi come consulente nella definizione del "financial planning".
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