La blockchain incontra il mondo assicurativo
Una catena di informazioni che si basa sui big data e su blocchi che vengono via via approvati e certificati dalle entità che vi hanno accesso: un sistema che promette di velocizzare molti dei processi legati alla gestione della polizza
09/04/2018
Limitare il tema della blockchain al suo risvolto bitcoin può essere molto rischioso, ma soprattutto può sminuire una tecnologia e un’architettura informatica di notevole impatto per molti settori e, per quanto ci interessa oggi, per il sistema assicurativo. La tecnologia blockchain ha infatti un grande potenziale per trasformare i modelli operativi aziendali anche nel breve periodo.
Prima di tutto: di cosa si tratta in concreto? La blockchain è un registro aperto e distribuito che registra e archivia tutte le transazioni che avvengono all’interno della sua rete, eliminando definitivamente la necessità di terze parti fidate. Il nome deriva dalla sua natura distribuita: ogni nodo del network svolge un ruolo nella verifica delle informazioni, inviandole al successivo in una catena composta da blocchi, appunto la blockchain. Questo registro sfrutta, pertanto, una rete peer to peer tra un utente e l’altro. Il tutto è retto da uno o più smart contract, ovvero la rappresentazione algoritmica e cifrata di un contratto di natura civilistica che regola lo svolgimento della blockchain. Le transazioni (o le azioni imposte-previste dagli smart contract) sono sicure e criptate, distribuite sui nodi che le convalidano, inserendole nel primo blocco libero disponibile, attivando un sistema di mutuo riconoscimento e conferma, a sostegno della sicurezza della sequenza e del negozio sottostante. Il modello che ci si propone di analizzare oggi è quello di una blockchain c.d. permitted (non pubblica) dove esistono uno o più attori pre-selezionati (es. la compagnia di assicurazione) che svolgono la funzione di validatore nel network e creatore delle sue regole, e una serie di aderenti alla stessa (es. gli assicurati).
Come facilitare il processo assicurativo
Perché il mondo assicurativo dovrebbe interessarsi a tale fenomeno e magari adottarlo con una certa velocità? Perché limitarci alla c.d. black box e non guardare più avanti? Perché ci sono elementi tipici della struttura assicurativa che sono anche i punti della sua debolezza.
- L’accertamento di un elemento di attivazione (o mancata tale) di una copertura. Questo è troppo spesso oggetto di contestazione mentre la sua automatica individuazione non potrebbe che essere un valore aggiunto al sistema (e limitare le frodi ad esempio). La blockchain può consentire, al momento della determinazione dell’evento (e senza possibilità di contestazione), l’automatica esecuzione di una transazione a questo legata o dipendente.
- La riassicurazione. La gestione di detta procedura spesso vive momenti di tensione in relazione alle riserve di calcolo e all’allocazione dei rischi. Un set prefissato di accadimenti può limitare il sorgere di contestazioni e velocizzare la procedura a beneficio di tutti i player e dell’immediata allocazione del rischio assicurato.
- Le modalità di pagamento e i contratti non firmati. Il premio e la liquidazione sono ancora elementi di difficile gestione. L’introduzione di nuove modalità di pagamento, ad esempio con i mobile wallet (portafogli virtuali) che gestiscono anche i dati degli assicurati e delle loro polizze, è un prodotto di una blockchain che può risolvere molti temi. L’informatizzazione della contrattualistica, lo smart contract, limita – se non elimina – il frequente accadimento della mancata firma dei contratti (vedi, ad esempio, quando i contratti vengono firmati dopo che l’evento assicurato è già passato, ovvero in corso di esecuzione).
- I molti o troppi attori coinvolti nella stessa pratica. Vi sono spesso troppi soggetti che partecipano alla gestione dello stesso sinistro e non si parlano con la frequenza e la rapidità che invece sarebbero auspicate dal sistema. Incrementare e beneficiare dei big data permette di fare risiedere sulla blockchain dati e contenuti che solitamente non si parlerebbero con immediatezza quali, ad esempio, i dati dei sinistri, i dati medici, i report delle autorità e/o i preventivi di riparazione e gli assessment tecnici.
Gli snodi legali dello smart contract
Queste sono alcune delle possibili interazioni tra una blockchain e il modo assicurativo. Chiaramente non mancano i temi legali a questa connessi e da qui l’importanza di analizzarli compiutamente ex ante.
Lo smart contract è l’architrave che deve reggere il sistema blockchain ma anche passare il vaglio civilistico che, ad oggi, è il suo primo ed unico interlocutore. La sottoposizione di effetti del contratto a particolari condizioni deve sempre essere oggetto di attenta valutazione. Si ricorda che è nullo il contratto al quale è apposta una condizione, sospensiva o risolutiva, contraria a norme imperative, all’ordine pubblico o al buon costume. Inoltre, la condizione impossibile rende nullo il contratto se è sospensiva; se è risolutiva, si ha come non apposta. Infine, è nulla l’alienazione di un diritto o l’assunzione di un obbligo subordinata a una condizione sospensiva che la faccia dipendere dalla mera volontà dell’alienante o, rispettivamente, da quella del debitore.
La collocazione dei blocchi/nodi in Paesi o Continenti molto diversi tra loro per sistemi di diritto (common vs civil law), ovvero con tribunali non propriamente trasparenti, deve essere analizzata con grande attenzione per evitare che il sistema blockchain collassi esso stesso.
Una corretta gestione dei dati di polizza (o di evento) passa per l’analisi della titolarità e della gestione degli stessi. I temi legati all’adeguamento al Gdpr (ovvero all’adozione di model clauses per il passaggio di dati a favore di paesi extra Ue) sono chiaramente qui connessi e il trattamento del dato deve essere valutato con estrema cautela tanto quanto quello della sua retention.
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