L’emergenza ora è far ripartire l’economia
La sinergia pubblico-privato deve essere alla base anche del post-crisi. Tecnologia, prevenzione e modifica dell’offerta assicurativa sono i punti cardine, ma occorre soprattutto l’impegno della politica a sollecitare la ripresa e dell’Europa ad alleggerire regole e vincoli. Queste le principali evidenze emerse nel corso del webinar organizzato da Insurance Connect sul valore della collaborazione per superare l'emergenza e riattivare il motore del Paese
09/04/2020
Uno scenario senza precedenti richiede, ora più che mai, lo sforzo congiunto di istituzioni, compagnie, aziende e sanità. Su questo tema assicuratori e settore privato si sono confrontati ieri nel corso del webinar Il valore della collaborazione, organizzato da Insurance Connect, che è stato seguito da oltre 340 partecipanti.
L’iniziativa, ha spiegato Maria Rosa Alaggio, moderatrice dell’evento e direttore di Insurance Daily, nasce dai numerosi sforzi messi in campo nelle ultime settimane dal settore assicurativo per dare una risposta concreta alle tante e urgenti necessità che il nostro Paese ha avuto, e continua ad avere, in questa pesante fase di emergenza. Lo stesso governo ha esortato il comparto e le strutture sanitarie private affinché continuino a fornire un supporto, lasciando così intravedere l'importanza di una partnership pubblico-privato anche nel post crisi.
Una sanità indebolita
Una sinergia richiesta prima di tutto in sanità. Il sistema sanitario italiano infatti, ha spiegato Alberto Ricci, associate professor of practice presso la Sda Bocconi School of Management e coordinatore dell’Osservatorio Oasi di Cergas Bocconi, è sotto-finanziato con una spesa pubblica pari al 6,9% del Pil, a fronte del 7,5% e dell’8% rispettivamente a Regno Unito e Francia. L’Italia ha investito poco in strutture e apparecchiature e il blocco del turn over ha impedito il ricambio di personale (40mila persone in meno rispetto al 2010) favorendo l’aumento dell'età media dei professionisti. Abbiamo “un sistema indebolito” i cui segni di affaticamento sono esplosi nel momento in cui è arrivato il coronavirus.
Nonostante le difficoltà l’intervento sanitario è stato rapido proprio grazie allo sforzo congiunto di tutti gli operatori e ora, nel post emergenza, sarà necessaria una maggiore integrazione tra mondo pubblico e privato che consenta anche di formulare offerte non commerciali di vicinanza al cliente per venire incontro alle minori risorse dei cittadini da destinare alle coperture assicurative.
La risposta immediata delle assicurazioni
Sul valore della collaborazione ha posto l’attenzione Umberto Guidoni, responsabile della divisione business di Ania e segretario generale della Fondazione Ania, che ha sottolineato la capacità dimostrata dal comparto assicurativo di dare una “risposta immediata, a tutti i livelli”: ai propri dipendenti, attivando da subito lo smart working; agli agenti che le compagnie intendono sostenere con ogni mezzo per l’importante lavoro svolto sul territorio; agli assicurati con l’estensione delle garanzie di polizze, quali il riconoscimento di una diaria a chi si trova in isolamento o in terapia intensiva e alle aziende a garanzia della business continuity.
Ma il valore della collaborazione è stato esteso anche ad altri fronti. Il comparto, ha spiegato Guidoni, si è adoperato per tutelare strutture sanitarie e personale medico da “alcuni appetiti ingiustificati e poco dignitosi” che volevano lucrare su ipotetiche denunce contro gli operatori sanitari: “per rendere le strutture più snelle e i medici più tranquilli di operare” ci siamo impegnati nella modifica dei protocolli sanitari in situazioni di emergenza, limitando la possibilità di contenzioso per malpractice al solo “caso di colpa gravissima o di dolo”; a questo si è poi aggiunta l’azione dell’ordine degli avvocati che ha previsto sanzioni per gli avvocati che assisteranno eventuali querelanti in questa fase.
Non è tutto. Le collaborazioni si sono espresse anche sotto forma di sostegno al sistema sanitario: l’Ania ha donato due milioni di euro attraverso la Protezione Civile da destinare alla sanità, e il comparto ha messo a disposizione 32mila posti letto per sgravare il sistema pubblico, dimostrando che il privato non vuole sostituirsi al pubblico, ma supportarlo ancora di più nella fase di post emergenza. Per farlo, però, Guidoni ha avvertito che è necessario “operare secondo una logica di modello catastrofale” secondo cui il settore assicurativo coadiuvi lo Stato utilizzando un pool per l’emergenza.
La sinergia che salva le vite
Un altro esempio di collaborazione arriva da Sapio, azienda italiana che opera nel settore dei gas tecnici, medicinali e nell’assistenza domiciliare e che ha svolto, in questa fase di crisi, un ruolo cruciale nella fornitura di ossigeno a strutture sanitarie e pazienti domiciliati. “Siamo in prima linea”, ha confermato Maurizio Colombo, vice presidente del gruppo Sapio, che si è adoperato per la riattivazione di strutture sanitarie e la creazione di interi reparti di terapia intensiva, facendosi promotore insieme all’ad di Allianz Italia, Giacomo Campora, di una sinergia che ha consentito di adibire gli spazi della Fiera di Milano a struttura sanitaria donando impianti e molecole di ossigeno.
Un’azione di solidarietà che ora deve continuare nel superamento dell’emergenza. È necessario “aumentare il numero di polizze – ha avvertito Colombo – per aiutare le compagnie a fornire prodotti che integrino un Ssn ormai non più sostenibile”. Uno stimolo potrebbe arrivare dalla stipula, da parte dei datori di lavori, di polizze, non annuali ma triennali, per i propri dipendenti.
Offerta, tecnologia, prevenzione
Parlando di offerta, secondo Vittorio Verdone, direttore corporate communication & media relation del gruppo Unipol, l’evoluzione, lato compagnie, è già iniziata e dovrà rispondere alle nuove esigenze della quotidianità e all’impatto della crisi economica; molto importante sarà anche il ricorso alla tecnologia (telemedicina, teleassistenza e teleconsulto), così come la prevenzione, essenziale per ridurre il costo della sanità e su cui l’Ania lavora da sempre sul territorio per sensibilizzare i consumatori sui corretti stili di vita.
L’Ue allenti le regole!
Ma quello che è richiesto a gran voce è l’attenzione all’economia generale del Paese e al sistema europeo delle regole. “Servono interventi subito, ha avvertito Verdone, con riferimento alla sospirata “iniezione di liquidità portentosa” da parte dell'Ue senza la quale “non si può fare molto”.
E servono politiche keynesiane per la ripresa del Paese, ha aggiunto Guidoni, su cui il comparto assicurativo “continuerà a giocare un importante ruolo di investitore istituzionale”, sempreché l’Europa allenti i vincoli. “Bisogna rivedere il grande peso delle regole amministrative”, ha confermato il dirigente Unipol domandosi “quale può essere il senso di Solvency II in un momento in cui il mondo sta cambiando”: una normativa giudicata anche da Guidoni come “fuori dal mondo” in un momento così drammatico.
La ripresa dunque passa per queste due direttrici: la collaborazione pubblico-privato e la ripresa del sistema economico. Sul primo punto gli attori hanno dimostrato di saper agire in sinergia e con efficienza. Resta ora da vedere quali saranno le azioni messe in campo dal governo per far ripartire l’economia e soprattutto quali aiuti in termini di liquidità e flessibilità potranno giungere dall’Europa. Da qui dipende il futuro del Paese.
Per rivedere la registrazione del webinar clicca su questo link: https://zoom.us/rec/share/6_d7bJ3S9UBLEq_L7mbVR5MsJ4D6X6a81CYY-_sOnxqtSN3qtUS-uvIfv-oFWoUW
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