Rc auto, una polizza per una nuova mobilità
Al convegno organizzato da Insurance Connect, il mercato si è confrontato con la concretezza del presente e le dinamiche che porteranno a un inedito modo di muoversi all’interno delle smart city. In una continua dicotomia tra personalizzazione e mutualità
09/11/2018
Oltre 230 persone hanno partecipato all’annuale convegno sull’Rc auto,
organizzato al Palazzo delle Stelline di Milano da Insurance Connect,
editore di questa testata. Parlare di Rca oggi è molto diverso da quando
se ne discuteva appena tre o quattro anni fa: al centro del dibattito
non c’è più, o c’è solo parzialmente, il prezzo; la polizza è diventata
qualcosa di più di un semplice tagliandino (che peraltro non esiste più)
ed è spesso la chiave di accesso a una serie più o meno ampia di
servizi connessi; sono entrati nel lessico comune termini come sharing
mobility, smart city, telematics e persino cyber risk. Ma alcune
questioni restano: l’impatto delle frodi sul mercato, le norme sempre
più coercitive e l’eterna questione dei costi che grava ancora sui
premi. In ballo ci sono quindi due concetti fondamentali:
personalizzazione dell’offerta, parcellizzazione del rischio, senza
abdicare alla mutualità, principio su cui, nonostante tutto, si fonda
ancora il sistema.
ASSICURARE LA MOBILITÀ
Nel corso della giornata, interamente gestita da Maria Rosa Alaggio, direttore di Insurance Trade, sono state approfondite tutte queste tematiche, che stanno influenzando, e lo faranno sempre di più, il segmento Rc auto, un mercato, è bene sempre ricordarlo, che è costantemente in contrazione. In apertura è stato quindi Marco Lanzoni, responsabile mercato finanza di Scs Consulting, a mettere a fuoco le varie tendenze e linee evolutive del settore, in uno scenario ormai fortemente influenzato dalla tecnologia e dall’evoluzione della mobilità. Il mobility divide è diventato, ha spiegato, una discriminante di business: il 68% della popolazione mondiale vivrà in megalopoli entro 30 anni e si svilupperanno (già oggi si intravedono) nuove logiche di intermobilità, in cui i mezzi di locomozione saranno intesi come servizi e non come cose da possedere. Eppure, ci sono molti più pendolari che in passato: le compagnie devono lavorare in una logica di differenziazione di business, cambiando il paradigma, assicurando il concetto di mobilità e non lo strumento che si usa.
LE DIFFICOLTÀ DELLA BLACK BOX
La necessità di un mercato sempre più parcellizzato, dematerializzato e fluido è spesso in contrasto con i rigori delle norme: ecco quindi che il rischio di uno iato sempre più ampio tra operatori e regolatore si alza all’aumentare della necessità di personalizzazione dell’offerta. Antonio De Pascalis, capo del servizio studi e gestione dati di Ivass, ha dovuto affrontare anche questi temi, durante l’intervista che ha preso le mosse dalle novità regolamentari degli sconti obbligatori, dell’attestato di rischio dinamico e della riforma delle classi di conversione universale. Molti nodi restano ancora da sciogliere, come ha spiegato Umberto Guidoni, responsabile del servizio auto di Ania, anch’egli intervistato durante la mattinata. In questo scenario, è la scatola nera a uscire sconfitta da questa tornata normativa: secondo l’Ania, la norma ha bloccato un mercato che invece andava a gonfie vele. Siamo, del resto, in una fase di discesa del ciclo assicurativo, ha ricordato Guidoni, con combined ratio medio vicino a 100. È necessario che s’intervenga strutturalmente per evitare un inevitabile rialzo dei prezzi.
INNOVAZIONE E RIGORE TECNICO
Tornando a immaginare come potrebbe essere la mobilità del futuro, Francesco Leali, coordinatore del progetto Masa (Automotive smart area) dell’Università di Modena e Reggio Emilia, ha parlato di come l’ateneo della motor valley italiana sia considerato un punto di riferimento sullo studio della smart mobility. Il progetto pubblico-privato si basa su un’area di sperimentazione di veicoli connessi e autonomi: due temi separati dal punto di vista della ricerca ma che, nella pratica industriale, troveranno una convergenza. L’idea è di costruire uno spazio cittadino sempre collegato a un sistema di guida autonoma. Sul tema, anche Giacomo Lovati, ad di Alfa Evolution Technology, di Pronto Assistance Servizi, di Linear e direttore insurance e telematic services di UnipolSai, ha tracciato le sfide della mobilità di domani, delineando le caratteristiche della nuova polizza Rc auto, in cui i sistemi connessi saranno fondamentali per conoscere il cliente, proteggerlo e fornirgli servizi personalizzati. A chiusura della mattinata, spazio ancora alle compagnie, in un confronto fra Daniela D’Agostino, responsabile prodotti e tariffe auto di UnipolSai, Roberto Serena, responsabile flotte auto di Generali Italia, e un’introduzione di Maurizio Hazan, managing partner dello studio legale Taurini-Hazan. In questo momento, le compagnie sono strette tra le spinte dell’innovazione e la ricerca di rigore tecnico: la sfida è far in modo che la prima sia al servizio del secondo.
LA PROPRIETÀ È PASSATA DI MODA
ANTIFRODE, LA PARTNERSHIP VIRTUOSA TRA PROCURE E COMPAGNIE
Un convegno sull’Rc auto, ovviamente, non poteva tralasciare uno dei nodi più spinosi, quello della lotta alle frodi. Se n’è discusso in due diverse tavole rotonde. La prima è stata focalizzata sui protocolli di azione sottoscritti tra le compagnie, l’Ania e alcune Procure della Repubblica per mettere a fattor comune le forze nell’individuazione dei fenomeni criminali. Ne hanno parlato Carlo Caponcello, avvocato generale presso la Procura generale di Catania; Luigi Tambone, fiduciario e avvocato dello studio legale Tambone, e Massimo Treffiletti, dirigente responsabile servizio Card, accordi associativi e antifrode di Ania. I protocolli sono veri e propri strumenti operativi, fatti di regole pratiche per agire e intervenire sinergicamente. Servono per amplificare e ottimizzare sia il lavoro delle compagnie, che registrano le truffe e che sono in possesso di dati e informazioni molto importanti per l’autorità giudiziaria, sia il lavoro della medesima autorità giudiziaria, che è titolare delle indagini e che ha gli strumenti e le risorse per intervenire.
UN SIGNIFICATIVO RISPARMIO PER LE COMPAGNIE
Le frodi assicurative rappresentano non solo un fenomeno sociale grave, ma anche un cantiere importante per le compagnie che porta a sviluppare iniziative che aiutano a risparmiare sui costi e anche sulla redditività del segmento. Ne hanno discusso Luca De Lorenzo, responsabile antifrode di Amissima Assicurazioni, Lorenzo Fiori, responsabile antifrode aree speciali di Reale Group, e Gaetano Occorsio, direttore sinistri di Sara Assicurazioni. Gli intervenuti hanno concordato sull’importanza dell’acquisizione dei dati dalle black box in chiave antifrode, sebbene il fronte di indagine si potrebbe anche allargare ad altre fonti di raccolta dati (social network): qui, tuttavia, ci sono ancora grossi limiti imposti dalle normative. Significativi, inoltre, i risparmi che l’attività antifrode ha portato alle compagnie nell’ultimo anno: si va dai 2,2 milioni di euro di Amissima ai quattro milioni di Sara, fino ad arrivare ai 13 milioni di Reale Group.
La sfida del settore nei
prossimi tempi è quella, quindi, di riuscire a tenere tutto insieme:
mutualità e personalizzazione, capacità di fornire un servizio di
qualità e trasparenza nei confronti del cliente, in un mondo che sta
cambiando molto velocemente, e in cui ci sono molte opportunità da
cogliere, soprattutto nell’operatività e nella qualità della gestione
sinistri. Un segno dell’evoluzione delle compagnie su questo fronte è il
progetto Ania Cares, che fornisce assistenza psicologica alle vittime
d’incidenti stradali e ai loro familiari. Anche di questo si è parlato
nella tavola rotonda conclusiva, in cui sono intervenuti, oltre al già
citato Treffiletti, Nicola Bajona, head of express & direct claims
di Zurich Italia, Barbara Buralli, direttore sinistri di Intesa Sanpaolo
Assicura, Alberto Guidi, chief claim officer di Cattolica
Assicurazioni, Ferdinando Scoa, direttore sinistri di Assimoco e Dario
Vullo, direttore sinistri di Verti.
ASSICURARE LA MOBILITÀ
Nel corso della giornata, interamente gestita da Maria Rosa Alaggio, direttore di Insurance Trade, sono state approfondite tutte queste tematiche, che stanno influenzando, e lo faranno sempre di più, il segmento Rc auto, un mercato, è bene sempre ricordarlo, che è costantemente in contrazione. In apertura è stato quindi Marco Lanzoni, responsabile mercato finanza di Scs Consulting, a mettere a fuoco le varie tendenze e linee evolutive del settore, in uno scenario ormai fortemente influenzato dalla tecnologia e dall’evoluzione della mobilità. Il mobility divide è diventato, ha spiegato, una discriminante di business: il 68% della popolazione mondiale vivrà in megalopoli entro 30 anni e si svilupperanno (già oggi si intravedono) nuove logiche di intermobilità, in cui i mezzi di locomozione saranno intesi come servizi e non come cose da possedere. Eppure, ci sono molti più pendolari che in passato: le compagnie devono lavorare in una logica di differenziazione di business, cambiando il paradigma, assicurando il concetto di mobilità e non lo strumento che si usa.
LE DIFFICOLTÀ DELLA BLACK BOX
La necessità di un mercato sempre più parcellizzato, dematerializzato e fluido è spesso in contrasto con i rigori delle norme: ecco quindi che il rischio di uno iato sempre più ampio tra operatori e regolatore si alza all’aumentare della necessità di personalizzazione dell’offerta. Antonio De Pascalis, capo del servizio studi e gestione dati di Ivass, ha dovuto affrontare anche questi temi, durante l’intervista che ha preso le mosse dalle novità regolamentari degli sconti obbligatori, dell’attestato di rischio dinamico e della riforma delle classi di conversione universale. Molti nodi restano ancora da sciogliere, come ha spiegato Umberto Guidoni, responsabile del servizio auto di Ania, anch’egli intervistato durante la mattinata. In questo scenario, è la scatola nera a uscire sconfitta da questa tornata normativa: secondo l’Ania, la norma ha bloccato un mercato che invece andava a gonfie vele. Siamo, del resto, in una fase di discesa del ciclo assicurativo, ha ricordato Guidoni, con combined ratio medio vicino a 100. È necessario che s’intervenga strutturalmente per evitare un inevitabile rialzo dei prezzi.
INNOVAZIONE E RIGORE TECNICO
Tornando a immaginare come potrebbe essere la mobilità del futuro, Francesco Leali, coordinatore del progetto Masa (Automotive smart area) dell’Università di Modena e Reggio Emilia, ha parlato di come l’ateneo della motor valley italiana sia considerato un punto di riferimento sullo studio della smart mobility. Il progetto pubblico-privato si basa su un’area di sperimentazione di veicoli connessi e autonomi: due temi separati dal punto di vista della ricerca ma che, nella pratica industriale, troveranno una convergenza. L’idea è di costruire uno spazio cittadino sempre collegato a un sistema di guida autonoma. Sul tema, anche Giacomo Lovati, ad di Alfa Evolution Technology, di Pronto Assistance Servizi, di Linear e direttore insurance e telematic services di UnipolSai, ha tracciato le sfide della mobilità di domani, delineando le caratteristiche della nuova polizza Rc auto, in cui i sistemi connessi saranno fondamentali per conoscere il cliente, proteggerlo e fornirgli servizi personalizzati. A chiusura della mattinata, spazio ancora alle compagnie, in un confronto fra Daniela D’Agostino, responsabile prodotti e tariffe auto di UnipolSai, Roberto Serena, responsabile flotte auto di Generali Italia, e un’introduzione di Maurizio Hazan, managing partner dello studio legale Taurini-Hazan. In questo momento, le compagnie sono strette tra le spinte dell’innovazione e la ricerca di rigore tecnico: la sfida è far in modo che la prima sia al servizio del secondo.
LA PROPRIETÀ È PASSATA DI MODA
Nel pomeriggio si
è tornati ad approfondire le nuove dinamiche sociali e di consumo, in
primis quelle legate all’economia della condivisione, di cui hanno
parlato Giuseppe Benincasa, segretario generale di Aniasa, e Paola Corna
Pellegrini, ad e dg di Allianz Partners in Italia. L’auto è sempre meno
uno status symbol. Il centro studi Promotor ha rilevato che ogni anno
un cittadino italiano spende in media 4.000 euro per mantenere la
propria vettura. In questo contesto, il car sharing sta trovando ampio
spazio: un suo utilizzo capillare renderà la copertura assicurativa
sempre più personale e sempre meno legata al mezzo. Il concetto, ancora,
è quello di assicurare la mobilità, a prescindere da come viaggi la
persona.
DRIVERLESS CAR, UN NUOVO ECOSISTEMA DI RISCHI
Del resto, le vetture non sono più solo carrozzeria, telaio e
motore: oggi l’elettronica e le dotazioni tecnologiche sono
determinanti. La prospettiva è quella della guida autonoma, di cui ha
parlato Umberto Rapetto, ex generale della Guardia di Finanza e cyber
security advisor, che ha tracciato un quadro su un tema molto complesso e
che impone l’adozione di misure di sicurezza adeguate, considerando
l’intreccio con le normative vigenti, in primis quelle a tutela della
privacy. Non solo: si innesta anche il gioco non facile
dell’accertamento delle responsabilità. Chi deve essere chiamato in
causa quando un’auto senza pilota causa un sinistro? Il produttore
dell’auto, chi ha progettato il software, chi ha concepito il sistema,
chi ha ideato gli eventuali aggiornamenti, l’ente certificatore o
l’utente finale? Il dibattito è aperto e procede nell’ambito della
roboetica.
ANTIFRODE, LA PARTNERSHIP VIRTUOSA TRA PROCURE E COMPAGNIE
Un convegno sull’Rc auto, ovviamente, non poteva tralasciare uno dei nodi più spinosi, quello della lotta alle frodi. Se n’è discusso in due diverse tavole rotonde. La prima è stata focalizzata sui protocolli di azione sottoscritti tra le compagnie, l’Ania e alcune Procure della Repubblica per mettere a fattor comune le forze nell’individuazione dei fenomeni criminali. Ne hanno parlato Carlo Caponcello, avvocato generale presso la Procura generale di Catania; Luigi Tambone, fiduciario e avvocato dello studio legale Tambone, e Massimo Treffiletti, dirigente responsabile servizio Card, accordi associativi e antifrode di Ania. I protocolli sono veri e propri strumenti operativi, fatti di regole pratiche per agire e intervenire sinergicamente. Servono per amplificare e ottimizzare sia il lavoro delle compagnie, che registrano le truffe e che sono in possesso di dati e informazioni molto importanti per l’autorità giudiziaria, sia il lavoro della medesima autorità giudiziaria, che è titolare delle indagini e che ha gli strumenti e le risorse per intervenire.
UN SIGNIFICATIVO RISPARMIO PER LE COMPAGNIE
Le frodi assicurative rappresentano non solo un fenomeno sociale grave, ma anche un cantiere importante per le compagnie che porta a sviluppare iniziative che aiutano a risparmiare sui costi e anche sulla redditività del segmento. Ne hanno discusso Luca De Lorenzo, responsabile antifrode di Amissima Assicurazioni, Lorenzo Fiori, responsabile antifrode aree speciali di Reale Group, e Gaetano Occorsio, direttore sinistri di Sara Assicurazioni. Gli intervenuti hanno concordato sull’importanza dell’acquisizione dei dati dalle black box in chiave antifrode, sebbene il fronte di indagine si potrebbe anche allargare ad altre fonti di raccolta dati (social network): qui, tuttavia, ci sono ancora grossi limiti imposti dalle normative. Significativi, inoltre, i risparmi che l’attività antifrode ha portato alle compagnie nell’ultimo anno: si va dai 2,2 milioni di euro di Amissima ai quattro milioni di Sara, fino ad arrivare ai 13 milioni di Reale Group.
L’EVOLUZIONE DELLA GESTIONE SINISTRI
Come sempre, il convegno è
stato reso possibile anche grazie all’aiuto degli sponsor, alcuni dei
quali hanno presentato le proprie case history durante la giornata. Un
ringraziamento per la presenza e il contributo va quindi a Alessandra
Girardo ceo di Kubris, centro di innovazione di Kirey Group; Massimo
Braga, vice direttore generale di LoJack; Michele Latronico, sales area
manager di Glassdrive, Antonello Zitelli, responsabile comunicazione e
formazione di Sogesa. Grazie infine ad Afi Esca, Aon, ItalClaim, Kube
Partners, Msa Multiserass, Sia, Solera Italia e Rgi.
Tutti i video del
convegno e le presentazioni dei relatori saranno pubblicati nelle
prossime settimane su www.insurancetrade. it, mentre sul numero di
dicembre di Insurance Review ci sarà un ampio resoconto di tutti gli interventi e delle tavole rotonde.
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