Guerra in Generali, esposto urgente in Consob contro Caltagirone e Cirinà
Il cda si è rivolto all'Autorità in seguito a “dichiarazioni infondate e diffamatorie” riportate in alcune interviste da parte dell'ex vicepresidente e del candidato ceo della sua lista
La guerra per il controllo di Generali si fa sempre più aspra. Il cda di Generali è tornato a rivolgersi alla Consob attraverso un esposto urgente, depositato ieri e riguardante “dichiarazioni infondate e diffamatorie riportate in un’intervista al dott. Luciano Cirinà pubblicata sul quotidiano La Stampa e su altri quotidiani il 13 aprile 2022, che seguono quelle altrettanto gravi rilasciate dall’ing. Francesco Gaetano Caltagirone al Sole 24 Ore il 25 marzo scorso”, si legge in una nota del Leone di Trieste.
L’esposto del board di Generali ha chiesto alla Consob “di esercitare urgentemente i propri poteri, in relazione alla informativa sulle società quotate e alla liceità dell’attività di sollecitazione di deleghe per le votazioni in occasione della prossima assemblea degli azionisti di Generali che si terrà il prossimo 29 aprile 2022. Le norme regolamentari vigenti – prosegue la nota del Leone di Trieste – impongono infatti che la sollecitazione di deleghe sia ispirata a diligenza, correttezza e trasparenza”.
Non solo. Generali ha deciso anche di rivolgersi alle autorità giudiziarie penali e civili “perché siano sanzionati i comportamenti da chiunque illecitamente tenuti”, in quanto, spiega il board, ci si troverebbe di fronte a gravi “violazioni degli obblighi di correttezza nell’informativa posti a tutela degli azionisti, degli investitori e del mercato, che minacciano di alterare le dinamiche di mercato e la corretta determinazione del voto in assemblea”.
Il comunicato non specifica quali siano i passaggi delle interviste menzionate su cui si basa l’esposto. Ma alla base potrebbero esserci alcune specifiche dichiarazioni riguardanti la lista del cda. Ad esempio, nell’intervista a La Stampa del 13 aprile, Cirinà, candidato ceo per la lista di Caltagirone, rispondeva così a una domanda sul perché i proxy advisor avessero consigliato ai fondi di votare per la lista di Donnet: “hanno creduto di aver davanti la lista del consiglio, ma hanno preso una gigantesca cantonata: quella è la lista di Mediobanca. Si sono bevuti l’altra versione”. In altro passaggio, alla domanda sul perché, quando era uno dei tre dirigenti apicali del gruppo non avesse mai fatto presente le proprie perplessità a Donnet, Cirinà ha affermato che “in Generali non c’è una grande cultura della discussione. Anzi: è abbastanza limitata”.
L’esposto del board di Generali ha chiesto alla Consob “di esercitare urgentemente i propri poteri, in relazione alla informativa sulle società quotate e alla liceità dell’attività di sollecitazione di deleghe per le votazioni in occasione della prossima assemblea degli azionisti di Generali che si terrà il prossimo 29 aprile 2022. Le norme regolamentari vigenti – prosegue la nota del Leone di Trieste – impongono infatti che la sollecitazione di deleghe sia ispirata a diligenza, correttezza e trasparenza”.
Non solo. Generali ha deciso anche di rivolgersi alle autorità giudiziarie penali e civili “perché siano sanzionati i comportamenti da chiunque illecitamente tenuti”, in quanto, spiega il board, ci si troverebbe di fronte a gravi “violazioni degli obblighi di correttezza nell’informativa posti a tutela degli azionisti, degli investitori e del mercato, che minacciano di alterare le dinamiche di mercato e la corretta determinazione del voto in assemblea”.
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