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Generali, per le Pmi europee la sostenibilità resta un valore

Quarta edizione per Sme EnterPrize, l'iniziativa del gruppo di Trieste che indaga i trend sull'adozione dei principi Esg e il sentiment delle imprese rispetto ai rischi climatici e ambientali

Generali, per le Pmi europee la sostenibilità resta un valore
Giù il sipario sulla quarta edizione di Sme EnterPrize, l’iniziativa di Generali sviluppata per promuovere la cultura della sostenibilità tra le Pmi europee e con lo scopo di valorizzarne il business, renderle più forti e consapevoli del loro ruolo nella comunità. L’evento di chiusura si è tenuto a Bruxelles, con il patrocinio della presidenza polacca del Consiglio dell’Unione Europea e la partecipazione di rappresentanti del mondo accademico e del top management di Generali.  

In occasione dell’iniziativa, Generali ha redatto un white paper sulla base del confronto con 1.260 Pmi di tutta Europa che dimostra “la resilienza delle Pmi europee nel loro percorso di transizione sostenibile”, sottolineano dal Leone di Trieste, ma che evidenzia al contempo le aree che richiedono un supporto specifico. La ricerca rivela quindi un “consolidamento nell’adozione delle pratiche Esg”, con un tasso sviluppo al 44%, particolarmente significativo se si considerano le sfide crescenti cui sono sottoposte le medie e le piccole imprese in Europa e il livello del 2020 che era pari al 34%.  

La sostenibilità rimane un valore solido nonostante i benefici non siano sempre percepiti con continuità: comunque, ben l’83% delle Pmi intervistate segnala impatti ambientali migliori. Circa il 75% dichiara un aumento della soddisfazione dei dipendenti e dei clienti, mentre il 67% parla di miglioramenti nel proprio vantaggio competitivo. 
I maggiori progressi, tuttavia, si osservano in campo finanziario, con il 63% delle imprese che fa segnare migliori condizioni di credito, con un aumento dell’8% rispetto al 2023. 

Le sfide più complesse riguardano l’adozione delle pratiche di sostenibilità. Tra le aree che richiedono maggiore attenzione, dicono le Pmi, ci sono la mancanza di incentivi pubblici (54%), il gap nel supporto istituzionale (53%) e l’accesso limitato alla finanza sostenibile (53%)
Per quanto riguarda la cosiddetta “resilienza climatica”, la consapevolezza del rischio varia notevolmente: le aziende definite dalla ricerca “leader nella sostenibilità” dimostrano di riconoscere l’importanza del rischio climatico nel 69% dei casi, un valore più alto della media. 
La volatilità dei prezzi è la preoccupazione principale legata al clima (47%), mentre le imprese prediligono risposte “più operative” rispetto a soluzioni strategiche più complesse, come l’approvvigionamento locale (33%) e l’adozione di energie rinnovabili (27%).

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