Insurance Trade

Adusbef e piccoli azionisti, commissariare Fonsai

Lannutti: fusione con Unipol? Beffa finale

Watermark 16 9
Porre Fonsai in amministrazione controllata e coinvolgere anche i Controllori del mercato che negli anni non hanno vigilato. E' quanto chiedono i consumatori attraverso l'Adusbef e gli azionisti di risparmio per bocca del rappresentante del 5% Gianfranco D'Atri, intervistati dall'Adnkronos. Secondo Lannutti di Adusbef e D'Atri è anche necessario portare il caso Fonsai in Parlamento perché sull'accusa di falso in bilancio c'è qualcuno oltre i vertici della società che non ha vigilato. Ma c'è di più, l'Adusbef ritiene una beffa" la fusione con Unipol. "Chiediamo di commissariare Fonsai - ha detto Lannutti - per evitare al danno la beffa con la fusione Unipol". Solo questo consentirebbe di mettere al riparo, secondo i l'associazione, l'intero patrimonio della società. Secondo l'Adusbef i piccoli risparmiatori avrebbero già perso il 97% dei loro investimenti in Fonsai.

"Gli arresti - ha rincarato la dose D'Atri - mostrano la punta di un iceberg su cui c'è il dovere di indagare: non sono cinque o sette le persone che hanno fatto questo". I due addossano le responsabilità a chi ha avallato o non vigilato sul bilancio 2010: gli ex vertici, il collegio sindacale, "la Consob, che aveva il dovere di vigilare sulla correttezza e congruità dei bilanci". Ma dalle accuse di D'Atri non si salva nessuno: soprattutto i grandi creditori, Unicredit e Mediobanca, che, secondo alcune ricostruzioni, hanno architettato in prima linea la fusione con Unipol. "I bilanci - ha evidenziato D'Atri - sono approvati dai cda in cui ci sono persone espressione anche di Mediobanca e Unicredit. C' è una responsabilità più ampia che non esclude neanche la Consob, visto che sui bilanci pubblici di una società quotata deve vigilare. Un tema nazionale, di governo, su cui occorre fare chiarezza". 

Adusbef e i piccoli risparmiatori lamentano anche che, nonostante Fonsai sia indagata in quanto ente responsabile, non ci sia stato "un comunicato per spiegare che la società è al riparo da ogni eventuale rischio". L'associazione è quindi pronta ad agire con una class action: tanti piccoli risparmiatori sono intenzionati a costituirsi parte civile "contro i Ligresti ma anche verso chi accende i fari, ma li punta nella direzione sbagliata. La magistratura dovrà stabilire a chi appartengono le responsabilità del falso in bilancio", ha concluso D'Atri.

Un'altra voce fuori dal coro è quella di Salvatore Bragantini, ex commissario Consob ed ex consigliere indipendente di Fonsai. "Non mi pareva giusto - ha detto Bragantini sempre all'Adnkronos - che Mediobanca e Unicredit stessero imponendo le loro ragioni di creditori senza sufficiente considerazione degli interessi degli altri stakeholder, e a mio parere bisognava prima di accettare un matrimonio su basi penalizzanti come quello proposto da Unipol, verificare fino in fondo la percorribilita' di un'offerta alternativa, come quella proposta da Sator e Palladio". 

Il suo fu l'unico voto contrario all'integrazione, non perché contestasse le necessità di ripatrimonializzare Fonsai, ma perché nessuno ha mai voluto cercare di massimizzare gli interessi di Fonsai e di tutti i suoi stakeholder, "cercando un compratore al di fuori dall'universo delimitato da Mediobanca e Unicredit". 
Bragantini non ha mai nascosto i suoi dubbi su Unipol, motivandoli con "l'enorme quantità di titoli strutturati complessi, illiquidi e a lunghissima scadenza presenti nei suoi bilanci". Nonostante tutto, il consigliere indicato a suo tempo da Sator, il fondo di Matteo Arpe, ritiene che la fusione avrà "la sua validità industriale, perché si taglieranno costi di lavoro centrali in abbondanza", ma certamente "non ne deriverà un aumento della concorrenza".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Articoli correlati

I più visti