Fonsai, soci risparmio verso azione legale contro aumento di capitale
Intanto il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota e la Provincia di Torino chiedono un incontro con l'ad di Unipol Carlo Cimbri, per arginare gli effetti della fusione sui livelli occupazionali del territorio. I sindacati temono la chiusura della sede del capoluogo e un totale di 1500 esuberi
04/03/2013
Il rappresentante degli azionisti di risparmio di classe A di Fonsai, Dario Trevisan, propone di bocciare le deliberazioni dell'assemblea del giugno scorso, inclusa quella sull'aumento di capitale da 1,1 miliardi di euro. Chiederà ufficialmente all'assemblea straordinaria dei soci di risparmio che si terrà il 23, 24 e 25 marzo di avviare azioni legali per far "rimuovere e/o dichiarare inefficaci" gli effetti delle decisioni prese a giugno. Lo si legge nella relazione dello stesso Trevisan.
Nella relazione che porterà in assemblea, Trevisan evidenzia che i diritti patrimoniali della categoria "sono venuti a modificarsi in termini assoluti e in misura rilevante, con la conseguenza, per gli stessi azionisti di trovarsi a concorrere a una diversa ripartizione dell'utile che vi sarebbe stata in assenza di tali modifiche".
I soci di risparmio A ritengono di essere stati penalizzati "ulteriormente rispetto a quella provocata in sé dall'aumento di capitale". Trevisan quindi opterebbe di bocciare le proposte, sull'aumento di capitale, sull'annullamento del valore nominale e il raggruppamento delle azioni e sulla modifica di diversi articoli dello statuto, incluso quello sulla ripartizione degli utili. Se i soci di risparmio dovessero seguire il parere del loro rappresentante il successivo punto all'ordine del giorno dell'assemblea prevede di deliberare sull'impugnativa, anche parziale delle decisioni di giugno in quanto "inopponibili" agli azionisti di risparmio "e, come tali, inefficaci".
E' evidente secondo Trevisan "una carenza di potere della società a disporre di diritti''altrui'", che verrebbe rimossa "solo dal sopraggiungere dell'approvazione dell'assemblea speciale". Il rappresentante comune infine ritiene "opportuno impugnare e/o contestare" gli effetti delle delibere e "affidare un incarico professionale a uno studio legale e/o a un advisor" per porre in essere tutte le iniziative e azioni legali necessarie per "rimuovere e/o dichiarare inefficaci gli effetti delle deliberazioni" di giugno.
Al momento permangono incertezze sia sul mantenimento della sede di Torino della capogruppo Fonsai, sia sul reale "dimagrimento" a cui saranno sottoposti i colletti bianchi delle compagnie coinvolte. Il piano dovrebbe coinvolgere 2240 esuberi in totale e, secondo quanto hanno riferito i sindacati, i lavoratori coinvolti dalla riorganizzazione sono attualmente 1500, di cui 1200 a Torino e 300 nel resto del Piemonte.
"Vogliamo costituire - ha spiegato Cota - un fronte istituzionale con il Comune di Torino per fare in modo che questa operazione paventata non colpisca le professionalità del nostro territorio". Per questo il governatore chiede un confronto con l'ad di Unipol Carlo Cimbri. "Il ramo assicurativo Sai - ha ricordato Cota - è sempre andato bene e vogliamo evidenziare la vocazione in questo settore, che il Piemonte ha sempre avuto e che non c'è ragione di portare via da Torino".
L'assessore al lavoro Claudia Porchietto rimprovera ai vertici di Unipol la scarsa chiarezza nei confronti del territorio piemontese. "E' una situazione estremamente complicata - ha ribadito Porchietto - in cui i rappresentanti dell'azienda stanno tacendo verso le istituzioni. Quello che è certo è che non accetteremo un 'rinascimento bolognese' a scapito del territorio torinese". Ecco perché, ha annunciato l'assessore, di intesa con i sindacati, sarà inviata una lettera a Cimbri per chiedere un incontro poterlo.
In difesa della "struttura industriale di Fonsai", ritenuta "sana e dotata di personale giovane e qualificato" si sono schierati anche gli assessori al lavori e alle attività industriali della Provincia di Torino Carlo Chiama e Ida Vana. "Non è pensabile - hanno detto dopo l'incontro con i sindacati - far pagare ai lavoratori gli errori delle gestioni passate, che hanno sottratto valore all'impresa". Gli assessori della città della Mole intendono parlare con Cimbri per "entrare nel merito del piano industriale che non può far ricadere i costi della fusione sui livelli occupazionali".
In cambio le amministrazioni locali e i sindacati promettono "impegno" per valorizzare l'intera filiera industriale, "a partire dal settore della Rc auto", pur di mantenere la sede a Torino e garantire l'occupazione.
I soci di risparmio A ritengono di essere stati penalizzati "ulteriormente rispetto a quella provocata in sé dall'aumento di capitale". Trevisan quindi opterebbe di bocciare le proposte, sull'aumento di capitale, sull'annullamento del valore nominale e il raggruppamento delle azioni e sulla modifica di diversi articoli dello statuto, incluso quello sulla ripartizione degli utili. Se i soci di risparmio dovessero seguire il parere del loro rappresentante il successivo punto all'ordine del giorno dell'assemblea prevede di deliberare sull'impugnativa, anche parziale delle decisioni di giugno in quanto "inopponibili" agli azionisti di risparmio "e, come tali, inefficaci".
E' evidente secondo Trevisan "una carenza di potere della società a disporre di diritti''altrui'", che verrebbe rimossa "solo dal sopraggiungere dell'approvazione dell'assemblea speciale". Il rappresentante comune infine ritiene "opportuno impugnare e/o contestare" gli effetti delle delibere e "affidare un incarico professionale a uno studio legale e/o a un advisor" per porre in essere tutte le iniziative e azioni legali necessarie per "rimuovere e/o dichiarare inefficaci gli effetti delle deliberazioni" di giugno.
Le amministrazioni locali chiedono un incontro con Cimbri
E intanto sul fronte fusione Unipol ed ex galassia Ligresti comincia a muoversi anche la politica. Oggi il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota, insieme all'assessore al lavoro Claudia Porchietto ha partecipato a un incontro con le rappresentanze sindacali per discutere appunto delle ricadute occupazionali del nuovo piano industriale post-fusione di Fonsai. "Unipol - ha detto il presidente del Piemonte - non può pensare di trasferire tutte le attività di Fondiaria Sai a Bologna. Non possono pensare di andare via da Torino senza conseguenze".
Al momento permangono incertezze sia sul mantenimento della sede di Torino della capogruppo Fonsai, sia sul reale "dimagrimento" a cui saranno sottoposti i colletti bianchi delle compagnie coinvolte. Il piano dovrebbe coinvolgere 2240 esuberi in totale e, secondo quanto hanno riferito i sindacati, i lavoratori coinvolti dalla riorganizzazione sono attualmente 1500, di cui 1200 a Torino e 300 nel resto del Piemonte.
"Vogliamo costituire - ha spiegato Cota - un fronte istituzionale con il Comune di Torino per fare in modo che questa operazione paventata non colpisca le professionalità del nostro territorio". Per questo il governatore chiede un confronto con l'ad di Unipol Carlo Cimbri. "Il ramo assicurativo Sai - ha ricordato Cota - è sempre andato bene e vogliamo evidenziare la vocazione in questo settore, che il Piemonte ha sempre avuto e che non c'è ragione di portare via da Torino".
L'assessore al lavoro Claudia Porchietto rimprovera ai vertici di Unipol la scarsa chiarezza nei confronti del territorio piemontese. "E' una situazione estremamente complicata - ha ribadito Porchietto - in cui i rappresentanti dell'azienda stanno tacendo verso le istituzioni. Quello che è certo è che non accetteremo un 'rinascimento bolognese' a scapito del territorio torinese". Ecco perché, ha annunciato l'assessore, di intesa con i sindacati, sarà inviata una lettera a Cimbri per chiedere un incontro poterlo.
In difesa della "struttura industriale di Fonsai", ritenuta "sana e dotata di personale giovane e qualificato" si sono schierati anche gli assessori al lavori e alle attività industriali della Provincia di Torino Carlo Chiama e Ida Vana. "Non è pensabile - hanno detto dopo l'incontro con i sindacati - far pagare ai lavoratori gli errori delle gestioni passate, che hanno sottratto valore all'impresa". Gli assessori della città della Mole intendono parlare con Cimbri per "entrare nel merito del piano industriale che non può far ricadere i costi della fusione sui livelli occupazionali".
In cambio le amministrazioni locali e i sindacati promettono "impegno" per valorizzare l'intera filiera industriale, "a partire dal settore della Rc auto", pur di mantenere la sede a Torino e garantire l'occupazione.
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