Cimbri, procediamo con le cessioni nonostante il ricorso
Eccessive le richieste del Tar sulle quote e Mediobanca
16/10/2012
Unipol sta procedendo con le dismissioni imposte dall'Antitrust nonostante il ricorso presentato al Tar del Lazio. La cessioni di parte dei premi è una delle condizioni per avere il via libera definitivo alla alla fusione con il Gruppo Fonsai. A confermarlo è Carlo Cimbri, ad di Unipol, a margine di un convegno sulle assicurazioni a Milano.
Noi - ha detto - andiamo avanti con le dismissioni perché ci siamo impegnati a dismettere un certo ammontare di premi", anche se il percorso "è lungo: bisogna prepararsi e fare le valutazioni. Comunque non ci fermiamo per il ricorso". Nel provvedimento dell'Antitrust che autorizzava la fusione Unipol-Fonsai "c'erano alcuni punti - ha detto il manager - che ci sembravano eccessivi", come il calcolo delle quote di mercato, in cui "non si tiene conto delle quote dei soggetti che non hanno una residenza stabile in Italia", come ad esempio il caso di Zurich, citato da Cimbri, per cui "quello che produce non è considerato mercato in Italia. Ci sembrerebbe più corretto - ha precisato - calcolare le quote di mercato tenendo conto di tutto quello che si produce nel nostro Paese". Anche le quote di ogni singola provincia meritano, secondo l'ad, una rivisitazione. "In casi analoghi questo limite non era stato adottato, come ad esempio nell'integrazione Generali-Toro. Questo non ci crea particolari problemi, ma ci sembra più corretto riproporre quella valutazione".
Cimbri parla anche della partecipazione in Mediobanca ereditata da Fonsai. Il provvedimento dell'Authority impone che la quota sia ceduta solo a chi non ha partecipazioni, anche minime in Generali: "Ci siamo impegnati a cedere la quota - ha spiegato - e rispetteremo questo impegno. Ma la clausola ci sembra eccessiva". Infine Cimbri non ha voluto parlare dei contatti con altri gruppi assicurativi sulle cessioni, perché, ha sostenuto, "è prematuro parlarne".
Noi - ha detto - andiamo avanti con le dismissioni perché ci siamo impegnati a dismettere un certo ammontare di premi", anche se il percorso "è lungo: bisogna prepararsi e fare le valutazioni. Comunque non ci fermiamo per il ricorso". Nel provvedimento dell'Antitrust che autorizzava la fusione Unipol-Fonsai "c'erano alcuni punti - ha detto il manager - che ci sembravano eccessivi", come il calcolo delle quote di mercato, in cui "non si tiene conto delle quote dei soggetti che non hanno una residenza stabile in Italia", come ad esempio il caso di Zurich, citato da Cimbri, per cui "quello che produce non è considerato mercato in Italia. Ci sembrerebbe più corretto - ha precisato - calcolare le quote di mercato tenendo conto di tutto quello che si produce nel nostro Paese". Anche le quote di ogni singola provincia meritano, secondo l'ad, una rivisitazione. "In casi analoghi questo limite non era stato adottato, come ad esempio nell'integrazione Generali-Toro. Questo non ci crea particolari problemi, ma ci sembra più corretto riproporre quella valutazione".
Cimbri parla anche della partecipazione in Mediobanca ereditata da Fonsai. Il provvedimento dell'Authority impone che la quota sia ceduta solo a chi non ha partecipazioni, anche minime in Generali: "Ci siamo impegnati a cedere la quota - ha spiegato - e rispetteremo questo impegno. Ma la clausola ci sembra eccessiva". Infine Cimbri non ha voluto parlare dei contatti con altri gruppi assicurativi sulle cessioni, perché, ha sostenuto, "è prematuro parlarne".
Venendo alla fusione, che Cimbri prevede entro l'anno, "la situazione di criticità in cui versava Fonsai - ha spiegato - era dovuta ad alcuni aspetti, ma non sono problemi di natura strutturale del core business. C'è un patrimonio e un impianto forte. Sarà facile trovare le necessarie compatibilità con l'impianto assicurativo di Unipol''
La risposta dell'Antitrust non si è fatta attendere. Nei confronti dell'operazione Unipol-Fonsai il presidente dell'Autorità, Giovanni Pitruzzella, ha confermato di aver adottato "misure necessarie per tutelare il benessere dei consumatori e la concorrenzialità del mercato". In merito al ricorso di Bologna Pitruzzella si è limitato a dire: "Aspetteremo l'esito del giudizio".
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