Se Palladio e Sator vogliono prendersi Fondiaria-Sai
I vicentini e Arpe provano a infilarsi tra le coop e i Ligresti
15/02/2012
Palladio Finanziaria ieri ha comunicato di essere salita al 5% di Fonsai e di aver sottoscritto un patto di consultazione con il fondo Sator di Matteo Arpe. Il numero uno di Banca Profilo ha a sua volta fatto sapere di aver rastrellato il 3% della compagnia dei Ligresti. Il patto, a detta dei vicentini e del finanziere che tentò di scalare Bpm solo l'ottobre scorso, non prevede alcuna intesa od obbligo in merito all'esercizio dei diritti di voto e si fonda sul comune interesse a sostenere il piano di ricapitalizzazione" da 1,1 miliardi di euro.
Il patto di consultazione, che non è un patto di sindacato, consente ora a Palladio e Sator di muoversi in libertà senza dover segnalare i propri intenti alle autorità competenti. In questo modo, teoricamente, i due fondi potrebbero arrivare anche al 10%: a testa. Una percentuale che farebbe tremare le flebili certezze di Unipol, che, fino a ieri ignara delle mosse di Arpe e dei vicentini, continua a lavorare per la fusione: il prossimo incontro del tavolo tecnico tra le coop e Fonsai si terrà lunedì 20 o martedì 21 febbraio.
Il 19 marzo invece ci sarà l'assemblea dei soci della compagnia assicurativa dei Ligresti che delibererà sull'aumento: ma le cose saranno cambiate. Mediobanca e Unicredit, registi dell'operazioni, a questo punto dovranno ripensare le strategie, qualora Arpe, Meneguzzo e Drago con le loro quote attrarranno altri investitori, magari banche estere attirate dall'idea di mettere le mani su un futuro gruppo assicurativo da 20 miliardi di euro di premi.
Intanto Unicredit tira dritto e il ceo Federico Ghizzoni è intervenuto in difesa del piano progettato con le coop: "Unipol non ha cambiato i suoi piani - ha detto a Guangzhou (Canton) - quindi il progetto va avanti. Quali sono i piani di Sator e Palladio non li sappiamo, non li sa nessuno, non sono stati esplicitati. Vedremo quali sono le loro intenzioni. Noi di certo non cambiamo la nostra prospettiva. Abbiamo lavorato sempre anche nell'interesse di Fondiaria per trovare una soluzione che mantenga l'italianità e l'integrità del gruppo. Credo che con Unipol si vada in questa strada, che è quella di creare un operatore assicurativo di dimensioni importanti. L'Italia manca di aziende di certe dimensioni. E' una operazione - conclude Ghizzoni - che è di interesse per il sistema e l'appoggiamo sicuramente. Se ci sono soluzioni alternative, che vengano esplicitate e le valuteremo".
Unicredit è grande azionista di Premafin, la finanziaria della famiglia Ligresti che sta a monte di Fondiaria-Sai e Milano Assicurazioni, e conta il 6,9%. Insieme al 35,7% di Premafin, Piazza Cordusio e il quartetto Salvatore, Jonella, Giulia Maria e Paolo totalizzano il 42% del capitale in assemblea. Dall'altra parte ci sarà sicuramente il fronte Palladio-Sator con un 8% (per ora), anche se le partecipazioni non sono cumulabili, e forse anche altri attori, tra cui Leonardo Del Vecchio (Luxottica) e Lorenzo Pellicioli di De Agostini, entrambi, dicono fonti vicine al dossier interessati all'affare. Si profilerebbe così uno scontro sul controllo della compagnia. Palladio potrebbe portarsi al 10% di Fonsai per rastrellare, insieme a una cordata ancora immaginaria, il 20% del gruppo.
Il patto di consultazione, che non è un patto di sindacato, consente ora a Palladio e Sator di muoversi in libertà senza dover segnalare i propri intenti alle autorità competenti. In questo modo, teoricamente, i due fondi potrebbero arrivare anche al 10%: a testa. Una percentuale che farebbe tremare le flebili certezze di Unipol, che, fino a ieri ignara delle mosse di Arpe e dei vicentini, continua a lavorare per la fusione: il prossimo incontro del tavolo tecnico tra le coop e Fonsai si terrà lunedì 20 o martedì 21 febbraio.
Il 19 marzo invece ci sarà l'assemblea dei soci della compagnia assicurativa dei Ligresti che delibererà sull'aumento: ma le cose saranno cambiate. Mediobanca e Unicredit, registi dell'operazioni, a questo punto dovranno ripensare le strategie, qualora Arpe, Meneguzzo e Drago con le loro quote attrarranno altri investitori, magari banche estere attirate dall'idea di mettere le mani su un futuro gruppo assicurativo da 20 miliardi di euro di premi.
Intanto Unicredit tira dritto e il ceo Federico Ghizzoni è intervenuto in difesa del piano progettato con le coop: "Unipol non ha cambiato i suoi piani - ha detto a Guangzhou (Canton) - quindi il progetto va avanti. Quali sono i piani di Sator e Palladio non li sappiamo, non li sa nessuno, non sono stati esplicitati. Vedremo quali sono le loro intenzioni. Noi di certo non cambiamo la nostra prospettiva. Abbiamo lavorato sempre anche nell'interesse di Fondiaria per trovare una soluzione che mantenga l'italianità e l'integrità del gruppo. Credo che con Unipol si vada in questa strada, che è quella di creare un operatore assicurativo di dimensioni importanti. L'Italia manca di aziende di certe dimensioni. E' una operazione - conclude Ghizzoni - che è di interesse per il sistema e l'appoggiamo sicuramente. Se ci sono soluzioni alternative, che vengano esplicitate e le valuteremo".
Unicredit è grande azionista di Premafin, la finanziaria della famiglia Ligresti che sta a monte di Fondiaria-Sai e Milano Assicurazioni, e conta il 6,9%. Insieme al 35,7% di Premafin, Piazza Cordusio e il quartetto Salvatore, Jonella, Giulia Maria e Paolo totalizzano il 42% del capitale in assemblea. Dall'altra parte ci sarà sicuramente il fronte Palladio-Sator con un 8% (per ora), anche se le partecipazioni non sono cumulabili, e forse anche altri attori, tra cui Leonardo Del Vecchio (Luxottica) e Lorenzo Pellicioli di De Agostini, entrambi, dicono fonti vicine al dossier interessati all'affare. Si profilerebbe così uno scontro sul controllo della compagnia. Palladio potrebbe portarsi al 10% di Fonsai per rastrellare, insieme a una cordata ancora immaginaria, il 20% del gruppo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA