Axa Forum: i rischi emergenti, il valore della diversità
All’evento istituzionale organizzato da Axa Assicurazioni con Ania e ActionAid, i grandi temi della protezione dell’ambiente e dell’uomo, in preparazione della 21esima conferenza sul clima, in programma a Parigi, a dicembre
30/10/2015
Il prossimo dicembre, a Parigi, accadrà qualcosa di importante. La 21esima conferenza sul clima, denominata Cop21, unirà Governi, istituzioni ma anche imprese e società civile, per dare risposte convincenti alle domande dei prossimi secoli: come proteggere il pianeta in cui viviamo? Come difenderlo dai rischi sistemici? Cosa fare di fronte al dilemma del clima?
Sulla scorta di questi interrogativi, e in preparazione dell’importante evento di fine anno, mercoledì scorso, 28 ottobre, si è tenuto a Milano l’Italian Axa Forum, appuntamento nato per sviluppare contenuti d’avanguardia e incidere sul dibattito globale attraverso un confronto tra mondo finanziario, assicurativo, politico, sociale, a partire dai rispettivi ruoli e al fine di creare valore aggiunto per la comunità. L’evento, organizzato da Axa Assicurazioni in collaborazione con Ania e ActionAid, ha avuto come temi centrali i nuovi rischi emergenti per il pianeta e i suoi abitanti, e il ruolo che il settore assicurativo può avere nella salvaguardia del mondo in cui viviamo.
Nel corso della giornata, che si è svolta alla Cascina Triulza nell’ambito di Expo, è stata presentata una ricerca a cura di Episteme sulle paure e i rischi percepiti dagli italiani, ed è stato premiato il progetto Read Runner, che ha vinto il concorso creato in collaborazione con l’Impact Hub Milano e rivolto alle iniziative imprenditoriali focalizzate sull’applicazione delle nuove tecnologie per il miglioramento delle cure, della salute e del benessere.
DE CASTRIES: INVESTIRE PER MIGLIORARE IL MONDO
Tra gli appuntamenti più importanti della giornata di mercoledì ci sono stati gli interventi e i dibattiti del pomeriggio che hanno coinvolto il top management di alcune tra le principali compagnie che operano in Italia, nonché il mondo delle cultura e dell’imprenditoria. Ad aprire e influenzare l’andamento dell’incontro è stato l’interessante contributo di Henri de Castries, presidente e ceo del gruppo Axa, che ha declinato tutti i temi attraverso una vision di ampio respiro.
Axa è lo sponsor ufficiale di Cop21, ma non è solo per questo motivo che sta perseguendo scelte decisive. “Le assicurazioni – ha esordito – hanno due funzioni: proteggere e investire. Noi dobbiamo investire per migliorare il mondo”. Axa pensa di farlo disinvestendo oltre 500 milioni di euro in attività inquinanti legate al carbone e contemporaneamente investendo fino a tre miliardi nella green economy. “Triplicheremo – ha annunciato de Castries – gli investimenti da qui al 2020 in infrastrutture, obbligazioni di società eco-friendly, tecnologie pulite perché, grazie proprio alle tecnologie avanzate, con l’energia solare si potrà avere importanti ritorni”. In cinque anni, l’energia solare sarà una credibile alternativa, e in dieci anni l’energia pulita cambierà la forma e l’organizzazione delle società”.
Dall’altra parte c’è la protezione: oggi per un assicuratore moderno la priorità deve essere la prevenzione ancor prima dell’indennizzo (che deve essere scontato). Ma il problema è riuscire a veicolare questi valori ai clienti, soprattutto per quanto riguarda le catastrofi naturali e i nuovi rischi. De Castries è convinto che anche per questo punto occorra andare nella direzione del green: “per essere affidabili – ha sentenziato – bisogna essere sostenibili”. Serve ridefinire cosa sia davvero rilevante per una comunità oltre la salvaguardia del territorio. Per esempio la vivibilità delle città: “costruire resilienza sulla qualità dell’aria, perché gli squilibri sociali si prevengono anche curando l’inquinamento”.
DONNET: SE MANCA IL RISK APPETITE
Su scala nazionale, il discorso deve concentrarsi sulla collaborazione tra pubblico e privato, e in Italia questo dibattito è aperto ormai da decenni, soprattutto per quanto riguarda catastrofi naturali e welfare. In mancanza di un quadro regolamentare che agevoli un sistema misto, occorre cercare soluzioni per stare vicino ai propri clienti in modo sempre più reattivo. “È quanto sta provando a fare Generali Italia”, ha sottolineato l’ad, Philippe Donnet, portando l’esempio dell’azione di gestione del sinistro a Dolo, in provincia di Venezia. “Dopo la devastante tromba d’aria del luglio scorso – ha ricordato –, Generali ha installato un servizio di emergenza dove sono state raccolte 700 denunce di sinistro e pagati oltre due milioni di euro di indennizzi in due settimane: è un servizio che nessuna amministrazione pubblica può dare”. Insomma le soluzioni ci sono ma non si riescono a diffondere.
D’altra parte, l’Europa di questi anni sta vivendo un paradosso: è alla ricerca di certezze in un contesto che ne è privo, ma contemporaneamente rifiuta il concetto di rischio. Donnet sostiene che manca il risk appetite: “ma è impossibile non considerare le probabilità che si verifichi un evento”. È un discorso che si inserisce nel solco dei risultati della ricerca di Episteme, in cui si evidenzia la crisi cognitiva che stiamo attraversando: l’uomo ha paura di se stesso perché non accetta più la variabile del rischio.
NUOVI PARADIGMI TRA DIVERSITÀ E APPROFONDIMENTO
“Dibattiamo da tempo con il Governo per portare il rischio nel mercato”, ha spiegato Anthony Bradshaw, direttore generale di Allianz in Italia. La compagnia, che da tre anni è carbon free, e che investe due miliardi di euro in energie rinnovabili a livello globale, è molto attiva nella ricerca e nel risk management anche al di là della vendita delle polizze.
Secondo Bradshaw, il ruolo di un assicuratore globale è anche quello di “quantificare il rischio per influenzare positivamente i decisori pubblici, per poi, insieme, fare divulgazione, formazione e informazione sui rischi catastrofali”. Come per il terremoto, ad esempio. Nel 1999 la Turchia fu colpita da un sisma terribile: da quel momento il Governo e le assicurazioni hanno lavorato a stretto contatto per la diffusione della polizza sulla casa, allora sconosciuta alla popolazione. “A oggi – ha fatto sapere Bradshaw – in Turchia più del 50% delle abitazioni è assicurato contro il terremoto”.
Questi risultati sono raggiungibili anche nel campo della salute: è solo questione di volontà politica. Frédéric de Courtois, l’ad di Axa Assicurazioni e Axa Mps, ha lamentato la mancanza di un quadro regolamentare adeguato, ma ha anche sottolineato l’esiguità della spesa per la prevenzione, “che un decimo di quella tedesca”. Anche le compagnie, da questo punto di vista, devono fare di più. Le sfide dei rischi emergenti, tema centrale di questa edizione dell’Axa Forum, vanno combattute e vinte ora, non nel 2020 o nel 2050.
Come ha detto Andrea Guerra, presidente esecutivo di Eataly (ed ex ad di Luxottica), “questo è un momento eccezionale di cambio di paradigmi: in un mondo incerto badare alla sostenibilità di lungo periodo è l’unica via per ritrovare l’equilibrio”. Per farlo occorre credere nel valore della diversità e dell’approfondimento.
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