Mps lancia un’ops su Mediobanca
Mossa a sorpresa di Rocca Salimbeni su Piazzetta Cuccia. Siena punta al delisting dell’istituto milanese dalla Borsa. La partita ha molti risvolti assicurativi, a partire dal ruolo di Generali, giacché questa mossa coinvolge indirettamente Caltagirone e Delfin
Una nuova mossa a sorpresa che mette nuovo propellente nel già accesissimo risiko bancario italiano. Monte dei Paschi di Siena presenta un’offerta pubblica di scambio sulla totalità delle azioni di Mediobanca, per un corrispettivo totale di 13,3 miliardi di euro, interamente in azioni. La banca senese in una nota ha definito i dettagli dell'operazione: il rapporto di concambio, è fissato in 2,3 azioni Mps di nuova emissione per ogni azione Mediobanca; un concambio che comporta un prezzo implicito di offerta pari a 15,992 euro per azione, con un premio pari al 5,03% rispetto ai prezzi ufficiali del titolo Mediobanca del 23 gennaio scorso. Mps prevede che l’offerta pubblica di scambio sia completata entro il terzo trimestre del 2025.
“So è che qualcosa di nuovo per il mercato italiano, ma ci piace per questo. È innovativo ed è un nuovo approccio al consolidamento", ha aggiunto, definendo l'operazione "plug-in" soprattutto per l'aggiunta del franchise Investment Banking di Mediobanca.
Lovaglio: "proteggeremo entrambi i brand". Ma l'obiettivo è il delisting di Piazzetta Cuccia
Nel corso dell’odierna conference call con gli analisti, l’amministratore delegato di Mps, Luigi Lovaglio ha spiegato che il gruppo “sarà sviluppato attorno ai due brand superiori e first in class. Voglio essere chiaro su questo: proteggeremo – ha sottolineato Lovaglio – entrambi i brand. Crediamo fermamente che ci servono professionisti specializzarti per il corporate e investment banking, mente il consumer finance si adatta meglio con le capacità del nostro network”.
L’ops di Mps su Mediobanca, se l’operazione dovesse andare in porto, prevede anche il delisting di Mediobanca dalla quotazione su Euronext Milan.
La partita assicurativa in ballo: il ruolo di Caltagirone e Delfin, e il controllo di Generali
Inutile ricordare i molteplici risvolti assicurativi che si intrecciano in questa nuova partita di risiko. Oltre alla partnership in corso nella joint venture AxaMps, i riflettori sono puntati soprattutto su Generali, i cui destini sono strettamente legati a Piazzetta Cuccia, suo primo azionista, e al ruolo di Delfin (famiglia Del Vecchio) e Francesco Gaetano Caltagirone, azionisti di peso sia in Generali, sia in Mediobanca, così come nella stessa Mps.
In Mediobanca Delfin ha il 19,81%, e Caltagirone il 7,76%: avendo di recente acquistato quote rilevanti anche di Mps (rispettivamente il 9,78% e 5%), sostengono alcune fonti finanziarie, è ragionevole pensare possano considerare positivamente l’aggregazione.
Sempre da fonti finanziare riportate dalle agenzie stampa, ci sarebbe un certo disappunto di Mediobanca per un’ops che “non è stata concordata con i vertici” di Piazzetta Cuccia, e che con ogni probabilità considereranno ostile.
Ad ogni modo le prime valutazioni formali saranno effettuate dal cda che si riunirà nei prossimi giorni. Bisognerà poi attendere anche l’esito del patto di consultazione tra i soci storici di Mediobanca, che riunisce l'11,4% del capitale.
Dall’eventuale fusione tra Mps e Mediobanca potrebbe nascere un nuovo operatore che “beneficia di un flusso di cassa sostenibile, derivante dall’investimento assicurativo”. Pur senza citarla direttamente, Mps nel suo comunicato dell'ops su Piazzetta Cuccia spiega come la quota di Generali in mano a Mediobanca, sarà una delle leve di forza del nuovo gruppo bancario, grazie ai flussi di cassa generati dal Leone di Trieste.
Quali sono gli obiettivi di Rocca Salimbeni
Tornando alle dichiarazioni di Lovaglio, l’ad ha ribadito che Mps non vuole che Mediobanca scompaia: “sarà rafforzata – ha detto – con la diversificazione dei ricavi, rimanendo attrattiva per i migliori talenti, rendendo Mediobanca ancora più focalizzata sull'M&A e il mercato dei capitali, che è nel suo Dna", ha aggiunto.
A chi gli chiedeva un commento sullo scenario più complessivo del mercato italiano e delle mossa di soci pesanti, ha detto che "non c'è da analizzare il contesto, perché questo è un progetto industriale che stavano analizzando dal 2022. Ci sono cose che possono facilitarlo e ovviamente guardiamo a cosa accade sul mercato. È il nostro dovere essere un po' coraggiosi e prendere posizione e avvantaggiarci di questo momento, essendo ottimisti sulla forza e capacità di Mps, crescendo con un partner che può aggiungere linee di ricavi in un ambiente di tassi calanti e con sinergie di ricavi arrivano da commissioni".
Lovaglio ha raccontato che aveva prospettato al ministero dell'Economia e delle Finanze, primo azionista dell'istituto, l'operazione su Mediobanca già alla fine del 2022. Il 16 dicembre 2022, dopo aver completato l'aumento di capitale da 2,5 miliardi "incontrai il ministro dell'economia e presentati 3 opzioni: continuare da soli, fare un'operazione fra pari e un'operazione con Mediobanca. Ora è giunto il momento".
Pressato dagli analisti sull'operazione non usuale, ha detto: "Siamo portati ad accettare transazioni semplici, noiose e con alto impatto social. Questa volta combiniamo competenze, ricavi, network, posizionamenti insieme, perché non competiamo e siamo complementari. Dal giorno uno saremo più grandi e forti. Saremo il numero 3 in Italia, dando un grande potere all'organizzazione, con una strategia ben definita".“So è che qualcosa di nuovo per il mercato italiano, ma ci piace per questo. È innovativo ed è un nuovo approccio al consolidamento", ha aggiunto, definendo l'operazione "plug-in" soprattutto per l'aggiunta del franchise Investment Banking di Mediobanca.
Per Lovaglio il deal è "amichevole"
"Vogliamo fare un'offerta attrattiva perché crediamo che assumere controllo di Mediobanca è cruciale per futuro della nostra banca, per acquisire capacità chiave per mercato italiano dove i tassi caleranno e ci serviranno soldi per fare investimenti tecnologici", ha spiegato in un altro passaggio. Lovaglio ha detto occorre "pensare avanti e non solo a quello che immediatamente conveniente o meno. Stiamo presentando il deal, penso che il modo in cui lo stiamo facendo è amichevole, per offrire l'opportunità di unirsi a noi e diventare un player forte".
Lovaglio ha detto che il Mef "non ha posto alcun limite" all'operazione su Mediobanca e che non ha "visibilità" sugli azionisti e sul loro apprezzamento per il deal, ma pensa che sia "molto attraente e saremo capaci di spiegare quanto valore c'è in questo progetto innovativo".
"Guarderemo al mercato, è ovvio che se si dovesse presentare l'opportunità di acquistare azioni Mediobanca, ovviamene rispettando la normativa, lo potremmo prendere in considerazione", ha risposto a una domanda sul tema.© RIPRODUZIONE RISERVATA