Unipol: riassetto, bad bank e addio Banco Bpm
La holding di Bologna riorganizza la struttura assicurativa, alleggerisce Unipol Banca dalle sofferenze e taglia la bancassurance di Popolare Vita
30/06/2017
Unipol cambia e si riorganizza nel segno dell'efficienza e di nuove strategie finanziarie e distributive. Si parte dal riassetto della struttura: la holding (Unipol) trasferirà alla controllata UnipolSai praticamente tutti gli affari assicurativi, attraverso le partecipazioni in Unisalute, Linear e "qualora ne ricorrano le condizioni e i presupposti", si legge in una nota diramata oggi, 30 giugno, anche il 63,39% di Arca Vita.
Contemporaneamente è stato approvato anche il progetto per la creazione di una bad bank, in cui confluiranno i crediti in sofferenza di Unipol Banca, pari a circa tre miliardi di euro: l'operazione consentirà quindi eventuali aggregazioni con altri player (si pensa subito al dossier Bper) o a una cessione dell'istituto.
Infine, saltano anche gli accordi di bancassurance vita con Banco Bpm, (Popolare Vita). La banca nata dalla fusione di Bmp e Banco Popolare ha anche disdetto la joint venture danni con il gruppo Aviva, (Avivapop Assicurazioni).
"Le operazioni annunciate oggi - ha spiegato il numero uno di Unipol, Carlo Cimbri - non avranno impatto sui conti. Per Unipol gruppo il combinato dell'operazione avrà un impatto marginale sui conti di fine anno: le due operazioni si compensano perché da una parte la società recepirà le valutazioni conseguenti agli accantonamenti per la banca, per poco meno di un miliardo, che avranno effetti sul conto economico per circa 700 milioni di euro di perdita netta. Perdita compensata dal plusvalore della cessione delle partecipazioni nei rami vita che passano a UnipolSai". L'ad ha anche confermato i target previsti dal piano industriale.
Per quanto riguarda, invece, la rottura in anticipo del rapporto di bancassurance con Banco Bpm, Cimbri ha spiegato che "le condizioni non garantivano più l'attuale valore economico della joint venture".
Cimbri ha detto di voler creare rapporti più profondi tra banca e assicurazione e non una joint venture tradizionale. "La banca - ha sottolineato - è un utile canale per i prodotti assicurativi ma sempre più in un'ottica di fornitore e distributore piuttosto che di assorbitore di rischi che la banca carica all'assicurazione come nel modello tipico delle joint venture storiche".
Al momento con Banco Bpm, ha precisato, non c'è la possibilità di fare ragionamenti diversi. Unipol sarebbe rimasta nella joint venture "solo se ci fosse stato garantito il valore economico attuale". Nelle prossime settimane il gruppo assicurativo e la banca cercheranno di trovare un accordo sul valore dell'opzione put che eserciterà Unipol per uscire dalla partnership.
Secondo gli analisti, la riorganizzazione del gruppo Unipol apre le porte a possibili operazioni di M&A. Con il riassetto aumentano le possibilità che Unipol Banca sia ceduta e che prima o poi Unipol si fonda con UnipolSai. Su questo tema, Cimbri ha però specificato che la fusione è un'eventualità che non si sta valutando: "oggi non anticipo - ha detto - qualcosa che non stiamo valutando, oggi ci stiamo concentrando su un'ulteriore semplificazione e chiarificazione del nostro gruppo".
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Carlo cimbri,