Protezione, un paradigma ridefinito dall’innovazione
Molte le riflessioni emerse nel corso dell’Italian Axa Forum 2017, svoltosi ieri a Milano, alla presenza dei principali stakeholder del mondo assicurativo
19/12/2017
La tecnologia sta disegnando i tratti che andranno a raffigurare il prossimo futuro. E in un mondo sempre più connesso e volatile, la necessità di protezione cresce enormemente. Questo è il punto di vista di Axa Italia, che ha deciso di dedicare il suo annuale appuntamento, l’Italian Axa Forum, all’innovazione. Significativa la scelta della compagnia di organizzare l’evento all’interno della cornice dell’Open Summit di StartupItalia, svoltosi ieri al Palazzo del Ghiaccio di Milano. L’innovazione sarà la nuova protezione? La risposta a questa domanda non è scontata. Perché per iniziare a cercarla occorre innanzitutto provare a inventare il futuro.
UN VENTO CHE NON PUÒ ESSERE FERMATO
In apertura dei lavori, l’ad di Axa Italia, Patrick Cohen, ha più volte sottolineato che “il tema dell’innovazione è in cima alle priorità della compagnia”. Si stima che entro il 2020 ci saranno tra i 25 e i 30 miliardi di oggetti connessi in rete. Uno scenario che deve stimolare gli assicuratori a prevedere come rapportarsi con un mondo totalmente diverso da quello che abbiamo sotto agli occhi. “If you can dream it, you can do it”, se lo puoi sognare allora puoi farlo, diceva Walt Disney. “I clienti – ha affermato Cohen – ci stanno chiedendo di re-immaginare il futuro dell’assicurazione. Per fare un esempio, oggi noi assicuriamo le auto, ma domani andremo ad assicurare sempre di più la mobilità”. In collegamento da Roma, è intervenuto il presidente dell’Ivass, Salvatore Rossi, che ha voluto mettere in evidenza come anche la vigilanza abbia ormai acceso i propri riflettori sul tema dell’innovazione, come dimostra il recente convegno sull'insurtech organizzato dall’istituto. “In un mercato in continua trasformazione è ovvio che l’innovazione non può essere fermata. E se da un lato il nuovo che avanza minaccia il business tradizionale, dall’altro offre straordinarie possibilità”, ha ribadito.
TRASFORMARE I RISCHI IN OPPORTUNITÀ
L’evento di Axa ha avuto vari momenti di confronto con diversi attori della società che hanno messo l’innovazione in cima alle proprie priorità. Uno di questi è Alex Zanardi la cui storia personale è ormai nota. Ex pilota di Formula 1 e della Indycar americana (è stato per due volte campione di categoria), Zanardi ha subito uno spaventoso incidente nel corso di una gara, in seguito al quale gli sono state amputate entrambe le gambe. Da allora il campione bolognese è andato alla costante ricerca di modalità innovative che gli permettessero di superare i propri limiti fisici e di tornare a gareggiare (e vincere), tanto nell’automobilismo, quanto in sport come la handbike, di cui è medaglia d’oro paraolimpica. “Non esiste una particolare ricetta magica – ha detto Zanardi – ma sicuramente occorre mettersi in gioco al meglio delle proprie possibilità. Appassionarsi a quello che è il proprio dovere nel breve termine. E ricordarsi che per realizzare noi stessi dobbiamo essere capaci di metterci a disposizione degli altri. È questo atteggiamento che mi ha indicato la strada. La tecnologia ha aperto molte nuove strade – ha concluso – ma per fare veri passi avanti e immaginare il futuro è fondamentale essere curiosi, osservare e ragionare”.
L’UNICA CERTEZZA È CHE STA CAMBIANDO TUTTO
Tra i momenti principali dell’Italian Axa Forum 2017 c’è stata la presentazione di una ricerca promossa da Axa Italia e condotta da Episteme,Tra volatilità e connessione: le nuove frontiere dell’innovazione per la protezione. Secondo l’indagine, gli anni di incertezza dovuti alla crisi economica hanno impattato significativamente sul modo di pensare degli italiani, che ora sembrerebbero più propensi ad accettare concetti come cambiamento e volatilità. “Le preoccupazioni continuano a esistere – ha spiegato Monica Fabris, presidente di Episteme – ma diminuisce il livello di allarme per il futuro per il quarto anno consecutivo, così come nello stesso arco temporale riprende quota la fiducia in un futuro migliore per le nuove generazioni. La tecnologia è il principale motore di questo cambiamento, e l’innovazione apre le porte a una diffusa domanda di supporto da parte degli italiani per gestirlo attivamente”. Se i rischi intesi in accezione puramente negativa si allontanano, aumenta l’esposizione diretta al cambiamento: un italiano su tre dichiara di aver subìto nell’ultimo anno un evento improvviso e imprevedibile su aspetti che riguardano la sfera economico-lavorativa, la salute, la vita affettiva e l’abitazione, e due su tre dichiarano di sentirsi esposti a eventi imprevedibili nella loro quotidianità. Proprio la transizione verso una gestione attiva del cambiamento chiama in causa le assicurazioni, sempre più percepite, soprattutto dai giovani (fasce 18-24 e 25-34 anni), come un possibile abilitatore al rischio e come consulente nella gestione del cambiamento. Se da una parte emerge una maggiore capacità di usare e dosare le nuove tecnologie, l’indagine rileva una paura diffusa di perdere i propri dati. Il 51,7% teme la clonazione di carte di credito e le frodi digitali; il 50% l’intrusione e gli attacchi hacker al pc e ai dispositivi connessi in rete e il 46, 2% il furto di password e codici personali. La ricerca ha poi analizzato il fenomeno della sharing economy: a fronte di un 55,8% degli italiani che si fida a utilizzare servizi in questo ambito, quasi la metà dei rispondenti si sente più tranquillo se tutelato da un’assicurazione. “Il ruolo della fiducia rimane chiave in questa ottica di nuova protezione – ha osservato Fabris – e le grandi compagnie assicurative sono ben posizionate in termini di solidità percepita dai clienti”.
ECOSISTEMI DI PARTNERSHIP. ANCHE TRA PUBBLICO E PRIVATO
Tra le personalità di alto rilievo invitate a partecipare, l’evento di Axa ha visto la presenza della presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina, che ha osservato come il cambiamento sia da sempre un tratto distintivo della storia dell’uomo. “Tuttavia, la caratteristica dell’epoca attuale – ha sottolineato Farina – è la grande velocità impressa dalla tecnologia”. Cambia il ruolo dell’assicurazione? “No, se noi intendiamo la capacità di mitigazione e gestione dei rischi. I cambiamenti in atto stanno modificando i confini, dunque le barriere nette che c’erano tra un settore e l’altro non ci sono più”. Si creano nuovi ecosistemi, e la competizione si fa più agguerrita. Altro cambiamento è nel comportamento dei clienti: “da noi si aspettano velocità e qualità di servizio, lo stesso che essi trovano quando si rivolgono ai grandi player come Amazon”. Infine, c’è il tema dei big data, “che ci aiutano a conoscere meglio il profilo di rischio del cliente, con la possibilità di fare un pricing più adeguato”. Secondo Farina, l’assicuratore sarà sempre più “un consulente a 360° del cliente, in grado di proteggerlo e orientarlo negli investimenti. Questo dovrebbe servire a colmare il gap in sottoassicurazione”. Ma quello che la presidente dell’Ania torna ad auspicare in questa sede è che si concretizzi quella riforma della partnership pubblico-privata che il settore assicurativo invoca da tempo. “I temi sociali e quelli connessi alle catastrofi naturali vanno affrontati con un sistema regolamentato, che pianifichi i propri interventi con una strategia”.
UN VENTO CHE NON PUÒ ESSERE FERMATO
In apertura dei lavori, l’ad di Axa Italia, Patrick Cohen, ha più volte sottolineato che “il tema dell’innovazione è in cima alle priorità della compagnia”. Si stima che entro il 2020 ci saranno tra i 25 e i 30 miliardi di oggetti connessi in rete. Uno scenario che deve stimolare gli assicuratori a prevedere come rapportarsi con un mondo totalmente diverso da quello che abbiamo sotto agli occhi. “If you can dream it, you can do it”, se lo puoi sognare allora puoi farlo, diceva Walt Disney. “I clienti – ha affermato Cohen – ci stanno chiedendo di re-immaginare il futuro dell’assicurazione. Per fare un esempio, oggi noi assicuriamo le auto, ma domani andremo ad assicurare sempre di più la mobilità”. In collegamento da Roma, è intervenuto il presidente dell’Ivass, Salvatore Rossi, che ha voluto mettere in evidenza come anche la vigilanza abbia ormai acceso i propri riflettori sul tema dell’innovazione, come dimostra il recente convegno sull'insurtech organizzato dall’istituto. “In un mercato in continua trasformazione è ovvio che l’innovazione non può essere fermata. E se da un lato il nuovo che avanza minaccia il business tradizionale, dall’altro offre straordinarie possibilità”, ha ribadito.
TRASFORMARE I RISCHI IN OPPORTUNITÀ
L’evento di Axa ha avuto vari momenti di confronto con diversi attori della società che hanno messo l’innovazione in cima alle proprie priorità. Uno di questi è Alex Zanardi la cui storia personale è ormai nota. Ex pilota di Formula 1 e della Indycar americana (è stato per due volte campione di categoria), Zanardi ha subito uno spaventoso incidente nel corso di una gara, in seguito al quale gli sono state amputate entrambe le gambe. Da allora il campione bolognese è andato alla costante ricerca di modalità innovative che gli permettessero di superare i propri limiti fisici e di tornare a gareggiare (e vincere), tanto nell’automobilismo, quanto in sport come la handbike, di cui è medaglia d’oro paraolimpica. “Non esiste una particolare ricetta magica – ha detto Zanardi – ma sicuramente occorre mettersi in gioco al meglio delle proprie possibilità. Appassionarsi a quello che è il proprio dovere nel breve termine. E ricordarsi che per realizzare noi stessi dobbiamo essere capaci di metterci a disposizione degli altri. È questo atteggiamento che mi ha indicato la strada. La tecnologia ha aperto molte nuove strade – ha concluso – ma per fare veri passi avanti e immaginare il futuro è fondamentale essere curiosi, osservare e ragionare”.
L’UNICA CERTEZZA È CHE STA CAMBIANDO TUTTO
Tra i momenti principali dell’Italian Axa Forum 2017 c’è stata la presentazione di una ricerca promossa da Axa Italia e condotta da Episteme,Tra volatilità e connessione: le nuove frontiere dell’innovazione per la protezione. Secondo l’indagine, gli anni di incertezza dovuti alla crisi economica hanno impattato significativamente sul modo di pensare degli italiani, che ora sembrerebbero più propensi ad accettare concetti come cambiamento e volatilità. “Le preoccupazioni continuano a esistere – ha spiegato Monica Fabris, presidente di Episteme – ma diminuisce il livello di allarme per il futuro per il quarto anno consecutivo, così come nello stesso arco temporale riprende quota la fiducia in un futuro migliore per le nuove generazioni. La tecnologia è il principale motore di questo cambiamento, e l’innovazione apre le porte a una diffusa domanda di supporto da parte degli italiani per gestirlo attivamente”. Se i rischi intesi in accezione puramente negativa si allontanano, aumenta l’esposizione diretta al cambiamento: un italiano su tre dichiara di aver subìto nell’ultimo anno un evento improvviso e imprevedibile su aspetti che riguardano la sfera economico-lavorativa, la salute, la vita affettiva e l’abitazione, e due su tre dichiarano di sentirsi esposti a eventi imprevedibili nella loro quotidianità. Proprio la transizione verso una gestione attiva del cambiamento chiama in causa le assicurazioni, sempre più percepite, soprattutto dai giovani (fasce 18-24 e 25-34 anni), come un possibile abilitatore al rischio e come consulente nella gestione del cambiamento. Se da una parte emerge una maggiore capacità di usare e dosare le nuove tecnologie, l’indagine rileva una paura diffusa di perdere i propri dati. Il 51,7% teme la clonazione di carte di credito e le frodi digitali; il 50% l’intrusione e gli attacchi hacker al pc e ai dispositivi connessi in rete e il 46, 2% il furto di password e codici personali. La ricerca ha poi analizzato il fenomeno della sharing economy: a fronte di un 55,8% degli italiani che si fida a utilizzare servizi in questo ambito, quasi la metà dei rispondenti si sente più tranquillo se tutelato da un’assicurazione. “Il ruolo della fiducia rimane chiave in questa ottica di nuova protezione – ha osservato Fabris – e le grandi compagnie assicurative sono ben posizionate in termini di solidità percepita dai clienti”.
ECOSISTEMI DI PARTNERSHIP. ANCHE TRA PUBBLICO E PRIVATO
Tra le personalità di alto rilievo invitate a partecipare, l’evento di Axa ha visto la presenza della presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina, che ha osservato come il cambiamento sia da sempre un tratto distintivo della storia dell’uomo. “Tuttavia, la caratteristica dell’epoca attuale – ha sottolineato Farina – è la grande velocità impressa dalla tecnologia”. Cambia il ruolo dell’assicurazione? “No, se noi intendiamo la capacità di mitigazione e gestione dei rischi. I cambiamenti in atto stanno modificando i confini, dunque le barriere nette che c’erano tra un settore e l’altro non ci sono più”. Si creano nuovi ecosistemi, e la competizione si fa più agguerrita. Altro cambiamento è nel comportamento dei clienti: “da noi si aspettano velocità e qualità di servizio, lo stesso che essi trovano quando si rivolgono ai grandi player come Amazon”. Infine, c’è il tema dei big data, “che ci aiutano a conoscere meglio il profilo di rischio del cliente, con la possibilità di fare un pricing più adeguato”. Secondo Farina, l’assicuratore sarà sempre più “un consulente a 360° del cliente, in grado di proteggerlo e orientarlo negli investimenti. Questo dovrebbe servire a colmare il gap in sottoassicurazione”. Ma quello che la presidente dell’Ania torna ad auspicare in questa sede è che si concretizzi quella riforma della partnership pubblico-privata che il settore assicurativo invoca da tempo. “I temi sociali e quelli connessi alle catastrofi naturali vanno affrontati con un sistema regolamentato, che pianifichi i propri interventi con una strategia”.
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