Strategie per Pmi che non si arrendono alla crisi
20/09/2012
Le Pmi sono al tracollo e gli imprenditori continuano a lavorare perché obbligati: volentieri ripiegherebbero verso un più sereno lavoro fisso, tassativamente da dipendente. Se solo riuscissero a trovarlo. Questa la voce del presidente Piccola Industria Abruzzo, Modesto Lolli, intervenuto venerdi scorso a un convegno organizzato a Tagliacozzo (AQ) in collaborazione con Anra e diverse compagnie di assicurazioni. Una posizione dura che, purtroppo, rispecchia molte realtà dei distretti economici del nostro Paese, dalla verde Brianza al più remoto paese del Sud. Arrendersi a questo dato di fatto, tra vane richieste di interventi legislativi a favore di un reale sostegno alle imprese, è però difficile. O, almeno, non rientra nella visione del settore assicurativo, che al target delle pmi continua a puntare con interesse. Le banche, insieme alle compagnie, potrebbero rappresentare un importante volano per la crescita. Se non fossero oppresse dai ripetuti downgrading e dai conti che non tornano e che impongono tagli di portata più o meno importante. Che fare allora? L'arduo compito di avvicinare le Pmi è lasciato agli intermediari, agenti e broker, ai quali vanno necessariamente dati strumenti di vendita validi, oltre che obiettivi di business da raggiungere. Strumenti che siano in grado di fare leva su quella parte di imprenditoria italiana che, nonostante le difficoltà, ha voglia di continuare a mettersi in gioco, di investire e di trovare, a tutti i costi, una via di uscita per sé e per il nostro Paese.
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