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Dati, l’idea di Sna per averne la proprietà industriale

Durante un convegno formativo svoltosi in Sardegna, il sindacato ha evidenziato i vantaggi del progetto Archimede e l’importanza di generare un flusso proprietario di informazioni sul cliente da gestire in autonomia. Intanto è in corso il congresso elettivo che terminerà venerdì 21 aprile

Dati, l’idea di Sna per averne la proprietà industriale
A Santa Margherita di Pula, in Sardegna, si è svolto il convegno formativo organizzato da Sna dal titolo Il dato: proprietà e gestione. Come scrive lo stesso sindacato nella presentazione dell’evento, le riflessioni giuridiche e teoriche, ma che si riflettono poi nella prassi, mostrano una “nuova prospettiva che vede il dato non solo in ottica privacy, ma soprattutto in ottica industriale”. Questo approccio può rappresentare, secondo Sna, “una svolta epocale” e diventare “centrale nel quadro della strategia di tutela dell’indipendenza della categoria” e della visione della “professione come autonoma”. 

A valle di queste considerazioni, Sna, dopo circa tre anni di lavoro, ha creato una soluzione, chiamata Archimede, che promette di “risolvere definitivamente la questione del dato”. Si tratta di un programma di raccolta ed elaborazione dei dati dei clienti, con un algoritmo proprio e la capacità di generare informazioni lavorate da dati grezzi.

Secondo Betty Ferraro, membro dell’esecutivo nazionale e responsabile del progetto Archimede, è necessario “un nuovo approccio”. L’autonomia che molti agenti pensano di avere, ha proseguito Ferraro, “in realtà è poca cosa in confronto all’immenso tesoro che sono i clienti”. Sna propone quindi “un’evoluzione del modo di approcciare il dato seguendo il Gdpr”.  
L’agente deve fare “l’analisi dei bisogni”, attività che attiene strettamente all’intermediario, ma non limitandosi ai dati utili solo per il prodotto assicurativo: “ci deve essere una scissione netta tra l’analisi del bisogno assicurativo e quella funzionale alla coerenza del prodotto”, ha detto Ferraro. 

Ed è in questo punto che s’inserisce Archimede. Lo ha spiegato molto bene l’avvocato Pasquale Santoro, docente e consulente del sindacato, partendo dall’idea che “dall’ottica privacy bisogna passare all’ottica industriale per porsi in una posizione di autonomia e indipendenza dalla compagnia”. Intercettare il flusso del dato non ne cambia la proprietà: “occorre creare un altro flusso di dati, autonomo rispetto a quello che va alla compagnia”. 

L’agente può farlo perché le norme (Regolamento 40 di Ivass e articolo 99 del Codice della proprietà industriale) glielo consentono. Gli agenti possono “ampliare” le informazioni che chiedono al cliente, “passando dalla valutazione del bisogno prodromico alla realizzazione di un contratto alla valutazione del bisogno assicurativo in generale”. In questa valutazione, “l’agente – precisa Santoro – non è tenuto a rimanere negli ambiti indicati dalla compagnia per fare il contratto”. 

L’analisi dei bisogni diventa quindi un’attività commerciale propria dell’agenzia, utile a trasformare il dato in un’elaborazione lavorata. Occorre che si produca un report di analisi del rischio: “è in questa fase che vi potete rendere totalmente indipendenti dalla compagnia”, ha sancito Santoro. 
L’essenziale è, quindi, creare un nuovo flusso di dati che entri in Archimede per avere la prova che sia stata generata un’analisi del rischio con dati lavorati da un algoritmo proprietario dell’agente. Un flusso, è bene ripeterlo, indipendente da quello che finisce alla compagnia e da quello sulla privacy.

In queste ore, e fino a domani, 21 aprile, si sta tenendo il 56esimo congresso elettivo del Sindacato nazionale agenti: in lizza ci sono due liste, quella del presidente uscente, Claudio Demozzi, che si presenta per la sua quinta rielezione, e quella di Massimo Pegoraro, presidente della sezione provinciale Sna di Padova. 
Seguiremo il congresso e vi daremo tutti gli aggiornamenti nei prossimi giorni.

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