Anapa, rischio giungla se Antitrust blocca gli accordi aziendali
L'associazione si appella all'unità (d'intenti) dei sindacati per continuare a trattare con l'Ania
11/11/2013
Continua la campagna di Anapa per la diffusione delle proprie iniziative, in parallelo ai colloqui che il mondo dell'intermediazione agenziale sta avendo con l'Ania. L'associazione presieduta da Vincenzo Cirasola ha reso noto nell'ultima newsletter rivolta ai propri iscritti, la lettera inviata al presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, Giovanni Pitruzzella, sul tema della collaborazione fra gli intermediari, della diffusione del plurimandato e dell'indagine in materia di Rc auto.
La lettera segue l'apertura del procedimento Antitrust contro le principali compagnie che operano in Italia, iter iniziato dopo la denuncia di Sna contro alcuni accordi che le compagnie avevano preso con gli agenti per condizionarne la natura (pluri o monomandatari), sostanzialmente contrastando la scelta professionale di distribuire più marchi.
"La principale conseguenza che gli agenti hanno ottenuto", sostengono da Anapa, è la disdetta di alcuni accordi aziendali "a volte frutto di lunghe e complesse trattative". L'associazione sostiene inoltre che "bozze di rinnovo o di intesa si sono arenate con il rischio di complicare ulteriormente la gravissima crisi che attanaglia le agenzie". Secondo Anapa il rischio di questa deriva, "considerando il contesto economico nel quale ci troviamo a operare" è che si azzeri "ogni istituto contrattuale ed economico esistente" a favore del solo agente proponente con un mandato disciplinato dal Codice Civile oppure dall'accordo (erga omnes) del 1951.
Ma è concreto anche il pericolo che un nuovo tipo di mandato, che l'associazione nata a Bologna definisce "one to one", sia rilasciato a condizioni ancora tutte da definire. "Come potranno sopravvivere - si legge nella nota - le agenzie più in difficoltà, quelle con minori capacità economiche e minore organizzazione di fronte a una totale liberalizzazione di regole e rapporti?"
La denuncia che arriva da Anapa è chiara, la categoria si trova di fronte a due orizzonti foschi: da un lato c'è la concreta possibilità che gli accordi aziendali siano considerati dall'Antitrust una limitazione della concorrenza, mentre dall'altro il rinnovo dell'Ana 2003 potrebbe non essere un successo.
Una prospettiva di questo tipo non giova a nessun appartenente della categoria degli agenti, e, continua Anapa, il mercato italiano potrebbe essere preda di "compagnie straniere che vogliono operare con agenti indipendenti senza accordi".
La lettera segue l'apertura del procedimento Antitrust contro le principali compagnie che operano in Italia, iter iniziato dopo la denuncia di Sna contro alcuni accordi che le compagnie avevano preso con gli agenti per condizionarne la natura (pluri o monomandatari), sostanzialmente contrastando la scelta professionale di distribuire più marchi.
"La principale conseguenza che gli agenti hanno ottenuto", sostengono da Anapa, è la disdetta di alcuni accordi aziendali "a volte frutto di lunghe e complesse trattative". L'associazione sostiene inoltre che "bozze di rinnovo o di intesa si sono arenate con il rischio di complicare ulteriormente la gravissima crisi che attanaglia le agenzie". Secondo Anapa il rischio di questa deriva, "considerando il contesto economico nel quale ci troviamo a operare" è che si azzeri "ogni istituto contrattuale ed economico esistente" a favore del solo agente proponente con un mandato disciplinato dal Codice Civile oppure dall'accordo (erga omnes) del 1951.
Ma è concreto anche il pericolo che un nuovo tipo di mandato, che l'associazione nata a Bologna definisce "one to one", sia rilasciato a condizioni ancora tutte da definire. "Come potranno sopravvivere - si legge nella nota - le agenzie più in difficoltà, quelle con minori capacità economiche e minore organizzazione di fronte a una totale liberalizzazione di regole e rapporti?"
La denuncia che arriva da Anapa è chiara, la categoria si trova di fronte a due orizzonti foschi: da un lato c'è la concreta possibilità che gli accordi aziendali siano considerati dall'Antitrust una limitazione della concorrenza, mentre dall'altro il rinnovo dell'Ana 2003 potrebbe non essere un successo.
Una prospettiva di questo tipo non giova a nessun appartenente della categoria degli agenti, e, continua Anapa, il mercato italiano potrebbe essere preda di "compagnie straniere che vogliono operare con agenti indipendenti senza accordi".
Ecco perché, l'associazione ribadisce con forza la propria ostinazione nel continuare a trattare con l'Ania un accordo che metta al riparo la categoria da un "liberi tutti" già paventato più volte dalle imprese. "Siamo solo all'inizio - conclude la nota di Anapa - e la strada è lunga e tortuosa e per questo auspichiamo maggiore rispetto e vicinanza tra di noi (i sindacati degli agenti, compreso Sna, ndr), tralasciando le manie di grandezza e l'arroganza, come appunto abbiamo cercato di fare con il Forum dei Gaa, il 25 giugno e 25 luglio scorsi".
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