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Alla salute bisogna dare risposte

Le compagnie devono essere pronte ad affrontare le sfide del mercato dell’assistenza sanitaria: è una necessità per i cittadini a fronte di un Sistema sanitario nazionale sempre più in difficoltà. Per coprire le esigenze delle persone con contratti semplici e trasparenti potrà essere utile anche l’intelligenza artificiale

Alla salute bisogna dare risposte
L’importanza delle polizze malattia per la collettività è indubbia, anche se non priva di qualche criticità: le disuguaglianze etico-politiche e sociali potrebbero differenziare i tempi di accesso alla cura e le differenze nei sistemi di copertura possono ampliare il divario tra le diverse fasce della popolazione, sollevando interrogativi sull’equità e sull’efficacia dei modelli adottati (ma con il vantaggio di una significativa riduzione della richiesta di utilizzo della struttura pubblica). 

La domanda retorica che ci facciamo è se le compagnie siano pronte o meno ad affrontare la sfida del mercato in relazione all’assistenza sanitaria di cui il cittadino necessita; se abbiano la possibilità di coprire le sue esigenze con contratti trasparenti e di semplice interpretazione e, magari, se offrano anche la possibilità di accedere a strumenti predittivi per il continuo monitoraggio dello stato di salute e relativi correttivi che prevedono l’allontanamento di patologie, solitamente gestite con pericolosi e costosi interventi invasivi. 

Nel 2022 i dati Ocse registrano in Italia una spesa sanitaria di 172 miliardi di euro, così divisi: 130 miliardi spesi dallo Stato e 42 miliardi spesi dai privati, di questi l’88,8% a totale carico delle famiglie che in Francia, invece, contribuiscono con solo il 58,7%, negli Usa con il 65% e in Spagna con il 73%; solo la Germania è relativamente a noi più vicina con una spesa del 81%.

LA RESPONSABILITÀ DELLE COMPAGNIE 
In un mercato in continua evoluzione nel settore salute, le compagnie si devono dotare di nuovi strumenti per soddisfare le reali esigenze assicurative della società contemporanea. Non è più accettabile l’attuale struttura della maggior parte delle polizze Invalidità permanente da malattia (Ipm) presenti sul mercato, così come l’esclusione delle malattie neurologiche e neurodegenerative (vedi Alzheimer) dalle polizze sanitarie, o la limitazione di età e l’eccessivo numero di “incapacità” per la copertura Ltc (che comunque il sistema pubblico ci invidia mentre pensa a come poterla offrire in futuro). 

In un mondo che vede i medici sempre più attratti dalle strutture private, un aumento incontrollato delle spese e una crescente desertificazione delle strutture pubbliche, è responsabilità delle compagnie mettere in campo strumenti avanzati per gestire la domanda e migliorare l’efficienza dell’intero sistema sanitario. 

UTILIZZO DEI DATI NELL’INTERESSE DEL CLIENTE
Nel panorama odierno delle assicurazioni sanitarie, l’intelligenza artificiale (AI) emerge come una forza trasformativa, portando con sé una serie di vantaggi e sfide. L’uso dei dati sta diventando sempre più centrale per ottimizzare i servizi e rispondere alle esigenze dei cittadini. Nel settore assicurativo, l’AI sfrutta l’enorme quantità di dati disponibili per migliorare l’efficienza e la precisione delle polizze. Gli algoritmi predittivi analizzano informazioni sui profili di rischio dei clienti, aiutando le compagnie a prevedere e gestire le esigenze future. Questo approccio consente di personalizzare le offerte, ottimizzare la gestione delle risorse e, in ultima analisi, ridurre i costi associati a trattamenti complessi e invasivi.

Per le compagnie assicurative, l’uso dei dati attraverso l’AI rappresenta un’opportunità per una gestione più raffinata e previsionale. Le polizze possono essere adattate in base ai dati specifici del rischio, migliorando l’efficacia delle coperture e il calcolo dei premi. Per i cittadini, questo significa un accesso potenziato a cure preventive e una maggiore qualità dell’assistenza sanitaria, grazie a un monitoraggio più accurato e tempestivo.

LE SFIDE ETICHE E LEGALI DELLA AI 
Tuttavia non mancano criticità: l’integrazione dell’AI nel settore delle assicurazioni sanitarie non è priva di sfide, la protezione dei dati personali è una preoccupazione cruciale, così come la trasparenza nella gestione delle informazioni sanitarie. È essenziale che l’uso di tali tecnologie avvenga in modo equo per evitare la creazione di disuguaglianze nell’accesso alle cure e garantire che le innovazioni siano a beneficio di tutti, non solo di una parte della popolazione. 

L’adozione dell’intelligenza artificiale nelle assicurazioni sanitarie evidenzia come i dati possano fare una differenza significativa nella gestione e nella qualità dei servizi. Mentre i benefici sono chiari, è fondamentale affrontare le sfide etiche e legali per garantire che lo sviluppo di queste tecnologie avvenga in modo giusto ed efficace. 

LE DIFFICOLTÀ DEL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE
In Italia, nella sanità pubblica, ci sono liste di attesa impossibili. Solo la metà delle Regioni è in regola; da nord a sud ci sono difficoltà a rispettare i tempi massimi previsti dalle diverse classi di priorità per le prestazioni da erogare (U – urgenti, entro 72 ore; B – brevi, entro 10 giorni; D – differibili, tra 30 e 60 giorni; P – programmate, entro 120 giorni). 
Il Sistema sanitario nazionale non riesce a soddisfare l’utenza, come rilevato dal monitoraggio de Il Sole 24 ore. Ci sono casi eclatanti dove bisogna aspettare quasi un anno per esami e visite; per effettuare un’ecografia all’addome ci vuole circa un anno e mezzo, per una visita specialistica cardiologica 427 giorni, mentre per una visita ginecologica ne occorrono 394. Nel 2023, su un campione analizzato di 3.800 italiani, il 69% ha rinunciato alle cure per motivi economici. 

CEDERE IL RISCHIO ALLE COMPAGNIE 
In un contesto che prevede l’esistenza di una sanità pubblica e una privata, è proprio la polizza malattia che fa la differenza, con un premio medio inferiore a 2.000 euro, ma con coperture di interventi per centinaia di migliaia di euro. Per la sua efficacia la si potrebbe considerare il secondo pilastro della sanità, il gradino intermedio per non caricarsi l’intero onere della salute propria e di tutti i membri della famiglia. 

Una sfida che deve essere affrontata con l’obiettivo di dare la possibilità a tutte le famiglie di prevenire e cedere il rischio economico alle compagnie. In un momento così importante, in cui il mercato delle coperture sanitarie sta evolvendo in un mercato di domanda, è fondamentale per noi intermediari stare al fianco del cittadino consumatore per assisterlo nelle sue scelte, proponendo le coperture più adatte alle sue esigenze, mettendolo al riparo da situazioni facili prive di contenuti. Concludiamo con un aforisma del grande filosofo Ippocrate che racchiude la saggezza di proteggere la propria salute in anticipo, evidenziando l’importanza della prevenzione per evitare conseguenze negative e rischi futuri: "Prevenire è meglio che curare".

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