In diretta dal presidio Sna di Torino
Ieri Antitrust e Isvap hanno concesso il nulla osta alla fusione
21/06/2012
No alla rottamazione degli agenti". "No alle politiche di risanamento sulla pelle di agenti e dipendenti". Sui cartelli delle tante persone intervenute al presidio Sna di Torino fuori dalla sede di Fonsai domina lo scontento per una fusione che secondo il sindacato potrebbe portare 3.500 licenziamenti, tra dipendenti di compagnie e agenzie. "Bonificare i bilanci eliminando gli sprechi" e ancora "Più dignità, più lavoro e meno cavalli" scrivono i manifestanti alludendo alla nota passione di Jonella Ligresti per l'equitazione.
Le testimonianze dei tanti agenti arrivati con i pullman organizzati anche dal sud del Paese tratteggiano una situazione gravissima, fatta di rabbia e paura, di persone che rischiano di perdere il lavoro e che chiedono risposte rispetto a un "piano di riorganizzazione aziendale che - sostiene lo Sna - nessuno ha il coraggio di presentare".
Al sit-in hanno partecipato, oltre ai vertici dello Sna, i rappresentanti di tanti gruppi agenti, oltre a quelli di Fondiaria e Sai, Domenico Assini e Jean François Mossino. Per esprimere la loro solidarietà, alcuni funzionari Fonsai sono entrati in direzione con indosso la maglietta dello Sna con la scritta "Uniti si può".
La fusione, al di là delle proteste in corso, che comunque non riguardano il merito della trattativa, è avviata a concludersi in breve tempo. Ieri Antitrust e Isvap hanno concesso il nulla osta all’integrazione tra Unipol e l'ormai quasi ex galassia Ligresti. L’ente presieduto da Giovanni Pitruzzella ha autorizzato l'operazione chiedendo la neutralizzazione, attraverso la vendita, della quota di Mediobanca in mano a Fonsai. L'Isvap ha invece chiesto espressamente che i Ligresti non abbiano alcun ruolo all'interno del nuovo gruppo, mentre entro 18 mesi Ugf e la Grande Unipol dovranno avere due ad distinti.
Le azioni di Piazzetta Cuccia dovranno essere depositate in un fiduciario gradito all’Antitrust e vincolato con istruzioni ''permanenti e irrevocabili di astenersi dal partecipare ad assemblee di Mediobanca e dall'esercitare i diritti di voto connessi''. L'Antitrust chiede anche ai soggetti del riassetto di vendere a terzi l'1% di Generali. Andranno vendute immediatamente eventuali partecipazioni che dovessero entrare in Piazzetta Cuccia nella Grande Unipol. Non potranno venir convertiti in quote azionarie i prestiti. Mediobanca non potrà poi entrare in Unipol o Finsoe finché rimarrà ''il controllo su Generali''.
A Unipol si chiede di realizzare cessioni tali per posizionarsi a riassetto compiuto al di sotto del 30% dei rispettivi mercati, con un faro soprattutto sull'Rc Auto e la presenza nella distribuzione delle polizze in 93 province.
Piazzetta Cuccia dovrà iniziare a ridurre l'attuale debito di Unipol, Fonsai e Milano Assicurazioni azzerandolo in prospettiva. Andrà poi subito sciolto con l'ingresso di Unipol in Premafin il patto su Fonsai che lega Unicredit (primo azionista Mediobanca) e la stessa Premafin. Si dovranno poi dimettere i tre consiglieri Fonsai di indicazione Unicredit: Salvatore Militello, Roberto Cappelli e Ranieri De Marchis.
Esclusi, infine, patti di Unipol con Mediobanca o Unicredit su Fonsai. O accordi di Finsoe su Unipol con Mediobanca e Unicredit.
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