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L'equilibrio nella gestione del Fondo Pensione Agenti

Da un disavanzo prospettico di circa 30 milioni di euro, il fondo è passato ad un avanzo prospettico di circa 17 milioni di euro. Una capacità di gestione che, secondo Lucio Modestini, presiedente FPA, ha saputo fare i conti con evoluzioni di carattere tecnico-attuariale e con il difficile scenario economico

L'equilibrio nella gestione del Fondo Pensione Agenti
In un Paese quale è l'Italia, dove la previdenza ha sempre avuto un ruolo importante e il concetto di risparmio è profondamente radicato, non fa eccezione la categoria degli agenti di assicurazione che, da circa 37 anni, su iniziativa del Sindacato Nazionale Agenti e dell'Ania, hanno costituito la Cassa Pensione", poi trasformata in Fondo Pensione in virtù delle susseguenti modifiche legislative.
FPA è un fondo complementare preesistente che garantisce una tutela previdenziale agli agenti professionisti. In altre parole è il fiore all'occhiello degli agenti italiani e del sindacato, ma crediamo anche della Confindustria assicurativa, i cui risultati finanziari e di gestione vanno attribuiti soprattutto alle capacità professionali, sicuramente non comuni, del presidente Lucio Modestini (al suo terzo mandato) e di tutti i componenti del consiglio di amministrazione, composto per il 50% da agenti e per il 50% da rappresentanti delle imprese. Squadra coesa, sempre attenta alle mutazioni socio-economiche e pronta a
riallineare le eventuali nuove situazioni ai fatti contingenti.
Al presidente Lucio Modestini, 73 anni, agente Groupama ad Arezzo dal '64, per anni componente del esecutivo nazionale Sna, rappresentante nel Bipar e componente Commissione Industria della Camera per la costituzione della legge 48/79 (Albo Agenti), chiediamo di illustrarci il valore e gli obiettivi del fondo.

Il nostro Paese sta vivendo una delle crisi economiche e sociali più gravi del dopoguerra. Queste difficoltà come si ripercuotono sulla realtà del Fondo Pensione Agenti?
La crisi che ha investito il Paese ha colpito tutti i settori di attività. I riflessi sul nostro fondo hanno riguardato soprattutto le nuove adesioni, in costante diminuzione a causa della riduzione del numero delle agenzie e delle evidenti difficoltà dei colleghi a destinare quote di risparmio alla previdenza complementare in un contesto di contrazione dei redditi. Ha inciso fortemente anche il calo dei rendimenti finanziari degli ultimi anni che hanno
fatto registrare valori molto al di sotto delle medie storiche. Entrambi gli elementi hanno influito sulla stabilità di FPA: i rendimenti finanziari, inferiori a quelli ipotizzati nell'elaborazione del bilancio tecnico-attuariale e i flussi contributivi, inferiori a quelli stimati per effetto delle minori iscrizioni, hanno generato uno squilibrio tecnicoattuariale prospettico dovuto alla particolare natura del fondo, in cui i livelli pensionistici sono predeterminati e non collegati in senso stretto all'andamento della gestione.

Quali provvedimenti ha adottato il cdA del fondo per affrontare e risolvere le criticità emerse in questi ultimi anni, non ultima l'allungarsi della vita media?
Proprio la natura del nostro fondo, che garantisce una prestazione definita ai suoi iscritti ha da sempre imposto agli amministratori un'attenzione particolare all'equilibrio tecnicoattuariale nel lungo periodo. Già sul finire degli anni '90 gli amministratori adottarono provvedimenti finalizzati al contenimento degli oneri pensionistici per far fronte a segnali di squilibrio prospettico dovuti anche all'aumento della speranza di vita media. Successivamente anche le parti sociali si sono fatte carico della salvaguardia dell'equilibrio tecnico-attuariale deliberando un aumento delle contribuzioni a partire dal 2004.
L'anno scorso il cda del fondo ha istituito un'apposita commissione studi che, partendo da una accurata analisi del bilancio tecnico-attuariale, ha individuato le criticità esistenti ed ha proposto alcune soluzioni tese, da un lato, al contenimento degli oneri che gravano sulla gestione pensionistica e, dall'altro, al ripristino di un principio di equità tra generazioni attraverso la previsione di un meccanismo diversificato di rivalutazione delle pensioni in corso e della base di calcolo delle pensioni future. 
I provvedimenti individuati, e recentemente approvati con grande senso di responsabilità dall'assemblea dei delegati in seduta straordinaria, hanno consentito di ripristinare l'equilibrio tecnico-attuariale della gestione ordinaria del Fondo passando da un disavanzo prospettico di circa 30 milioni di euro ad un avanzo prospettico di circa 17 milioni di euro.

Quale atteggiamento hanno assunto le organizzazioni di categoria degli agenti e delle imprese di fronte alle proposte del FPA?
Gli agenti hanno capito la situazione e hanno accettato il sacrificio chiesto a ognuno di loro per salvaguardare il fondo nell'interesse di tutti. Le imprese hanno assunto un'importante decisione. A seguito della recente riforma, anche per il nostro fondo, poiché complementare all'Inps, l'età pensionabile è passata da 65 a 66 anni. L'innalzamento dell'età ha comportato un vuoto contributivo, in quanto per effetto dell'Accordo imprese agenti l'obbligo della contribuzione a carico delle imprese era bloccato a 65 anni. Le imprese, per dare un segno di partecipazione al percorso intrapreso da FPA per il ripristino dell'equilibrio tecnico-attuariale, hanno deciso di proseguire i versamenti contributivi a loro carico fino alla nuova età di pensionamento.
Questo segnale di partecipazione nell'interesse della salvaguardia del futuro di FPA risulta ancora più significativo se si pensa all'inesistenza dei rapporti
tra le parti sociali in questi ultimi anni.

Dalle sue risposte mi sembra di cogliere una visione positiva sul futuro di FPA e sui rapporti tra le parti sociali. Come ha accolto alcuni commenti circolati negli ultimi giorni sulle presunte difficoltà finanziare del Fondo Pensione?
Innanzitutto desidero chiarire che FPA non ha alcuna difficoltà di carattere finanziario, visto che nel 2011 ha realizzato un avanzo di gestione (cioè un utile
di esercizio) di più di 12 milioni di euro. Le difficoltà, ora superate, erano di tipo tecnico-attuariale, e la differenza è fondamentale. Il bilancio tecnico-attuariale
è uno strumento previsionale altamente complesso che serve agli amministratori per valutare le tendenze in atto proiettate nel lungo periodo. In particolare
vengono prese in considerazione le stime dei futuri flussi per pensioni, contributi e redditi in un orizzonte temporale che abbraccia parecchi decenni. Un saldo
negativo ad oggi, peraltro di modesta entità visto l'ordine delle grandezze in gioco, segnala semplicemente che potrebbero, nel corso degli anni, manifestarsi
difficoltà strutturali qualora venissero confermate le tendenze in atto. Si ha in ogni modo tutto il tempo a disposizione per apportare i necessari correttivi,
come avvenuto nel recente passato, e ripristinare il corretto equilibrio della gestione.
Mi dispiace soltanto che certi commenti, basati su falsi presupposti, contribuiscano a produrre effetti negativi in un contesto già di per sé particolarmente
delicato e non rendano giustizia agli sforzi compiuti ed ai risultati positivi raggiunti con il contributo di tutti.

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