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Resilienza verde: è l’ora giusta per la transizione ecologica

Ora più che mai può formarsi una naturale alleanza tra settore finanziario e politiche sostenibili. I player europei del settore dei rischi hanno solo da guadagnare dalle strategie a lungo termine, tipiche delle policy green. Il dibattito sul clima, in un recente evento online organizzato da Insurance Europe

Resilienza verde: è l’ora giusta per la transizione ecologica
Se resilienza è stata la parola nuova di questi anni di pandemia, e lo sarà anche per i prossimi quando finalmente si ripartirà, per il settore assicurativo lo è da sempre. L’industry si fonda sul concetto di resilienza e, ora più che mai, può insegnare ad altri come interpretarla e applicarla. 

Già perché, proprio in questi anni, i rischi e la loro gestione si stanno caratterizzando per la coda lunga e la persistenza: ecco perché non basta resistere, occorre farlo con flessibilità; la resistenza non potrà essere un arrocco passivo a difesa dello status quo, ma un processo di crescita e sviluppo, in cui i rischi diventano opportunità e ricchezza. Dai rischi finanziari a quelli geopolitici, fino ad arrivare a quelli climatici, le sfide sono tante e aperte. 

 In occasione dell’uscita del suo annual report, Insurance Europe ha organizzato la Resilience Week, una serie di incontri in streaming, in cui ha coinvolto alcuni tra i principali player del settore assicurativo, insieme a decisori politici, istituzioni, centri studi e stakeholder dei settori assicurativo, finanziario e produttivo.   

Traiettoria discendente
Tra questi eventi, ci concentriamo su quello che ha riguardato il clima, accompagnato dalle evidenze dello Swiss Re Institute che ha recentemente stimato che, nell’attuale traiettoria, il Pil globale potrebbe essere inferiore dell’11-14% entro la metà del secolo rispetto a quello che sarebbe stato in un mondo senza cambiamenti climatici. Mentre il cambiamento climatico continua la sua parabola peggiorativa, gli eventi meteorologici estremi, come inondazioni, tempeste e siccità, stanno aumentando di frequenza e intensità
Nonostante questa consapevolezza, un numero crescente di persone in tutto il mondo è esposto ai rischi che derivano da questi eventi estremi, senza essere adeguatamente protetti.  

Colmare le lacune di protezione, aumentando così la resilienza climatica di comunità, famiglie e individui, è un compito fondamentale e gli assicuratori sono nella posizione ideale per contribuire. Tuttavia, questo non può essere affrontato solo dagli assicuratori, ma richiede piuttosto il coinvolgimento del settore pubblico e potenzialmente anche di altre parti interessate.  

Un momento favorevole
Secondo Jad Ariss, managing director di Geneva Association, intervenuto nel corso dell’evento, compito del settore assicurativo è anche dialogare con le industrie e i settori inquinanti, muovendo da una logica di pura penalizzazione (non assicurabilità o taglio degli investimenti) a una di incentivazione di politiche sostenibili. 
“Serve passare da un approccio individuale a uno collettivo”, ha ricordato, citando i buoni esempi delle iniziative di Allianz e Axa, cioè la Net-zero asset owner alliance e la Net-zero insurance underwriting alliance. 

La consapevolezza è un punto cardine per il successo di tutte le iniziative sul clima e forse mai come ora l’impegno appare finalmente trasversale. 
Ora c’è un momento favorevole anche per la popolazione che sente queste problematiche. Dobbiamo fare più alleanze possibili, dobbiamo essere fully committed”, ha detto Christian Mumenthaler, group ceo di Swiss Re, intervenendo al dibattito.   

La protezione a targhe alterne 
Le catastrofi naturali, ricordano i dati di Swiss Re, hanno portato a oltre 175 miliardi di dollari di perdite a livello globale nel 2020, in aumento del 26% rispetto al 2019. Un’analisi del 2019 sui dati sulle inondazioni negli ultimi cinquant’anni ha rilevato che gran parte dell'Europa centrale e nord-occidentale ha registrato un aumento fino all’11% ogni decennio della portata annuale delle inondazioni dei fiumi.  

“Il protection gap varia molto da Paese a Paese”, ha spiegato Mumenthaler, citando in negativo l’esempio italiano, dove solo l’1,5% della popolazione è assicurata contro i terremoti, a fronte di un rischio molto alto. “L’opposto di quanto sta accadendo in Canada – ha aggiunto – dove sta aumentando il rischio inondazioni e sta crescendo di conseguenza le polizze collegate”. Ma si sa che l’Europa è un continente disomogeneo, i cui singoli Stati, anche all’interno dell’Unione Europea, come noto, sono guidati da forze contrapposte.

Eppure è proprio l’Europa a poter cogliere le maggiori opportunità dalle politiche sostenibili
“Ci appettiamo investimenti massicci perché la transizione sarà immensa. Tutto cambierà nei prossimi anni. I ceo europei sanno cosa fare e devono farlo rapidamente”, ha chiosato Mumenthaler.  

La naturale alleanza
Ma cosa potranno fare i policymaker, le istituzioni? Secondo Sven Giegold, membro del Parlamento Europeo nel gruppo dei Verdi Europei, ora più che mai può formarsi una “naturale alleanza tra settore finanziario e transizione ecologica”. Questa naturale alleanza, ha continuato, deve riflettersi nelle politiche sulla sostenibilità, indipendentemente dai colori dei partiti di appartenenza. 

“Abbiamo bisogno di voi”, ha detto rivolgendosi idealmente ai player europei del settore dei rischi, “quando altre lobby mettono un freno alle politiche sostenibili e verdi, perché siete voi che guadagnate dalle strategie a lungo termine, tipiche delle policy green. Gli Stati dovrebbero avere un approccio sistematico e collaborativo con le assicurazioni, perché così converrebbe a tutti”, ha sottolineato Giegold. 

L’impegno dei policymaker è associare “la realtà economica e quella ecologica”, rendendo gli investimenti sostenibili e profittevoli. “L’Europa – ha concluso l’esponente dei Verdi Europei – deve cogliere il momento dell’amministrazione Biden per un accordo transatlantico adatto a finanziare una transizione globale”. Solo così l’asse geopolitico e industriale tornerebbe a ovest, in un nuovo capitalismo della sostenibilità.

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