Cineas, ancora poco risk management
Anche dopo l’esperienza della pandemia, secondo l’ultimo osservatorio del consorzio universitario, la gestione del rischio in azienda resta limitata
L’esperienza della pandemia ha solo in parte favorito la gestione del rischio in azienda. L’ultima edizione dell’Osservatorio sulla diffusione del risk management nelle medie imprese italiane, realizzato da Cineas e presentato questa mattina al Politecnico di Milano, evidenzia che soltanto il 44% delle aziende ha dato maggior risalto alla funzione di gestione del rischio. Per tutte le altre, ben il 56%, le cose sono rimaste sostanzialmente come erano prima. Più in generale, soltanto il 26,5% delle imprese ritiene prioritario introdurre un sistema di gestione e controllo dei rischi.
Stando ai risultati della ricerca, realizzata in collaborazione con Ipsos, l’esperienza della pandemia ha avuto effetto soprattutto sulle imprese che già facevano risk management. Il 54,2% delle aziende con un modello di mappatura del rischio a livello del cda, per esempio, ha dato maggior risalto alla funzione di gestione del rischio.
“La presenza di una governance dei rischi è importante in un modello evoluto di gestione del rischio, pertanto esiste una sostanziale differenza di approccio tra le imprese che portano i temi del risk management al livello dei consiglio di amministrazione e quelle che gestiscono il rischio come componente tecnica", ha commentato Massimo Michaud, presidente di Cineas. “Anzitutto una gestione più sofisticata del rischio (integrato o segmentato) è adottata dall’82% delle prime contro il 33% delle seconde. Inoltre – ha proseguito – le aziende in cui il board è coinvolto vedono la gestione del rischio come un investimento strategico, mirato anzitutto a consentire migliori decisioni”.
Il rischio maggiormente percepito dalle imprese è dato dalla crisi climatica e dall’aumento dei fenomeni naturali estremi (74,4%), seguito dal rallentamento del mercato globale (68,4%) e di quello locale (64,8%). In coda si piazza invece il cyber risk (45,2%), tema al centro di un approfondimento dell’osservatorio. Nel dettaglio, la ricerca ha rilevato un elevato gap di protezione: soltanto il 19% delle imprese intervistate, a tal proposito, ha sottoscritto una qualche forma di polizza cyber. Appena il 32,8% delle aziende giudica adeguata l’offerta assicurativa, mentre per tutte le altre le soluzioni disponibili risultano troppo care o non in linea con i bisogni di business.
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