Via libera a Destinazione Italia, sconti obbligatori sull'Rc auto
Il Governo impone alle compagnie riduzioni minime sulle tariffe. L'Ania: queste misure ledono il principio europeo della libertà tariffaria
13/12/2013
Il Governo ha approvato il piano Destinazione Italia, i cui contenuti sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa dallo stesso presidente del Consiglio, Enrico Letta. Tra i vari interventi, il pacchetto contiene quelle significative misure sull'Rc auto", di cui si è tanto parlato nel corso degli ultimi mesi; iniziative he dovranno apportare "un calo del costo Rc auto per i consumatori, e la riduzione delle frodi". Secondo quanto puntualizzato dal ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, "lo sconto sulla tariffa non verrà determinato sul mercato: ci sono sconti minimi imposti dal 10% al 4%". Gli sconti dovranno derivare dai risparmi che le compagnie dovrebbero cumulare grazie ai nuovi meccanismi di lotta alle frodi. "La cosa interessante - ha voluto rimarcare il ministro - è che lo sconto è affidato a un meccanismo obbligatorio". A tutto ciò si aggiunge uno "sconto per chi ha la scatola nera", da mettere in pratica attraverso "un meccanismo di gps e accelerometri in grado di documentare i sinistri".
Dal punto di vista di chi, queste misure, sarà costretto ad applicarle, le compagnie hanno immediatamente voluto rimarcare la propria netta contrarietà. In una nota ufficiale diffusa subito dopo la conferenza stampa dell'Esecutivo, l'Ania, pur precisando di attendere "di conoscere i dettagli del decreto approvato", ha fatto sapere che "laddove fosse verificata l'introduzione di misure impositive in materia di obbligo di offerta di prodotti o di sconti predefiniti in maniera tale da ledere il principio europeo della libertà tariffaria - ha spiegato il presidente Aldo Minucci - queste misure incontrerebbero la nostra opposizione". L'Ania, si legge in una nota, "ha raccolto sin dall'estate la sollecitazione del Governo a una riflessione sulle misure che possono condurre a una riduzione dei prezzi delle tariffe Rc auto attraverso la riduzione del costo dei sinistri". L'associazione delle imprese ricorda di aver più volte proposto "misure efficaci e di facile e immediata applicazione", come quella dell'approvazione della tabella unica per il risarcimento dei danni fisici di grave entità e previsioni "finalizzate a rafforzare l'azione di contrasto alle frodi". Le misure, così come annunciate oggi dall'Esecutivo, "non sarebbero peraltro in grado di raggiungere gli obiettivi del Governo, da noi condivisi, di ridurre i costi della Rc auto e i prezzi pagati dagli assicurati", ha chiosato Minucci.
Dal punto di vista di chi, queste misure, sarà costretto ad applicarle, le compagnie hanno immediatamente voluto rimarcare la propria netta contrarietà. In una nota ufficiale diffusa subito dopo la conferenza stampa dell'Esecutivo, l'Ania, pur precisando di attendere "di conoscere i dettagli del decreto approvato", ha fatto sapere che "laddove fosse verificata l'introduzione di misure impositive in materia di obbligo di offerta di prodotti o di sconti predefiniti in maniera tale da ledere il principio europeo della libertà tariffaria - ha spiegato il presidente Aldo Minucci - queste misure incontrerebbero la nostra opposizione". L'Ania, si legge in una nota, "ha raccolto sin dall'estate la sollecitazione del Governo a una riflessione sulle misure che possono condurre a una riduzione dei prezzi delle tariffe Rc auto attraverso la riduzione del costo dei sinistri". L'associazione delle imprese ricorda di aver più volte proposto "misure efficaci e di facile e immediata applicazione", come quella dell'approvazione della tabella unica per il risarcimento dei danni fisici di grave entità e previsioni "finalizzate a rafforzare l'azione di contrasto alle frodi". Le misure, così come annunciate oggi dall'Esecutivo, "non sarebbero peraltro in grado di raggiungere gli obiettivi del Governo, da noi condivisi, di ridurre i costi della Rc auto e i prezzi pagati dagli assicurati", ha chiosato Minucci.
Ania, tra imposte e Bankitalia
L'aggravio di imposta che le assicurazioni dovranno subire per la copertura del mancato gettito della seconda rata dell'Imu è stimabile in 400 milioni di euro. Lo ha reso noto Dario Focarelli, il direttore generale dell'Ania, durante l'audizione in commissione Finanze del Senato in merito alla conversione in legge del decreto del 30 novembre 2013. Per le assicurazioni e le banche, il decreto stabilisce l'innalzamento dell'aliquota degli acconti Ires e Irap per il 2013 pari al 130%, e prevede un'addizionale una tantum aumentata dell'8,5%, dal 27,5% al 36%. L'Ania, come già ribadito in altre circostanze, ritiene incostituzionale e illegittimo questo provvedimento perché discriminante rispetto agli altri settori industriali italiani. Focarelli ricorda che, qualora non sia corretta questa disposizione, l'Ania è pronta a fare ricorso anche in Europa. Infine, la rivalutazione delle quote del capitale di Bankitalia, in discussione, "da un punto di vista finanziario - sottolinea il dg - non sono un gran regalo" per le compagnie. Il rendimento massimo del 6% non sarebbe sufficiente ad alleggerite l'impatto dell'inflazione. Per questo motivo, Focarelli dubita che si crei un mercato delle quote della Banca d'Italia, uno degli obiettivi del decreto.
L'aggravio di imposta che le assicurazioni dovranno subire per la copertura del mancato gettito della seconda rata dell'Imu è stimabile in 400 milioni di euro. Lo ha reso noto Dario Focarelli, il direttore generale dell'Ania, durante l'audizione in commissione Finanze del Senato in merito alla conversione in legge del decreto del 30 novembre 2013. Per le assicurazioni e le banche, il decreto stabilisce l'innalzamento dell'aliquota degli acconti Ires e Irap per il 2013 pari al 130%, e prevede un'addizionale una tantum aumentata dell'8,5%, dal 27,5% al 36%. L'Ania, come già ribadito in altre circostanze, ritiene incostituzionale e illegittimo questo provvedimento perché discriminante rispetto agli altri settori industriali italiani. Focarelli ricorda che, qualora non sia corretta questa disposizione, l'Ania è pronta a fare ricorso anche in Europa. Infine, la rivalutazione delle quote del capitale di Bankitalia, in discussione, "da un punto di vista finanziario - sottolinea il dg - non sono un gran regalo" per le compagnie. Il rendimento massimo del 6% non sarebbe sufficiente ad alleggerite l'impatto dell'inflazione. Per questo motivo, Focarelli dubita che si crei un mercato delle quote della Banca d'Italia, uno degli obiettivi del decreto.
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