Ania, sul decreto Imu faremo ricorso in Europa
Il presidente Aldo Minucci giudica inaccettabili per il settore gli aumenti delle aliquote Ires
28/11/2013
L'Ania (insieme all'Abi) si schiera seccamente contro la decisione del Governo di aumentare, per il 2013 l'aliquota dell'Ires dal 27,5% al 36% e l'acconto, che va versato entro il 10 dicembre, fissato al 128% per il 2013 e al 127% per il 2014, per quanto riguarda assicurazioni e banche. Il tutto per coprire le spese dell'abolizione della seconda rata dell'Imu.
Aldo Minucci, presidente dell'Ania, replica, precisando che il settore assicurativo ha già dato" con il contributo chiesto sulle polizze vita. "Io credo - ha continuato - che non esista da nessuna parte del mondo una legislazione fiscale che preveda degli acconti di questa entità". L'Ania ritiene, senza mezzi termini, la norma discriminatoria con profili di incostituzionalità. E, anche per questo, "andrebbe comunicata preventivamente a Bruxelles perché si potrebbe configurare come una violazione delle norme sugli aiuti di Stato". Minucci ribadisce di voler far valere le ragioni del comparto in tutte le "sedi istituzionali e giudiziarie", fino al ricorso alla Corte Europea.
Il settore assicurativo, ricorda Minucci, "nei momenti di maggior crisi economica, ha mantenuto un atteggiamento di serietà, di responsabilità, continuando a detenere oltre 200 miliardi di euro in titoli pubblici, che non sono stati dismessi ma sistematicamente rinnovati. Il settore, infine, non ha mai espulso lavoratori dipendenti durante questa crisi: basterebbe una riduzione della componente di intermediazione professionale pari al 10% per avere 20mila persone sulla strada".
Aldo Minucci, presidente dell'Ania, replica, precisando che il settore assicurativo ha già dato" con il contributo chiesto sulle polizze vita. "Io credo - ha continuato - che non esista da nessuna parte del mondo una legislazione fiscale che preveda degli acconti di questa entità". L'Ania ritiene, senza mezzi termini, la norma discriminatoria con profili di incostituzionalità. E, anche per questo, "andrebbe comunicata preventivamente a Bruxelles perché si potrebbe configurare come una violazione delle norme sugli aiuti di Stato". Minucci ribadisce di voler far valere le ragioni del comparto in tutte le "sedi istituzionali e giudiziarie", fino al ricorso alla Corte Europea.
Il settore assicurativo, ricorda Minucci, "nei momenti di maggior crisi economica, ha mantenuto un atteggiamento di serietà, di responsabilità, continuando a detenere oltre 200 miliardi di euro in titoli pubblici, che non sono stati dismessi ma sistematicamente rinnovati. Il settore, infine, non ha mai espulso lavoratori dipendenti durante questa crisi: basterebbe una riduzione della componente di intermediazione professionale pari al 10% per avere 20mila persone sulla strada".
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