Neutralità climatica, le imprese vogliono arrivarci prima del 2050

È emersa quella che la ricerca definisce "una certa tendenza" degli investitori a non essere "prescrittivi". 

Tutte le aziende analizzate hanno almeno un indicatore di tipo climatico, contro una media europea del 65%. Tuttavia, il peso di questi indicatori è ancora limitato se "commisurato all’impatto devastante che l’aumento delle temperature potrebbe provocare sul pianeta", precisa Wtw. Il peso di questi Kpi è pari all'8% nei piani di incentivazione a breve termine e al 11,5% in quelli a lungo termine. 

Tra i principali indicatori utilizzati per valutare la produttività in termini Esg ci sono la misurazione della riduzione dei Ghg (gas a effetto serra): la produzione di energia da fonti rinnovabili; il potenziamento delle flotte aziendali con veicoli elettrici; il miglioramento della qualità dell’acqua; imballi in plastica progettati per il riciclaggio; l'incremento del livello di plastica riciclata negli imballi utilizzati e prodotti; la riduzione dell’uso di acqua nelle fasi produttive; la progettazione di edifici che contengano legna da aree coltivate; l'attività di riforestazione; il rating di Cdp (Carbon disclosure project).  

Vanno considerati, sottolinea Wtw, anche i target di biodiversità e l’utilizzo di modelli di economia circolare. 

"Anche per le Pmi è importante inserire i rischi climatici nella valutazione dei rischi aziendali, stabilire le metriche e avviare la misurazione nella prospettiva di predisporre in tempi ragionevoli un piano di transizione climatica",  ha spiegato Edoardo Cesarini, amministratore delegato di Wtw. "È, inoltre, importante per le aziende saper declinare i Kpi ambientali nei sistemi di performance management e individuare programmi e forme di engagement per la generalità dei dipendenti, non solo per l’alta direzione: solo un approccio che coinvolga la generalità dei dipendenti - ha concluso - può assicurare la messa a terra dei piani di transizione energetica".