Ivass, il punto sull’arbitro assicurativo
Intervenuto nel corso di un convegno a Roma, il segretario generale Stefano De Polis ha illustrato iter di costituzione, peculiarità, caratteristiche e obiettivi dell’organismo che, nelle intenzioni dell’istituto di vigilanza, dovrebbe favorire la risoluzione stragiudiziale delle controversie in materia di assicurazioni
Che fine ha fatto l’arbitro assicurativo? Per usare le parole di Stefano De Polis (nella foto), “l’iter di costituzione è ancora in corso”. Intervenuto in occasione di un convegno che si è svolto recentemente a Roma, il segretario generale dell’Ivass ha fatto il punto su percorso istitutivo, peculiarità, caratteristiche e obiettivi dell’organismo che, voluto dal legislatore nel 2018, si propone di favorire la risoluzione stragiudiziale delle controversie in materia di assicurazioni e, di conseguenza, di migliorare la tutela del cliente. Peccato però che ancora non abbia visto la luce.
“La costituzione dell’arbitro assicurativo è affidata a un decreto interministeriale che deve essere emanato dal ministero dello Sviluppo economico (ora ministero delle Imprese e del made in Italy) di concerto con il ministero della Giustizia, su proposta dell’Ivass”, ha ricordato De Polis. La prima proposta dell’istituto di vigilanza è arrivata nell’agosto del 2019 e ora, ha proseguito, “siamo in contatto con i dicasteri interessati, cui abbiamo offerto piena collaborazione e disponibilità per individuare le soluzioni più efficaci”.
Circa 100mila reclami all’anno
A contribuire ulteriormente al ritardo ci sono poi la peculiare struttura del mercato, caratterizzato da una grande varietà di operatori, e la natura stessa delle possibili controversie, molte delle quali, a detta di De Polis, “è prevedibile vertano sull’accertamento della responsabilità, della valutazione e della quantificazione dei danni, difficili da dimostrare con i soli mezzi probatori documentali consentiti nel procedimento arbitrale: non dimentichiamo infatti – ha aggiunto – che l’arbitro non può ricorrere a consulenze tecniche”.
E pensare però che dell’arbitro assicurativo ce ne sarebbe tanto bisogno. De Polis, a tal proposito, ha ricordato che le imprese di assicurazioni “ricevono circa 100mila reclami all’anno, il 30% dei quali sono accolti o portano comunque a una soluzione condivisa”. Oltre 20mila di quelli non accolti, ha proseguito, “vengono annualmente inviati dagli assicurati all’Ivass, che li esamina nel merito e avvia una interlocuzione con gli operatori”. Nel 2022 l’istituto di vigilanza è arrivato a gestire quasi 25mila reclami, con un incremento significativo (+22,2%) rispetto all’anno precedente. La maggioranza dei reclami (circa il 60%) ha riguardato il settore dell’Rc auto e la quasi totalità delle lamentele (circa il 90%) ha toccato modalità e tempistiche della liquidazione dei sinistri. Numeri di tutto rispetto anche per quanto riguarda polizze sanitarie, polizze per la responsabilità civile professionale, polizze viaggio e contratti vita.
Strumenti per la tutela del cliente
Secondo De Polis, è tempo di rafforzare gli strumenti di giustizia stragiudiziale, “soprattutto per i suoi caratteri di prossimità e accessibilità”. L’avvio dell’arbitro assicurativo, ha aggiunto, “è dunque sempre più urgente” e l’auspicio dell’autorità di vigilanza è che le sue decisioni, in particolare per quanto riguarda le controversie in tema di interpretazione dei contratti e regole di condotta, possano “indurre gli operatori e di mercato a conformare i loro comportamenti così da contrarre a monte i reclami degli assicurati”.
Con l’arbitro assicurativo, ha concluso De Polis, “si aggiungerà un ulteriore, importante tassello a favore di una tutela sostanziale e di prossimità della clientela e del più ampio obiettivo dell’Ivass di contribuire a ridurre alla fonte i motivi di contenzioso tra clienti e operatori del settore assicurativo”.
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