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Nuovi rischi, Swiss Re teme l’effetto valanga

Il riassicuratore svizzero identifica 16 nuovi pericoli in grado a loro volta di generare nuove minacce in tutto il pianeta: eventi come le catastrofi naturali, interruzioni delle forniture energetiche o del commercio internazionale, attacchi informatici o il sottofinanziamento della sanità

Nuovi rischi, Swiss Re teme l’effetto valanga
I confini dell’incertezza sono sempre più sottili, e assumono sempre di più una dimensione globale. Lo mette in chiaro Swiss Re, che in un report identifica 16 rischi emergenti che sarebbero potenzialmente in grado di innescare un incontrollabile effetto valanga su scala planetaria. Le catastrofi naturali, è uno degli esempi evidenziati da Swiss Re, provocano danni alle proprietà e perdite di vite umane, ma gli effetti collaterali possono essere altrettanto negativi.

Gli incendi possono contaminare o rendere inaccessibili le fonti d'acqua. Inondazioni e tempeste possono danneggiare le reti energetiche e interrompere quelle di trasporto, bloccando fabbriche e produzione. Se vengono colpite infrastrutture strategiche, per esempio quelle della finanza digitalizzata, o le catene di approvvigionamento delle merci, la conta dei danni può diventare enorme.

I cambiamenti climatici e i problemi del commercio internazionale, sostiene il riassicuratore svizzero, si ripercuotono sui sistemi sanitari oggi sotto pressione in tutti i paesi del mondo, non solo in Italia. L’accesso all’acqua pulita o ai servizi igienici o la disponibilità di beni come le medicine possono essere compromessi a causa di eventi improvvisi. Tutto ciò, oltre a rappresentare già di per sé un danno, provoca ulteriori effetti come l’aumento della spesa sanitaria, l’assenteismo, la carenza di personale. 
Secondo Swiss Re, “l’indebolimento dei servizi sanitari aumenta esponenzialmente i rischi, non solo perché ritardi o inadeguatezza delle cure contribuiscono ad aumentare la morbilità e la mortalità degli individui, ma anche perché rendono le società nel loro complesso più vulnerabili”.

Dopo le interruzioni del commercio internazionale che si sono verificate durante la pandemia, si legge inoltre nel rapporto, la sicurezza delle supply chain era diventata una priorità. L’attenzione ora è tornata a focalizzarsi sulla riduzione dei costi nel breve periodo. La crisi del Mar Rosso, con i bombardamenti delle navi occidentali da parte degli Houthi yemeniti, mostra come il commercio internazionale sia ancora vulnerabile, e secondo Swiss Re è probabile che le principali rotte di approvvigionamento mondiale diventino meno sicure.

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