Transizione verde, pochi rischi per il mercato finanziario
Un recente report della Bce e dell'Esa evidenzia come le minacce connesse al green shift non potranno da sole mettere in crisi la stabilità finanziaria nell'Unione Europea
Difficilmente il rischio della transizione verde potrà da solo mettere in crisi il settore finanziario europeo. Stando a una recente analisi della Bce e dell’Esa, anche in uno scenario di rapida correzione dei prezzi le perdite nei diversi mercati resterebbero infatti limitate, comprese fra il -5,2% dell’industria assicurativa e il -6,7% del settore bancario in un orizzonte temporale di otto anni. “È improbabile che i rischi di transizione possano da soli minacciare la stabilità finanziaria”, si legge nel report.
Maggiore preoccupazione desta invece l’eventualità che un simile scenario possa combinarsi a shock macroeconomici. In questo caso, le perdite di mercato si porrebbero su livelli senza dubbio più elevati, arrivando a toccare il 21,5% nel comparto dei fondi pensione.
Per quanto considerevole, il rapporto evidenzia tuttavia che l’impatto di simili perdite sul capitale delle istituzioni finanziarie “potrebbe essere mitigato da fattori come gli introiti delle banche o le passività di assicurazioni e fondi pensione”.
In ogni caso, gli autori del report sottolineano la necessità di “un approccio coordinato al finanziamento della transizione verde e il bisogno per le istituzioni finanziarie di integrare il rischio climatico nei loro modelli di risk management in maniera completa e tempestiva”.
Il report è stato realizzato nell’ambito della strategia Fit-for-55 adottata dall’Unione Europea per ridurre del 55% le emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2030.
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