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Bper Banca, ops su Banca Popolare di Sondrio

Offerta da 9,527 euro per azione, con un controvalore complessivo di 4,3 miliardi di euro

Bper Banca, ops su Banca Popolare di Sondrio
Altra mossa a sorpresa nel risiko bancario in Italia. Altra mossa a sorpresa che, dopo il triangolo fra Mps, Mediobanca e Generali, finisce per coinvolgere un altro colosso del mercato assicurativo. Questa volta il protagonista è Unipol

Ieri sera Bper Banca ha lanciato un'offerta pubblica di scambio sulla totalità delle azioni ordinarie di Banca Popolare di Sondrio: entrambi gli istituti, com'è noto, vedono come il gruppo guidato da Carlo Cimbri come primo azionista, con una quota rispettivamente del 19,8% (potenzialmente 24,6% attraverso swap) e del 19,7%.

L'ops, nel dettaglio, prevede un rapporto di concambio di 1,45 azioni di nuova emissione di Bper Banca per ogni titolo esistente di Popolare di Sondrio, con un prezzo implicito di 9,527 euro per azione e un premio pari a circa il 6,6% rispetto al valore del titolo registrato lo scorso 5 febbraio e al 10,3% rispetto alla media ponderata degli ultimi tre mesi. In caso di adesione totalitaria all'offerta, l'operazione avrebbe un valore complessivo di 4,3 miliardi di euro.

Bper Banca punta a raggiungere una partecipazione del 50% in Popolare di Sondrio, in modo da poter assumere una posizione di controllo sull'istituto. L'istituto si accontenterebbe tuttavia anche di raggiungere una quota superiore al 35%, visto che una simile partecipazione potrebbe comunque consentire a Bper Banca, considerando l'attuale conformazione dell'azionariato di Popolare di Sondrio, di esercitare un'influenza dominante. Se poi dovesse arrivare al 90%, ha già annunciato l'intenzione di procedere al delisting del titolo.

L'operazione, nelle intenzioni dei promotori, dovrebbe essere completata nella seconda metà del 2025 per poter così procedere entro la fine dell'anno, previa riconoscimento delle autorizzazioni previste dalla normativa vigente, alla piena integrazione delle due realtà.

Al perfezionamento dell'operazione, l'utile netto atteso per il 2027 si attesterebbe a più di due miliardi di euro, con un RoTE prossimo al 15%. Il pay-out ratio medio dovrebbe arrivare al 75%, in significativo miglioramento per gli azionisti di Popolare di Sondrio, conservando una certa solidità patrimoniale con un Cet1 ratio superiore al 15%. 

Le sinergie di ricavo a regime sono stimate a circa 100 milioni di euro ante imposte per anno, mentre quelle di costo dovrebbero arrivare a 190 milioni di euro grazie alle economie di scala e alla migliore efficienza operativa. I costi di integrazione dovrebbero invece arrivare a 400 milioni di euro ante imposte una tantum, concentrati prevalentemente (75%) nel 2025.

“Questa operazione basata su logiche industriali rappresenta un’opportunità unica di creare un gruppo bancario leader in Italia, con due banche complementari che hanno modelli di business coerenti e che condividono gli stessi valori”, ha commentato Gianni Franco Papa, amministratore delegato di Bper Banca. “Il nuovo gruppo – ha proseguito – beneficerà di una scala significativa in termini di clientela, presenza geografica e sinergie, che consentirà di creare ulteriore valore per gli stakeholder di entrambi gli istituti”.

Questa mattina, in una conference call con gli analisti, Papa ha affermato che l'ops “non è stata concordata”, ma non la considera comunque ostile “visto il razionale dell'operazione”. Stessa posizione anche dalle parti di Popolare di Sondrio, secondo cui, stando a quanto si apprende da fonti vicine all'istituto rilanciate da numerose agenzie di stampa, l'operazione non sarebbe stata decisa di comune accordo fra le due realtà: nei prossimi giorni dovrebbe essere convocato un consiglio di amministrazione per effettuare le prime valutazioni. 

Sempre in conference call, Papa ha specificato di non aver sentito Unipol, ma “riteniamo che l'ops sia un'operazione molto positiva per tutti gli stakeholder, tra cui anche Unipol”. Stando a quanto riferito dall'ad di Bper Banca, colloqui con il primo azionista dell'istituto sarebbero comunque avvenuti “senza fornire dati finanziari” con l'obiettivo di “vedere se ci fosse stato un elemento ostativo”. Pertanto, “l'operazione è nata in questa banca”, ha affermato Papa, quasi a voler smentire le voci, circolate moltissimo sui principali organi di stampa, di una regia del gruppo bolognese. “Non si sono ancora espressi – ha concluso Papa facendo riferimento a Unipol – dovranno fare una valutazione e hanno già detto che devono discuterne in consiglio di amministrazione”.

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