Gap protezionistico, colmarlo è un obbligo etico
Stando a un’analisi di Economist Impact e Sas, i dirigenti assicurativi considerano un’importante opportunità commerciale ridurre la differenza tra perdite assicurate e non assicurate, ma per farlo è necessario aprirsi all’innovazione tecnologica e riconquistare la fiducia dei clienti

Il divario di protezione globale nei settori vita, salute, catastrofi naturali e colture è stato recentemente stimato a 1.800 miliardi di dollari (Swiss Re, 2023) e l’ampia maggioranza (79%) dei dirigenti assicurativi ritiene che il settore abbia l'obbligo etico di colmarlo, mentre tre su quattro (76%) pensano che la sua riduzione rappresenti un'opportunità commerciale significativa, percorribile attraverso la tecnologia. È quanto rileva Revealing the paths to 2040: a global industry survey, l’indagine sul futuro delle assicurazioni sponsorizzata da Sas e condotta da Economist Impact su oltre 500 dirigenti assicurativi provenienti da 17 paesi.
Secondo i rispondenti, ad oggi esistono diverse barriere, sia interne che esterne, che limitano significativamente la capacità delle loro organizzazioni di trarre vantaggio dalle tendenze del settore. I principali ostacoli sono: la mancanza di fiducia nel settore (per il 77% dei dirigenti), l'insufficiente conoscenza delle mutevoli esigenze dei clienti (76%), la mancanza di comprensione dell'ambiente esterno (75%) e la scarsa capacità di innovare (74%).
Tra le strade individuate dai leader per aiutare le proprie realtà a colmare in modo più efficace il gap protezionistico, tre delle soluzioni più popolari hanno a che fare con la tecnologia: utilizzare i nuovi strumenti tecnologici per rendere i prodotti assicurativi più accessibili (48%); sviluppare offerte innovative come la parametrica o la micro-assicurazione (42%); sfruttare i dati per valutare meglio i rischi e progettare i prodotti (39%).
Secondo i rispondenti, ad oggi esistono diverse barriere, sia interne che esterne, che limitano significativamente la capacità delle loro organizzazioni di trarre vantaggio dalle tendenze del settore. I principali ostacoli sono: la mancanza di fiducia nel settore (per il 77% dei dirigenti), l'insufficiente conoscenza delle mutevoli esigenze dei clienti (76%), la mancanza di comprensione dell'ambiente esterno (75%) e la scarsa capacità di innovare (74%).
Tra le strade individuate dai leader per aiutare le proprie realtà a colmare in modo più efficace il gap protezionistico, tre delle soluzioni più popolari hanno a che fare con la tecnologia: utilizzare i nuovi strumenti tecnologici per rendere i prodotti assicurativi più accessibili (48%); sviluppare offerte innovative come la parametrica o la micro-assicurazione (42%); sfruttare i dati per valutare meglio i rischi e progettare i prodotti (39%).
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