Polizze dormienti, tredici associazioni chiedono di modificare la norma
I movimenti dei consumatori hanno chiesto e ottenuto un incontro con l'Ivass
03/06/2013
Scarsa chiarezza, problemi di comunicazione e disparità di trattamento per i possessori. La questione delle polizze dormienti ha creato un vero e proprio caos e per questo motivo 13 associazioni dei consumatori hanno deciso di affrontare il problema insieme. Acu, Adiconsum, Adoc, Adusbef, Altroconsumo, Assutenti, Codici, Confconsumatori, Casa del Consumatore, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento consumatori e Movimento difesa del Cittadino hanno quindi chiesto e ottenuto un incontro con l'Ivass per affrontare la problematica e chiesto un'audizione alle Commissioni Parlamentari competenti affinché l'attuale struttura della norma possa essere modificata.
Dal 2008, ricordano le associazioni dei consumatori, una legge ha fatto cadere nel caos migliaia di risparmiatori che improvvisamente si sono visti rifiutare il pagamento di polizze stipulate dai loro genitori in quanto erano ormai prescritte perché passati due anni dalla morte dell'assicurato e per questo dovevano essere trasferite al Fondo dormienti".
Con il provvedimento Dl 179/2012, Ulteriori misure urgenti per la crescita e lo sviluppo del Paese, il termine è passato a dieci anni, accordando finalmente quanto richiesto da alcune associazioni dei consumatori già nel 2008 al ministero dell'Economia, al fine di evitare così una disparità di trattamento tra i titolari di conti correnti dormienti e i titolari di polizze vita.
"Tale nuova norma certo risolve la situazione per il futuro, in quanto, dall'entrata in vigore del provvedimento tutte le polizze avranno un termine di prescrizione di dieci anni, ma purtroppo, allo stato attuale, non vale per le polizze già scadute e prescritte i cui capitali sono stati già devoluti, dal 2008 in avanti, al Fondo dormienti gestito da Consap", spiegano però le associazioni, che propongono, per evitare disparità di trattamento fra i vari possessori di tali polizze, "che si dia la possibilità agli aventi diritto (beneficiari ed eredi) di riavere indietro i capitali già devoluti facendo una richiesta al Fondo dormienti entro dieci anni dalla morte dell'assicurato o dalla scadenza della polizza".
Dal 2008, ricordano le associazioni dei consumatori, una legge ha fatto cadere nel caos migliaia di risparmiatori che improvvisamente si sono visti rifiutare il pagamento di polizze stipulate dai loro genitori in quanto erano ormai prescritte perché passati due anni dalla morte dell'assicurato e per questo dovevano essere trasferite al Fondo dormienti".
Con il provvedimento Dl 179/2012, Ulteriori misure urgenti per la crescita e lo sviluppo del Paese, il termine è passato a dieci anni, accordando finalmente quanto richiesto da alcune associazioni dei consumatori già nel 2008 al ministero dell'Economia, al fine di evitare così una disparità di trattamento tra i titolari di conti correnti dormienti e i titolari di polizze vita.
"Tale nuova norma certo risolve la situazione per il futuro, in quanto, dall'entrata in vigore del provvedimento tutte le polizze avranno un termine di prescrizione di dieci anni, ma purtroppo, allo stato attuale, non vale per le polizze già scadute e prescritte i cui capitali sono stati già devoluti, dal 2008 in avanti, al Fondo dormienti gestito da Consap", spiegano però le associazioni, che propongono, per evitare disparità di trattamento fra i vari possessori di tali polizze, "che si dia la possibilità agli aventi diritto (beneficiari ed eredi) di riavere indietro i capitali già devoluti facendo una richiesta al Fondo dormienti entro dieci anni dalla morte dell'assicurato o dalla scadenza della polizza".
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