Disastro del Giglio, maxi risarcimento per Costa Crociere
Le compagnie di assicurazione avrebbero pagato 380 milioni di euro per la perdita della nave
17/04/2013
Un danno risarcito con 380 milioni di euro. Ammonterebbe a questa cifra, infatti, l'indennizzo che Costa Crociere e la sua controllante Carival avrebbero ottenuto dalle compagnie di assicurazione per la perdita della nave, dopo il famoso naufragio della Concordia avvenuto al largo dell'isola del Giglio. A diffondere la notizia, poco prima dell'inizio del secondo giorno di udienza preliminare nel processo per far luce sul disastro, è stato il pool di avvocati di Giustizia per la Concordia, composto da 30 legali che assistono 100 naufraghi.
Gli avvocati ricordano di aver chiesto la citazione di Costa Crociere a responsabile civile, spiegando che è loro intenzione far basare i risarcimenti per i naufragi (da 500 mila a un milione di euro a testa) secondo un criterio di riconoscimenti di danno punitivo. A prendersela con la compagnia di crociere è anche l'avvocato Francesco Pepe, difensore del capitano Francesco Schettino, che ha definito ridicolo che Costa chieda di essere parte civile nel processo per la perdita della nave. Il danno è stato già risarcito nel maggio 2012", mostrando poi un documento United States Securities and Exchange Commission, da cui emerge il risarcimento già ottenuto.
A stretto giro è giunta anche la replica di Costa Crociere, per bocca dell'avvocato Alessandro Carella. "Dal momento che l'assicuratore non ha chiesto i danni direttamente agli imputati - ha spiegato il legale - lo ha dovuto fare Costa Crociere costituendosi parte civile. Le somme eventualmente recuperate da Costa al termine del processo - ha concluso Carella - verranno restituite alle assicurazioni". Il risarcimento, ha sottolineato l'avvocato, "è una questione prevalentemente tecnica".
Gli avvocati ricordano di aver chiesto la citazione di Costa Crociere a responsabile civile, spiegando che è loro intenzione far basare i risarcimenti per i naufragi (da 500 mila a un milione di euro a testa) secondo un criterio di riconoscimenti di danno punitivo. A prendersela con la compagnia di crociere è anche l'avvocato Francesco Pepe, difensore del capitano Francesco Schettino, che ha definito ridicolo che Costa chieda di essere parte civile nel processo per la perdita della nave. Il danno è stato già risarcito nel maggio 2012", mostrando poi un documento United States Securities and Exchange Commission, da cui emerge il risarcimento già ottenuto.
A stretto giro è giunta anche la replica di Costa Crociere, per bocca dell'avvocato Alessandro Carella. "Dal momento che l'assicuratore non ha chiesto i danni direttamente agli imputati - ha spiegato il legale - lo ha dovuto fare Costa Crociere costituendosi parte civile. Le somme eventualmente recuperate da Costa al termine del processo - ha concluso Carella - verranno restituite alle assicurazioni". Il risarcimento, ha sottolineato l'avvocato, "è una questione prevalentemente tecnica".
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