Rc auto, in arrivo il decreto che dimezza i risarcimenti alle vittime gravi
Secondo le indiscrezioni, il provvedimento, che stabilirebbe anche una tabella unica per il territorio nazionale, sarebbe in via di approvazione
08/04/2013
Da giorni si rincorrono numerose indiscrezioni secondo le quali, dopo un iter di quasi sette anni, potrebbe arrivare a breve il decreto con la tabella unica nazionale che regola il danno biologico per le grandi invalidità. La tabella, che è prevista dal Codice delle assicurazioni, attenderebbe solo l'avvallo del prossimo Consiglio dei Ministri e la successiva firma del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il provvedimento proposto andrebbe a dimezzare i risarcimenti per i danni alla persona compresi tra i 10 e i 100 punti di invalidità, cioè i più gravi.
Pareri favorevoli dalle compagnie e dai consumatori
Non ancora approvato, il decreto ha già scatenato un coro di reazioni opposte. Tra coloro che guardano con favore al provvedimento c'è l'Associazione nazionale tra le imprese assicuratrici (Ania). L'approvazione di questa tabella - ha spiegato Dario Focarelli, direttore generale dell'Ania - ha due aspetti positivi: garantendo uniformità sul territorio nazionale dei risarcimenti, offre la certezza, alle persone danneggiate, di avere lo stesso risarcimento in qualunque posto del Paese". L'altro aspetto positivo, secondo Focarelli, è quello di dare alle compagnie assicurative la certezza di quanto pagare, il che potrebbe portare a una riduzione presumibile dei prezzi delle polizze che, secondo le stime dell'Ania, sarebbe nell'ordine del 3 - 5%. Per Focarelli, la tabella, che regola il danno biologico per invalidità gravi, usa "un valore lievemente più basso di quello applicato oggi e, in media è più bassa del 10% di quella di Milano". Il direttore generale dell'Ania sottolinea inoltre che sul confronto internazionale questi valori sono più alti di tutti i Paesi in quasi tutte le fattispecie. Inoltre, nel caso dell'invalidità permanente sul lavoro, "il risarcimento previsto dall'Inail oggi è molto inferiore rispetto a quanto prevede questa tabella".
Oltre al riscontro positivo da parte delle compagnie di assicurazione, guardano con favore al decreto anche varie associazioni dei consumatori. Tra queste c'è l'Adiconsum che, per bocca del segretario generale Pietro Giordano, ricorda che con il decreto "'viene finalmente meno l'assurda discriminazione attribuita, nei valori economici, dai vari Tribunali alle grandi invalidità. Ci aspettiamo - prosegue Giordano - un segnale vero e concreto dalle compagnie di assicurazione, a cominciare dalla discesa dei prezzi praticati all'utenza. Una discesa che può essere fatta già dall'approvazione, e non inferiore al 5%". Riduzione - conclude Giordano - che sarà ancora maggiore con l'adozione delle misure necessarie e ancora mancanti di riforma della Rc auto: risarcimento in forma specifica per i danni alle cose, riduzione dei tempi per la richiesta dei danni a 90 giorni, abolizione della cessione del credito, più conciliazione paritetica e meno tribunale".
Avvocati e vittime della strada aspramente critici
Ai pareri favorevoli, basati soprattutto sull'auspicio di una riduzione delle tariffe, si oppone la netta contrarietà di numerose parti sociali. L'Associazione vittime della strada, unitamente all'Aneis (Associazione nazionale esperti di infortunistica stradale) lo definiscono "un provvedimento che punisce chi non ha colpa, e che lede la dignità di chi ha diritto a un equo risarcimento piuttosto che a una pietosa elemosina" e hanno lanciato un appello al Presidente della Repubblica "siamo certi che Lei, quale ultimo baluardo degli Italiani, si opporrà con energia all'iniquo e scellerato decreto predisposto, invero illegittimamente, dal Governo Monti". La lettera inviata a Napolitano lo esorta a non chiudere il suo settennato "avallando un simile provvedimento volto solo a favorire gli interessi economici della assicurazioni e delle banche, calpestando i diritti garantiti dalla Costituzione".
Un'altra voce aspramente critica si leva dall'Associazione nazionale forense (Anf), secondo la quale "il decreto proposto dal governo Monti in circolazione in queste ore, che abbatte del 50% i risarcimenti per i danni alle persone vittime della strada, è semplicemente da cestinare. Un sopruso perpetrato a danno dei cittadini e a favore dei gruppi assicurativi". L'Anf sottolinea come l'Esecutivo "in stato di incerta prorogatio non è legittimato a incidere così pesantemente sulla vita e la salute dei cittadini", auspicando che il provvedimento non venga riproposto nel prossimo Consiglio dei Ministri. L'Anf, ricorda come "oggi un giovane di 35 anni che subisce la perdita totale dell'avambraccio o totale di una mano è risarcito, come previsto dalle tabelle applicate dal Tribunale di Milano (e nella gran parte delle corti italiane) con un ammontare che include anche il danno morale, da un minimo di 63.659 euro fino a 454.000 euro. Domani - fa notare l'Associazione - l'ipotesi predisposta dal Governo dimezzerebbe questo indennizzo".
Pareri favorevoli dalle compagnie e dai consumatori
Non ancora approvato, il decreto ha già scatenato un coro di reazioni opposte. Tra coloro che guardano con favore al provvedimento c'è l'Associazione nazionale tra le imprese assicuratrici (Ania). L'approvazione di questa tabella - ha spiegato Dario Focarelli, direttore generale dell'Ania - ha due aspetti positivi: garantendo uniformità sul territorio nazionale dei risarcimenti, offre la certezza, alle persone danneggiate, di avere lo stesso risarcimento in qualunque posto del Paese". L'altro aspetto positivo, secondo Focarelli, è quello di dare alle compagnie assicurative la certezza di quanto pagare, il che potrebbe portare a una riduzione presumibile dei prezzi delle polizze che, secondo le stime dell'Ania, sarebbe nell'ordine del 3 - 5%. Per Focarelli, la tabella, che regola il danno biologico per invalidità gravi, usa "un valore lievemente più basso di quello applicato oggi e, in media è più bassa del 10% di quella di Milano". Il direttore generale dell'Ania sottolinea inoltre che sul confronto internazionale questi valori sono più alti di tutti i Paesi in quasi tutte le fattispecie. Inoltre, nel caso dell'invalidità permanente sul lavoro, "il risarcimento previsto dall'Inail oggi è molto inferiore rispetto a quanto prevede questa tabella".
Oltre al riscontro positivo da parte delle compagnie di assicurazione, guardano con favore al decreto anche varie associazioni dei consumatori. Tra queste c'è l'Adiconsum che, per bocca del segretario generale Pietro Giordano, ricorda che con il decreto "'viene finalmente meno l'assurda discriminazione attribuita, nei valori economici, dai vari Tribunali alle grandi invalidità. Ci aspettiamo - prosegue Giordano - un segnale vero e concreto dalle compagnie di assicurazione, a cominciare dalla discesa dei prezzi praticati all'utenza. Una discesa che può essere fatta già dall'approvazione, e non inferiore al 5%". Riduzione - conclude Giordano - che sarà ancora maggiore con l'adozione delle misure necessarie e ancora mancanti di riforma della Rc auto: risarcimento in forma specifica per i danni alle cose, riduzione dei tempi per la richiesta dei danni a 90 giorni, abolizione della cessione del credito, più conciliazione paritetica e meno tribunale".
Avvocati e vittime della strada aspramente critici
Ai pareri favorevoli, basati soprattutto sull'auspicio di una riduzione delle tariffe, si oppone la netta contrarietà di numerose parti sociali. L'Associazione vittime della strada, unitamente all'Aneis (Associazione nazionale esperti di infortunistica stradale) lo definiscono "un provvedimento che punisce chi non ha colpa, e che lede la dignità di chi ha diritto a un equo risarcimento piuttosto che a una pietosa elemosina" e hanno lanciato un appello al Presidente della Repubblica "siamo certi che Lei, quale ultimo baluardo degli Italiani, si opporrà con energia all'iniquo e scellerato decreto predisposto, invero illegittimamente, dal Governo Monti". La lettera inviata a Napolitano lo esorta a non chiudere il suo settennato "avallando un simile provvedimento volto solo a favorire gli interessi economici della assicurazioni e delle banche, calpestando i diritti garantiti dalla Costituzione".
Un'altra voce aspramente critica si leva dall'Associazione nazionale forense (Anf), secondo la quale "il decreto proposto dal governo Monti in circolazione in queste ore, che abbatte del 50% i risarcimenti per i danni alle persone vittime della strada, è semplicemente da cestinare. Un sopruso perpetrato a danno dei cittadini e a favore dei gruppi assicurativi". L'Anf sottolinea come l'Esecutivo "in stato di incerta prorogatio non è legittimato a incidere così pesantemente sulla vita e la salute dei cittadini", auspicando che il provvedimento non venga riproposto nel prossimo Consiglio dei Ministri. L'Anf, ricorda come "oggi un giovane di 35 anni che subisce la perdita totale dell'avambraccio o totale di una mano è risarcito, come previsto dalle tabelle applicate dal Tribunale di Milano (e nella gran parte delle corti italiane) con un ammontare che include anche il danno morale, da un minimo di 63.659 euro fino a 454.000 euro. Domani - fa notare l'Associazione - l'ipotesi predisposta dal Governo dimezzerebbe questo indennizzo".
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