Aggiotaggio su Premafin, maxi-multa a Salvatore Ligresti
Nel mirino della Consob anche Giancarlo de Filippo e Niccolò Lucchini
08/04/2013
È di ben 11 milioni di euro la multa che la Consob ha inflitto a Salvatore Ligresti e a due suoi collaboratori, Giancarlo de Filippo e Niccolò Lucchini, accusati di aver manipolato, tra novembre 2009 e settembre 2010, le quotazioni di Premafin in borsa. L'Autorità ha inflitto una sanzione di tre milioni a testa a De Filippo, gestore dei trust off-shore con cui sono state fatte le operazione, e a Lucchini, autore materiale del trading, e una di cinque milioni a Ligresti, beneficiario dell'operazione. Si tratta della seconda sanzione più alta mai comminata dalla Consob.
Ligresti dovrà inoltre pagare 300 mila euro per non aver ottemperato alle ripetute richieste della Consob di informare il mercato sui suoi rapporti con i trust caraibici dopo che la commissione - attraverso complessi accertamenti in giurisdizioni tradizionalmente poco collaborative - aveva accertato che i trust Heritage ed Ever Green Security, a fine 2011 ancora titolari del 20% di Premafin, erano riconducibili all'ingegnere siciliano.
Ligresti e i suoi due collaboratori sono stati ritenuti colpevoli di aver mantenuto il valore di Premafin a un livello artificiale" attraverso una massiccia operatività sui titoli, acquistati durante le aste di chiusura con modalità idonee a produrre forti rialzi e venduti delicatamente in negoziazione continua per minimizzare gli effetti sul prezzo. Ogni 100 azioni di Premafin acquistate nei 223 giorni di negoziazione esaminati, 22 sono state comprate dai trust dei Ligresti. Così, mentre il valore degli asset (Nav) detenuti da Premafin, in primis Fonsai, scendeva del 62%, la holding dei Ligresti conteneva magicamente i ribassi al 28%.
Il movente dell'aggiotaggio è legato ai debiti che nei mesi a venire travolgeranno la famiglia siciliana, costretta a lasciare a Unipol il controllo di Fonsai. Secondo la Consob, "sussisteva un rilevante interesse" da parte di Ligresti "a sostenere il titolo Premafin" a causa dello "stato di difficoltà economica finanziaria" di Sinergia e Imco, le holding private dei Ligresti fallite a metà 2012, "che stavano negoziando con le banche creditrici la ristrutturazione di un ingente debito". I finanziamenti erano infatti garantiti da un pegno su tutte le azioni Premafin. Pegno che andava reintegrato in caso di perdita del valore della holding.
Ligresti dovrà inoltre pagare 300 mila euro per non aver ottemperato alle ripetute richieste della Consob di informare il mercato sui suoi rapporti con i trust caraibici dopo che la commissione - attraverso complessi accertamenti in giurisdizioni tradizionalmente poco collaborative - aveva accertato che i trust Heritage ed Ever Green Security, a fine 2011 ancora titolari del 20% di Premafin, erano riconducibili all'ingegnere siciliano.
Ligresti e i suoi due collaboratori sono stati ritenuti colpevoli di aver mantenuto il valore di Premafin a un livello artificiale" attraverso una massiccia operatività sui titoli, acquistati durante le aste di chiusura con modalità idonee a produrre forti rialzi e venduti delicatamente in negoziazione continua per minimizzare gli effetti sul prezzo. Ogni 100 azioni di Premafin acquistate nei 223 giorni di negoziazione esaminati, 22 sono state comprate dai trust dei Ligresti. Così, mentre il valore degli asset (Nav) detenuti da Premafin, in primis Fonsai, scendeva del 62%, la holding dei Ligresti conteneva magicamente i ribassi al 28%.
Il movente dell'aggiotaggio è legato ai debiti che nei mesi a venire travolgeranno la famiglia siciliana, costretta a lasciare a Unipol il controllo di Fonsai. Secondo la Consob, "sussisteva un rilevante interesse" da parte di Ligresti "a sostenere il titolo Premafin" a causa dello "stato di difficoltà economica finanziaria" di Sinergia e Imco, le holding private dei Ligresti fallite a metà 2012, "che stavano negoziando con le banche creditrici la ristrutturazione di un ingente debito". I finanziamenti erano infatti garantiti da un pegno su tutte le azioni Premafin. Pegno che andava reintegrato in caso di perdita del valore della holding.
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