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Rischi catastrofali, compagnie esposte per centinaia di miliardi di euro

L'Ania auspica al più presto interventi legislativi in linea con i modelli esteri

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L'esposizione complessiva al 2013 del settore assicurativo ai rischi catastrofali delle imprese è stimabile in qualche centinaio di miliardi di euro. Una cifra molto elevata, segnalata da recenti stime della società Perils, specializzata in indici catastrofali per il mercato assicurativo. Attualmente - ha ricordato Roberto Manzato, direttore vita e danni non auto di Ania durante un recente intervento all'Accademia dei Lincei - l'offerta di polizze multirischio con l'estensione della copertura ai rischi catastrofali per le imprese è certamente ampia e al contempo abbastanza diffusa: tale estensione permette di coprire sia i danni diretti al fabbricato e al contenuto (merci e macchinari), sia quelli indiretti (ovvero le perdite economiche a seguito dell'interruzione dell'attività". Il problema permane evidente, invece, per le abitazioni, sia a livello di offerta, sia di domanda. L'offerta di polizze multirischio con l'estensione di copertura ai rischi catastrofali esiste ma è poco diffusa.

Tra difficoltà di assunzione e anti selezione
Sono tante e tutte di una certa importanza le problematiche legate all'assicurazione dei rischi catastrofali: si va dalla necessità di disporre e allocare un ingente capitale per garantire gli impegni che la compagnia ha assunto, al fenomeno dell'anti selezione. Tra le soluzioni che potrebbero ovviare alla problematica è da tempo allo studio l'introduzione di un sistema semi-obbligatorio, che ovvierebbe alla difficoltà di raggiungimento di una sufficiente massa critica ben diversificata geograficamente e necessaria al raggiungimento della mutualità.

Strumenti di trasferimento del rischio cercasi
"Da queste considerazioni - ha sottolineato il manager dell'Ania - si evince la motivazione per cui le garanzie contro il rischio alluvionale siano normalmente valutate e offerte nelle polizze dedicate alle imprese mentre per le abitazioni, le cui polizze debbono essere giocoforza molto standardizzate visto il loro costo estremamente contenuto, l'offerta risulti essere più rara". L'auspicio dell'Ania, non nuovo e che rispecchia il sentire di quasi la totalità delle compagnie italiane, è che i governi incoraggino e facilitino lo sviluppo e la diffusione di strumenti di trasferimento dei rischi catastrofali, che all'estero hanno già dato buoni frutti. In Francia, per esempio, vige un regime assicurativo semi-obbligatorio (polizza incendio sui beni volontaria ma obbligatoria l'estensione di copertura alle catastrofi naturali) con lo Stato che svolge il ruolo di riassicuratore di ultima istanza; in Spagna, il settore assicurativo si occupa soltanto della distribuzione e amministrazione delle coperture assicurative (il risk taker è un consorzio pubblico). 

L'integrazione del sistema americano 
"Negli Stati Uniti - ha ricordato Manzato - per quanto riguarda il rischio alluvionale, è stato istituito il Nfip (National flood insurance program), che si basa sulla disponibilità di coperture assicurative, su base volontaria, per le sole abitazioni e imprese ubicate nelle città aderenti al programma. Il presupposto all'adesione è che l'ente locale si impegni ad adottare appropriate misure di prevenzione e riduzione del rischio inondazione. Di conseguenza il tasso di premio può beneficiare di sconti e riduzioni in base a quanto attuato dall'ente. Le compagnie di assicurazioni private offrono il servizio di distribuzione e amministrazione delle coperture assicurative e di liquidazione dei sinistri, pur non sopportando nessun rischio, perché questo - ha concluso Manzato - è interamente assunto dal fondo federale".

In foto: dipinto di Claude Lorraine, 1631

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