Strade italiane più sicure: nel 2011 sono diminuite del 7,1% le vittime di incidenti
In calo anche il numero di sinistri che ha provocato lesioni a persone
21/06/2012
Secondo il dati preliminari diffusi da Istat in riferimento al 2011, in Italia continua il trend che vede un continuo ridimensionamento delle cifre inerenti gli incidenti stradali che provocano vittime o feriti. Rispetto al 2010 infatti i sinistri che hanno causato lesioni a persone sono stati 205.000, ovvero il 3% in meno, mentre le vittime sono state 3.800, in calo del 7%.
Se raffrontiamo questi dati con il decennio precedente, la diminuzione del numero di morti sulle strade appare eclatante: dal 2001 al 2011 il decremento è stato pari al 46,4%, tuttavia l'obiettivo fissato dall'Unione Europea, di dimezzare la mortalità entro il 2010, non è ancora stato raggiunto dall'Italia. Per la prossima decade l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha indetto nuove iniziative per la sicurezza stradale fissando sette principali obiettivi strategici: migliorare la sicurezza dei veicoli, realizzare infrastrutture stradali più sicure, incrementare le tecnologie intelligenti, rafforzare l'istruzione e la formazione per gli utenti della strada, migliorare i controlli, fissare un obiettivo per la riduzione dei feriti in incidente stradale, prestare maggiore attenzione alla sicurezza dei motociclisti.
Un raffronto con gli altri paesi dell'Unione europea, mostra per l'Italia un tasso di mortalità - calcolato come rapporto tra il numero dei morti per incidente stradale e la popolazione residente (tassi per 1.000.000 di abitanti) - pari a 63, contro il 32 del Regno Unito e il 109 della Polonia.
Per quanto riguarda il nostro paese, l'indice di mortalità - ovvero il rapporto tra numero dei morti e numero degli incidenti con lesioni moltiplicato 100 - è stato pari a 1,85, in lieve diminuzione rispetto al valore registrato nel 2010 (1,93). In merito alla localizzazione dei sinistri, l'indice di mortalità (valori per 100 incidenti) evidenzia la maggior pericolosità delle strade extraurbane (4,8), rispetto ad autostrade (3,2) e strade urbane (1).
Se raffrontiamo questi dati con il decennio precedente, la diminuzione del numero di morti sulle strade appare eclatante: dal 2001 al 2011 il decremento è stato pari al 46,4%, tuttavia l'obiettivo fissato dall'Unione Europea, di dimezzare la mortalità entro il 2010, non è ancora stato raggiunto dall'Italia. Per la prossima decade l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha indetto nuove iniziative per la sicurezza stradale fissando sette principali obiettivi strategici: migliorare la sicurezza dei veicoli, realizzare infrastrutture stradali più sicure, incrementare le tecnologie intelligenti, rafforzare l'istruzione e la formazione per gli utenti della strada, migliorare i controlli, fissare un obiettivo per la riduzione dei feriti in incidente stradale, prestare maggiore attenzione alla sicurezza dei motociclisti.
Un raffronto con gli altri paesi dell'Unione europea, mostra per l'Italia un tasso di mortalità - calcolato come rapporto tra il numero dei morti per incidente stradale e la popolazione residente (tassi per 1.000.000 di abitanti) - pari a 63, contro il 32 del Regno Unito e il 109 della Polonia.
Per quanto riguarda il nostro paese, l'indice di mortalità - ovvero il rapporto tra numero dei morti e numero degli incidenti con lesioni moltiplicato 100 - è stato pari a 1,85, in lieve diminuzione rispetto al valore registrato nel 2010 (1,93). In merito alla localizzazione dei sinistri, l'indice di mortalità (valori per 100 incidenti) evidenzia la maggior pericolosità delle strade extraurbane (4,8), rispetto ad autostrade (3,2) e strade urbane (1).
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